Cinque album jazz da ascoltare a novembre
Da Miles Davis in concerto in Francia nel 1963, al sax di Boney James, alla contaminazione tra jazz e metal della Samuel Bonn Heavy Band
1) Miles in France – Miles Davis Quintet 1963/64: The Bootleg Series, Vol. 8
Il boxset contiene e tutta la musica eseguita da Davis al Festival Mondial Du Jazz di Antibes del 1963 e al Festival Jazz di Parigi del 1964 (1 ottobre). Le registrazioni del 1963 vedono la partecipazione di George Coleman, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams, mentre quelle del 1964 vedono l'arrivo di Wayne Shorter al sassofono tenore come ultimo membro del Secondo Grande Quintetto. Quattro ore di grande musica disponibili in doppia versione: sei cd o otto vinili.
2) Keith Jarrett - Gary Peacock - Paul Motian - The Old Country
Aveva solo 16 anni Keith Jarrett quando si esibiva Deer Head Inn, un hotel old style del 1840 nei pressi di un parco nazionale del Delaware. Questo album immortala il ritorno al Deer Head Inn, nel 1992 con un repertorio che spazia da Broadway al jazz in compagnia del bassista Gary Peacock, e del batterista batterista Paul Motian.
3) Boney James - Slow Burn
Slow Burn, oltre a confermare il talento e la creatività del sassofonista e produttore americano, include una lista impressionante di collaboratori ospiti, a cominciare da Marcus Miller, presente in Arcadia e Butterfly, un remake del classico di Herbie Hancock, e da Bennie Maupin, insieme al tastierista jazz/gospel di fama internazionale Cory Henry. Nel singolo All I Want Is You brilla l'emergente vocalist r&b October London.
4) Elisabetta Antonini - Alessandro Contini - (R)EVOLUTION
Un album da scoprireispirato a figure come Fela Kuti, Pina Bausch, Sebastiao Salgado, Charles Bukowski e Dino Buzzati. Tra jazz, improvvisazione ed elettronica, con la partecipazione di Nils Petter Molvaer, Michele Rabbia e Alessandro Gwis. Tra i brani, interpretati dai due artisti svetta la suite dedicata a Pina Bausch. Un'eccellente fusione di generi e stili. In concerto al Teatro Studio Borgna il 13 novembre nell'ambito del Roma Jazz Festival.
5) Samuel Bonn Heavy Band - Distorted Jazz-Guitar Concerto
La forma è quella del concerto classico in tre movimenti, la formula sonora è invece quella della contaminazione totale ma con con un focus molto preciso: creare un ponte tra due mondi musicali lontani: il jazz e l'heavy metal, con qualche citazione di fusion, progressive rock e classica. Operazione riuscita anche per l'intensa atmosfera live che emana dalle tre tracce registrate durante la performance alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Samuel Bonn (Samuele Boni) è un chitarrista e compositore classe 1994, fondatore della progressive metal band Landscape of Zeroes, componente della formazione grindcore/jazz The Real Boob, chitarrista del Ginga Duo (musica brasiliana).