Il meglio e il peggio dei testi di Sanremo 2024
Beppe Gallo
Musica

Il meglio e il peggio dei testi di Sanremo 2024

Amore in tutte le declinazioni, disagio generazionale di maniera e storie di vita: ecco di che cosa parlano le canzoni del Festival

Abbiamo letto con attenzione i testi delle canzoni in gara. Qui sotto, trovate le nostre impressioni brano per brano tra rari lampi di genio e tanta banalità. Come sempre.

Annalisa - Sinceramente

Il 2023 è stato un anno magico per Annalisa. che ha trovato la sua dimensione ideale come diva della dance con quattro singoli di grande successo. La Dua Lipa di Savona promette di farci ballare anche sulle poltrone rosse del Teatro Ariston con Sinceramente, un brano electro-pop veloce e radiofonico che racconta la voglia di essere liberi e di essere accettati per la propria personalità. Sinceramente, il testo è abbastanza deprimente: «Sinceramente quando quando quando quando piango/Anche se a volte mi nascondo/Non mi sogno di tagliarmi le vene/Sto tremando sto tremando/Sto facendo un passo avanti e uno indietro/Di nuovo sotto un treno». Mamma mia, e fattela 'na risata ogni tanto, Annalisa.

Alessandra Amoroso - Fino a qui

Una delle possibili sorprese per il podio di Sanremo 2024 è Alessandra Amoroso, con un brano maturo e intenso che racconta la caduta metaforica da un grattacielo, paragonandosi alla sfortunata Sally di Vasco Rossi: «E quante notti/Sono stata sveglia/A disegnare sul soffitto/Anche solo una stella/A sentirmi come Sally/Senza avere più voglia/Di fare la guerra».

Alfa - Vai!

Alfa è un giovane artista che, per il suo mix di cantato e rap e per la sua attitudine gioviale, a molti ricorda il Jovanotti disimpegnato e iper ottimista del periodo di Giovani Jovanotti. Non fa eccezione lo zuccheroso brano Vai!, scandito dal fischiettio del nostro, una sorta di manifesto, a tinte pastello, del vitalismo alfiano: «Ma se morirò da giovane/Spero che sia dal ridere/Mi han detto se ti senti così vivo/Non guardare indietro mai e vai uh uh!/Non guardare indietro mai e vai uh uh».

Angelina Mango - La noia

Talentuosa figlia d'arte, Angelina Mango debutta a Sanremo con un brano scritto insieme a Madame dal titolo La noia. Di certo non ci si annoia a leggere il testo: «Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa» è già una fase cult, mentre siamo sobbalzati dalla sedia quando abbiamo letto «Che a stare ferma a me mi viene/A me mi viene/La noia». «A me mi» no, dai, Angelina: è una dislocazione che fa sanguinare le orecchie, anche se sappiamo bene che l'ha utilizzata anche Jovanotti nella hit Ragazzo Fortunato.

BigMama - La rabbia non ti basta

BigMama è una cantante e rapper che si è messa in luce per la sua voce black e per la grinta delle sue performance. La rabbia non ti basta è un brano personale, nel quale l'artista racconta un passato difficile, tra violenza e crisi interiore: «Lo sai che a casa non devon sapere, cosa dovrai dire/Una figlia che perde chi la vuole avere, quindi apri ferite/Vorresti solo un altro corpo/Ma a quale costo?».

Bnkr44 - Governo punk

Governo punk degli scanzonati Bnkr44 cita mostri sacri come Blur e Queen, ma il loro testo non è esattamente come quelli vergati da Damon Albarn e Freddie Mercury. A giudicare da «Parliamo da soli in una notte di prigione/Con gli occhi spalancati e le labbra di silicone» fino a rime baciate agghiaccianti come «Stamattina io mi lavo i denti col gin/Metto i soliti jeans», passando per «Parliamo d’amore in mezzo a una rivoluzione/Ti pettini i capelli con una calibro 9», dubitiamo seriamente che Governo punk possa vincere il Premio Sergio Bardotti come miglior testo del festival.

Clara - Diamanti grezzi

Star di Mare Fuori e vincitrice di Sanremo Giovani, Clara porta al Teatro Ariston un brano urban su un rapporto tormentato in stile Las Vegas, nel quale «perdiamo tutto, l'amore è una sala slot». Al sindaco di Bologna Matteo Lepore non piacerà la parte «Fare a meno di parole che quando si schiantano lasciano il segno/Corrono sopra i 300/In mezzo alle strade del centro»: probabile maxi-multa e ritiro della patente per Clara, che verrà interdetta per anni dalla città felsinea.

Dargen D'Amico - Onda alta

l cantautorap Dargen D'Amico, dopo aver fatto ballare il Teatro Ariston nel 2022 con l'irresistibile Dove si balla, promette di farci scatenare ancora una volta con Onda alta che, rispetto all'altro brano, ha un testo ancora più esplicito sul tema dell'immigrazione: «Hey bambino/Bel casino/Su un palloncino/Per riempire un frigo/Navigando navigando verso Malta/Senza aver nuotato mai nell’acqua alta».

Diodato - Ti muovi

Non sappiamo se Diodato ripeterà il trionfo di Fai rumore a Sanremo 2020, ma di certo ha già un grosso merito: la sua Ti muovi è l'unica canzone in gara con un solo autore sia per il testo che per la musica. Una ballad in crescendo, ricca di sentimento, su una storia che sembra ormai giunta al capolinea: «Davvero è questo quel che vuoi/Un sorso di veleno e poi/Un altro gioco di parole/Un’altra dose di dolore/Ma ormai sei già nella tempesta».

Emma - Apnea

Emma conosce bene il palco di Sanremo (dove ha vinto nel 2012 con Non è l'inferno), dove può valorizzare al massimo la sua voce potente e la sua interpretazione appassionata. Apnea ha interessanti suoni elettronici, anche se il testo, su un rapporto d'amore in bilico, non è esattamente da Premio Bardotti: «Se avessi un telecomando/Non ti cambierei mai/Io non so dove sto andando/Dimmi tu dove vai».

Fiorella Mannoia - Mariposa

Fiorella Mannoia, al suo sesto festival della canzone italiana, porta un folk latineggiante su un personaggio femminile, Mariposa, dai contorni quasi mitologici, forse più adatto al Premio Tenco che a una competizione popular come Sanremo. Dopo versi ermetici come «Sono la moda, l’amore e il vanto/Sono una madonna e il pianto/Sono stupore e meraviglia/Sono negazione e orgasmo», probabilmente la parte più chiara del testo è il ritornello «Ahia ia ia ia ia iai/Ahia ia ia ia ia iai»

Fred De Palma - Il cielo non ci vuole

Fred De Palma, indiscusso campione del reggaeton in italiano, nella tiratissima Il cielo non ci vuole cita perfino Fabrizio De André, mentre il resto del testo è un po' troppo caricato e sopra le righe: «Sarà fantastico/Morire ancora per te/Ma tu promettimi che/Staremo bene anche all’inferno/Il cielo non ci vuole/Pieni di rimpianti fino all’overdose». Anche meno,Fred.

Gazzelle - Tutto qui
Gazzelle presenta al Teatro Ariston una ballad anni Novanta a-la 883, ma lo sfondo non è la Pavia descritta così bene da Max Pezzali, ma Roma Nord, la zona più chic della Capitale: «Scappare per un po’ da Roma Nord (da Roma Nord)/ Perché perché perché perché ogni tanto è giusto stare anche così/Con il terrore sai di perdersi». Hai visto mai che poi ti ritrovi bloccato nel traffico sulla Tuscolana o sull'Anagnina (n.d.r. Roma Sud).

Geolier - I p' me, tu p' te

I p' me, tu p' te è un brano tra rap ed elettronica su un amore finito. Del testo di Geolier, difficilmente intellegibile senza sottotitoli al di fuori della Campania, abbiamo capito solo la frase «E tutto quello che ho perso, non posso fare nient'altro».

Ghali - Casa mia

L'inizio della canzone di Ghali, il rapper di seconda generazione più amato dalla nostra gauche, è davvero folgorante: «Il prato è verde, più verde, più verde/Sempre più verde (sempre più verde)/Il cielo è blu, blu, blu/Molto più blu (ancora più blu)». Mancava solo «il sole è giallo, giallo, giallo/Molto più giallo» e il Premio Bardotti non lo avrebbe tolto nessuno a Casa Mia (nemmeno i Bnkr44 ed Emma)

Il Tre - Fragili

Va bene cantare dei "mostri" che vivono in ognuno di noi, ma la sequenza di immagini drammatico-apocalittiche è micidiale oltre che un po' stucchevole: "Cielo nero, lacrime di vetro, demoni, le fiamme bruciano nell'inferno, ricordi che sono vipere, sento la tempesta sotto le palpebre". Aiuto

Il Volo - Capolavoro

Tanto amore e tanta retorica amorosa: "E questa vita con te è un capolavoro. Io che mi sentivo perso
come un fiore nel deserto... Prima di te non c’era niente di buono... Come se tu fossi l’unica luce a dare un senso". Un'incontenibile colata di miele.

Irama - Tu no

Mancanza, assenza, senso di vuoto. Tutto da copione compreso il verso più "drammatico": "Cado in fondo me lo merito, il fondo è così gelido". Avanti il prossimo....

La Sad - Autodistruttivo

Disagio generazionale in chiave pseudo punk. Nelle strofe, un'inarrestabile sfilata di stereotipi e clichè: "E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino... Nessuno resta per sempre tranne i tattoo sulla pelle... E sono stato sempre quello solo
Perché non sono mai stato come loro...". Allegria!

Loredana Bertè - Pazza

Ecco la differenza che c'è tra un testo che racconta la vita vera e una sequenza insensata di parole buttate lì tanto per riempire le strofe. La Bertè si concede una carezza parlando della sua esistenza e di come si sente oggi: "Io sono pazza di me, di me, e voglio gridarlo ancora. Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola... Sì perché mi sono odiata abbastanza". Una lezione di stile.

Mahmood - Tuta Gold

Storie di periferia raccontate con qualche buona intuizione: "Mi raccontavi storie di gente senza dire mai il nome nome, nome
Come l’amico tuo in prigione ma a stare nel quartiere serve fottuta personalità. Se partirai dimmi tua madre chi la consolerà". Potente e diretto, ma niente di epocale.

Maninni - Spettacolare

"Hai imparato a cadere con stile. Come fanno i campioni di muay thai. Hai ragione a non dire per sempre
Tanto per sempre non arriva mai" E via così, senza lasciare traccia in una sequenza di strofe che sono soprattutto calma piatta.

Mr. Rain - Due altalene

Lo etichettano tutti come rapper buono, quello che non si uniforma al linguaggio che celebra la vita da gang. Un'ottima idea, solo che la strada alternativa alle strofe cafone rischia di essere monotona alla stessa maniera: "Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme, anche se dura un secondo come le comete Griderò, griderò il tuo nome fino a perdere la voce". Anche no.

Negramaro - Ricominciamo tutto

Vent'anni di band e Sanremo come un nuovo inizio. Una canzone di speranza e perdono, potente e vibrante nella parte musicale e poetica quanto basta nel testo: "E sulla pelle, tra i capelli, sulla tua bocca, Eravamo una canzone di Battisti all’alba, anche senza “bionde trecce”. Comunque vada, la loro presenza al Festival è ossigeno.

Renga & Nek - Pazzo di te

Che cos'è l'amore: il tema non è esattamente una novità, ma ad abbellire il tutto ci sono poi la loro esperienza e le loro voci, quelle di gente che sul palco canta per davvero. "L’amore è un giudice. È un miserabile. Lo trovi in tasca ma non lo puoi spendere". Non passerà alla storia.

Ricchi e Poveri

Dopo dodici partecipazioni a Sanremo (la prima nel 1970) possono concedersi tutto e di più, anche un testo che inizia con una autocitazione ("Che confusione"). "Prendo già da bere, i tuoi gusti li conosco. Entra che ho lasciato il tuo nome all’ingresso.
Tanto in giro da sola non resto". Senza voto. Alla standing ovation provvederà la sala dell'Ariston.

Rose Villain - Click Boom!

Definizione di onomatopea: fenomeno che si produce quando i suoni di una parola descrivono o suggeriscono acusticamente l'oggetto o l'azione che significano. Come questi: "Ricordo ancora il Suono click boom boom boom Senti il mio cuore fa cosi boom boom boom Corro da te sopra la mia vroom vroom vroom". Mai più senza...

Sangiovanni - Finiscimi

Dopo E penso a te di Battisti che senso ha scrivere altre canzoni sulla fine di un amore? Battute a parte, Sangiovanni ci sa fare con le parole. E in questo brano per il Festival non mancano gli spunti interessanti: "Tu che non mi ami E io ancora che ti chiamo. Per dirti finiscimi... Niente male.

Santi Francesi - L'amore in bocca

Un testo per immagini che brilla in un mare di banalità e luoghi comuni che popolano la maggior parte dei brani in gara: "Ti rivedrò in un quadro In un ricordo vago. In un porto sicuro. In un mare stanco. Mi hai lasciato con l’amore in bocca. Senza farlo apposta...".

The Kolors - Un ragazzo una ragazza

Scene da un innamoramento. Niente di eccezionale, ma le strofe si combinano alla perfezione con il groove che pervade il pezzo: "Lo sai che quando pensi di star bene poi ci rimani sotto E lo sai, l’amore non si può cantare in una strofa da otto". Va bene così.

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