Ligabue in tour: ogni sera una scaletta diversa
Maurizio Bresciani
Musica

Ligabue in tour: ogni sera una scaletta diversa

«Sono un po’ annoiato dal fatto che la gente sappia già le canzoni che fai perché gira la scaletta che hai fatto il giorno prima»

«Ci sono diverse sorprese che mi piace lasciare come tali e vorrei offrire ancora alla gente la possibilità di sorprendersi Nel senso che, io sono un po’ annoiato dal fatto che la gente sappia già le canzoni che fai perché gira la scaletta che hai fatto il giorno prima. La mia intenzione, anche se tecnici e musicisti mi hanno infamato perché costa più soldi, più impegno e concentrazione, è quella di vivere più di sorpresa anche la nostra esperienza e soprattutto farla godere a chi verrà» racconta Ligabue a proposito dei nuovi show, a cominciare da quelli del 10 e 11 novembre al Mediolanum Forum di Assago (MI).

Nel nuovo album ci sono musica e parole è ironia ma anche smarrimento per un mondo in cui, tramite i social e non solo, gli “schizzi arrivano a tutti”. Come ci si difende? «Per me funziona così: non guardo i social. Semplice, no? I miei canali li lascio gestire a chi mi conosce bene e in genere si preoccupa di postare comunicazioni o filmati relativi al mio lavoro (passato e presente). Poi, se vuoi, gli stessi che se ne occupano mi fanno sapere che aria tira su quello che stiamo facendo. Ma la mia “interazione” con i social finisce lì.»

Nel disco suona suo figlio Lenny, un'occasione per scoprire cose nuove l’uno e dell’altro lavorando insieme? «Dedicato a noi è un album a cui abbiamo lavorato, fra spizzichi e bocconi, per circa due anni. Ci siamo voluti prendere la libertà e il tempo che servivano. Durante questa lunga lavorazione ho cercato di coinvolgere al meglio musicisti e tecnici raccontando ogni pensiero che c’era dietro a una frase di testo piuttosto che a una scelta estetica e magari facendo anche qualche “resoconto” del passato. Lenny, ascoltandomi, mi ha conosciuto artisticamente (e forse, di conseguenza, anche umanamente) come non mai. Io di lui ho scoperto con quanta facilità si inserisce in un gruppo e quanto la gente faccia presto a volergli bene. Comunque sì, averlo di fianco mi ha emozionato a più riprese». Il ristorante di Una canzone senza tempo è un luogo sospeso nel tempo, immutabile. A Correggio e dintorni ci sono luoghi con queste caratteristiche sono casa, di famiglia e vita vissuta?

«A Correggio nel raggio di più o meno un chilometro quadrato ci puoi trovare tutte le case in cui ho abitato, quelle in cui vivono i miei amici, i miei uffici, il mio studio di registrazione, le abitazioni di mia madre, di mio fratello, del mio manager… Senza contare tutti i bar, i localini, i ristoranti, il teatro, i cinema… Se allarghi poi appena il cerchio ci stanno pure i prati e i fossi in cui giocavo da bambino e i campi da calcio che ho calcato… insomma tutti posti in cui ho trascorso tantissimo tempo. Quindi, per rispondere alla tua domanda, è Correggio intera a rappresentare continuamente, per me, questo luogo sospeso nel tempo».

La musica è diventata un mercato di canzoni singole, di numeri, di clic, di ascolti nelle playlist. In questo senso la scelta di incidere un album è un atto artistico di coraggio e di coerenza con se stessi e la propria storia. «Che ci si possano vedere coraggio e coerenza non può che farmi piacere ma, semplicemente, ho sempre fatto così e anche se il mondo della musica è cambiato in tutti i suoi aspetti (come la si scrive, come la si produce, come la si fa circolare e come la si ascolta), sento ancora che una canzone non mi basta e per esprimere quello che devo e voglio me ne serve una raccolta. Ognuna a dire qualcosa di diverso per affrontare più temi e umori, ma anche (se possibile e quando va bene) a esprimere un concetto comune».

Nel nuovo disco Riderai è la canzone delle preoccupazioni spesso infondate, inutili. «Quel pezzo suggerisce un po’ di leggerezza in più. E soprattutto, avendo capito che è andata davvero così (di molte delle preoccupazioni avrei dovuto ridere molto prima), che è venuto il mio turno di consigliarlo a chi mi sta a cuore».La metà della mela è un atto d’amore, la presa d’atto della trasformazione che cambia tutto quando avviene l’incontro che conta. «Dedicato a noi” è un album che ho realizzato nel peggiore degli inizi di decennio a cui abbia assistito. Pandemia, guerra in Ucraina, disastri climatici, femminicidi, cronaca nera più del nero, suicidi fra i giovanissimi, buona parte della generazione Z che confessa allo psicologo di non credere di avere un futuro, arretratezza culturale sono una parte di una situazione generale davvero difficile. Tutto questo crea paura, ansia, preoccupazione e, soprattutto, isolamento. Credo che abbiamo bisogno di uscire da quell’isolamento, quello dell’”io”, e ritrovare un senso del “noi”. In questo album ci sono diversi “noi”. Il primo è quello della coppia come raccontato in “La metà della mela”. Il secondo è quello della famiglia. Poi c’è quello che mi porto sempre con me ed è il “noi” che vivo quando sono su un palco e ho la sensazione di condividere per un paio d’ore o tre lo stesso stato d’animo e gli stessi valori con chi ho di fronte. Infine c’è un “noi” più difficile da definire, se vuoi più idealizzato: quello di chi, pur continuando a sentirsi “fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori, dai…” non vuole rassegnarsi a “subire” un’idea di mondo ma vuole portare avanti la sua. O almeno proteggerla».

C'è ancora un filo che tiene insieme il presente e i concetti e il mood di Non è tempo per noi? «Anche se ci sarà chi non mi crede, non ho mai smesso di sentirmi fuori moda e fuori tempo. Mi sono trovato un “mio posto” nel mondo ma continua a sembrarmi un “posto fuori posto”». Così come sei si ricollega, tre decenni più tardi, ai protagonisti di Salviamoci la pelle. Che fuggivano da tutto e da tutti e che tre decenni dopo sono ancora lì insieme con la voglia di festeggiare, di amarsi... «Per quanto la speranza continui a essere un sentimento facilmente sbeffeggiabile e bollato come “da sfigati”, io sono un po’ quello del “tenere botta”, del non rassegnarsi. I due di “salviamoci la pelle” ormai ultracinquantenni se la cavano alla grande, si “salvano la pelle” ogni giorno e lo fanno insieme e se la godono pure».

I ragazzi della generazione Z sono afflitti dall'angoscia per un futuro che non riescono a immaginare. Come è stata l'adolescenza di Luciano LIgabue? «Era la fine degli anni ’70 e, nonostante la degenerazione negli anni di piombo, mi ero formato (perché la mia adolescenza l’ho vissuta negli anni prima) con la convinzione che insieme si potesse rendere il mondo un po’ più equo. Poi, se vuoi, in quel clima ho sempre avuto bisogno della mia autonomia di pensiero e non dover per forza aderire a dogmi o pensieri che dovevano andare bene per tutti, ma remavo anch’io e nella stessa direzione. Il “noi” allora era davvero enorme e dava molta fiducia. Per ciò che riguarda il mio percorso personale, a diciott’anni davvero non sapevo cosa avrei fatto o voluto fare da adulto. Suonavo la chitarra ma senza ambizioni».

La fede calcistica contiene una sua dinamica irrazionale. C’è qualche scaramanzia che accompagna la visione delle partite dell’Inter a casa o allo stadio? «Nelle partite davvero importanti riassetto il tavolino di fronte alla tv rimettendo gli oggetti nello stesso ordine della sera in cui l’Inter ha vinto la Champions del 2010. Come si capirà non funziona sempre».

IL TOUR

10 novembre 2023: MILANO – MEDIOLANUM FORUM

11 novembre 2023: MILANO – MEDIOLANUM FORUM

13 novembre 2023: GENOVA – STADIUM

14 novembre 2023: GENOVA – STADIUM

16 novembre 2023: LIVORNO – MODIGLIANI FORUM

18 novembre 2023: ROMA – PALAZZO DELLO SPORT

19 novembre 2023: ROMA – PALAZZO DELLO SPORT

21 novembre 2023: EBOLI – PALA SELE

22 novembre 2023: EBOLI – PALA SELE

24 novembre 2023: BARI – PALA FLORIO

25 novembre 2023: BARI – PALA FLORIO

27 novembre 2023: REGGIO CALABRIA – PALASPORT

28 novembre 2023: REGGIO CALABRIA – PALASPORT

30 novembre 2023: MESSINA – PALARESCIFINA

1 dicembre 2023: MESSINA – PALARESCIFINA

28 dicembre 2023: ZURIGO (Svizzera) – HALLENSTADION

Il 31 dicembre Luciano Ligabue sarà in concerto in Piazzale della Pace ad Alghero

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Gianni Poglio