prima Scala
(Ansa)
Musica

Alla Scala, una prima "d'eccezione" in un tempo eccezionale

In attesa non passiva che ogni bellezza del mondo anteCovid, costretta a sopirsi dal virus, si svegli sicura nel mondo del dopo

Una "prima" d'eccezione, ha detto il Sovrintendente, in un tempo eccezionale. Ma anche la prima volta, ripeto io, di una via espressiva che nessuno pretende definitiva e che però non cesserà con la pandemia. Perché se nasce in un tempo di tragedia ed evoca in moltissimi la forza di rinascita, l'emozione dell'assistervi, e suscita speranza, come il buon seme nel terreno fertile, comincia dal primo tocco a vivere d'un respiro suo nell'immaginazione di ciascuno e diventa così valore universale.

La Scala anche stavolta, come già nella sua storia, ha gettato lo sguardo e la sua luce di là dal buio; e l'ha fatto non con un'opera messa propriamente in scena, seppure senza pubblico, ma scorgendo una via espressiva nuova, appunto. Perché oggi, piaccia o no, nulla è come prima e nulla sarà più come noi lo conosciamo. E "...a riveder le stelle", una via espressiva nuova è stato nell'insieme. In attesa non passiva, scandita da tutto un ribollire di ideali e idee, che ogni bellezza del mondo anteCovid, costretta a sopirsi dal virus, si svegli sicura nel mondo del dopo.

È per questo, anzi, fosse anche solo per questo, che lo sforzo di non abbracciarli tutti stretti stretti, i protagonisti e chi ha svolto il suo compito in ogni ruolo ieri sera, è stato grande. Poi vengano pure bene, qua e là, i sopraccigli alzati, giusta occasione di riflessione, studio e crescita, che ogni critica di valore suggerisce. Ma nulla questi tolgono, però, al valore generale di quel che di profondo già da adesso muove, ovunque, ciò che l'altra sera, a Milano, è stato.

Grazie a Dominique Meyer, a Riccardo Chailly e a Davide Livermore, a Michele Gamba, Manuel Legris e Bruno Casoni, ai cantanti e ai ballerini solisti, all'orchestra e al coro e al balletto, agli attori e scrittori coinvolti, alle maestranze e ai tecnici di scena, costumi, scenografia digitale e luci, ai collaboratori alla sceneggiatura, alle maschere, ai soci fondatori, agli sponsor e alle case di moda che pur in un anno tanto tragico hanno confermato presenza e supporto, alla direzione generale, agli addetti della sovrintendenza, dell'amministrazione e dell'ufficio stampa. Grazie alla RAI e ai canali internazionali di diffusione. Ultimi, ma non ultimi, grazie ai colleghi consiglieri e al presidente del consiglio di amministrazione. E, infine, grazie a Milano, alla Lombardia, all'Italia, alla nostra Storia.

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Nazzareno Carusi