Prince, 5 anni senza il genio che non riposava mai
L'artista di Minneapolis, che in carriera ha pubblicato 38 album in studio, ha ancora centinaia di brani inediti nel suo archivio curato oggi dalla sorella Tyka. Il 30 luglio verrà pubblicato l'album postumo Welcome 2 America
Sono passati cinque anni da quel maledetto 21 aprile del 2016, giorno in cui Prince fu trovato, a soli 57 anni, privo di vita nella sua casa compound di Minneapolis, gettando nello sconforto milioni di fan in tutto il mondo. L'autopsia stabilì che la sua morte fu causata da un'overdose accidentale di fentanyl, un oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell'eroina, causata da pillole contraffatte di Percocet. Una morte che non ha un responsabile e che resterà impunita, dopo che Mark Metz, procuratore della contea di Carver, in Minnesota, ha chiuso le indagini poiché non ci sono prove per determinare chi procurò all'artista gli antidolorifici oppiacei contraffatti. L'incontro tra la sensualità del funky, il calore del soul e l'irruenza del rock, oltre a un' impareggiabile genialità compositiva e a una straordinaria tecnica come polistrumentista, sono alcuni dei segreti dell'inconfondibile sound di Prince.
La sua musica è stata un costante work in progress, in continua evoluzione e sempre aperto a nuove influenze, che ha permesso al genio di Minneapolis di rinnovarsi costantemente nel tempo, senza mai snaturare il suo inconfondibile stile. I temi ricorrenti della sua monumentale produzione discografica, che consta di ben 38 album in studio (di cui numerosi doppi e tripli) sono il sesso in tutte le sue sfumature, l'amore romantico, una spiritualità difficilmente catalogabile nei rigidi schemi di una confessione religiosa e i mali oscuri della società. Mentre gli anni Ottanta erano dominati da artisti rassicuranti e vagamente dandy, Prince sembrava un inquietante mix dei suoi eroi del passato: si vestiva come Jimi Hendrix, aveva i baffi di Little Richard e ballava come James Brown, ma al ritmo della amata drum machine Linn, collegando idealmente la tradizione del funk e del rock con il suono del futuro.
La sua attività era a dir poco febbrile. A volte lavorava anche tre giorni di seguito senza dormire, dividendosi tra tre band, i Revolution, i Time e le Vanity 6. Prince usava la sua musica e la sua immagine per superare le barriere tra razze, generi e stili musicali (i suoi idoli sono Joni Mitchell, Carole King, Fleetwood Mac, Eric Clapton, Rolling Stones e Jimi Hendrix), cambiava con naturalezza registro vocale da maschile a femminile, i sui abiti eccentrici erano creati su misura per lui, i suoi show erano esperienze multisensoriali, quasi dei riti dionisiaci. Nel giro di pochi anni il cantautore ha pubblicato tre capolavori, 1999, Purple Rain e Sign o' the times, forse il suo album più completo, tanto è creativo, visionario, avanguardistico e radicale. Un viaggio all'interno dei segni del tempo psichedelico e futuribile, catartico e imprevedibile, in cui si alternano l'apocalittica title track, la straordinaria If I was your girlfriend, il funk torrenziale di Housequake, le deliziosamente vintage Slow Love e la malinconia di I could never take the place of your man. Gli anni Novanta sono stati per lui un decennio burrascoso, funestato da una lunga controversia con la Warner Bros. La major non voleva assecondarlo nella sua iperproduttività, con un album pubblicato all'anno, così Prince, per protesta, si fece chiamare «Symbol», un simbolo grafico indicante l'unione tra il maschile e il femminile, o «Tafkap», acronimo inglese per «The artist known as Prince» («L'artista precedentemente conosciuto come Prince»). L'artista si esibì nei concerti con la scritta «slave»(«schiavo») disegnata sulla guancia, per sottolineare la sua insofferenze alle regole di marketing dell'industria discografica.
Tra i suoi "capricci" più famosi ricordiamo, nel 1997, quello di vendere solo on-line il triplo album Crystal Ball e, ancora più clamoroso, quello del 2007, quando Planet Earth fu pubblicato solo come allegato gratuito di una rivista inglese, un'iniziativa che fece scendere sul piede di guerra i mediastore della Gran Bretagna. «Perché non posso pubblicare un album al mese?», disse allora il cantante all'etichetta con tono di sfida. «Perché non posso farlo tre volte l'anno? State incasinando la mia musica. Ho un sacco di roba chiusa nel cassetto e non volete pubblicarla. Ci sono dischi già registrati, pubblicateli». Prince, che dal 2000 si è riappropriato del suo nome, ha continuato a produrre musica di qualità, come confermano anche gli ultimi due album realizzati in vita, HITnRUN Phase One e HITnRUN Phase Two. Prince Roger Nelson ha continuato fino all'ultimo giorno della sua vita a dialogare con il suo pubblico nel modo più semplice e diretto possibile: con i suoi dischi e con i suoi concerti, vere e proprie esperienze multisensoriali, quasi dei riti collettivi officiati da questo piccolo, grande sciamano del funk elettrificato.
Nella sua immensa casa-studio registrazione di Paisley Park, Prince ha continuato a incidere brani originali, del tutto indifferente alle strategie di marketing e quasi guidato da una forza sovrannaturale, come se il bruciante demone della creatività non lo lasciasse mai riposare in pace. Una fertilità artistica che ci assicurerà ancora per molti anni a venire la possibilità di ascoltare nuova musica, visto che nei suoi archivi giacciono centinaia di brani inediti. Il compito di custodire e valorizzare questo immenso patrimonio di creatività è stato affidato alla sorella minore Tyka Nelson che, da artista a sua volta (ha pubblicato quattro album in carriera), conosce perfettamente i meccanismi del music biz. Negli ultimi quattro anni Tyka, affiancata da alcune persone di fiducia, ha ascoltato con attenzione decine e decine di canzoni registrate su nastro, cercando di scoprire e valorizzare quelle più interessanti, in ottica di una futura pubblicazione. Il 21 settembre 2018 è uscito l'album Piano and a Microphone 1983, il primo pubblicato dalla fondazione The Prince Estate con materiale proveniente dal suo archivio, the Vault. Un anno dopo è stata la volta di Originals, una compilation con 15 canzoni scritte originariamente da Prince per altri artisti, da Sheila E. ai The Time, dalle Bangles a Kenny Rogers.
Il 30 luglio vedrà finalmente la luce, grazie alla partnership tra Prince Estate e Sony Music Entertainment, l'enigmatico album Welcome 2 America, realizzato nel 2010. La Deluxe Edition includerà i 12 brani in studio della versione standard più il Live Concert inedito in formato Blu-Ray con la New Power Generation, 21 Nite Stand, tenuto a Los Angeles il 28 aprile 2011. Welcome 2 America, anticipato dalla title track, è una potente dichiarazione creativa che documenta le preoccupazioni, le speranze e le visioni di Prince rispetto a una società in costante cambiamento, nella quale vita online e offline sono sempre più confuse e intrecciate, prefigurando, oltre dieci anni fa, un'era di divisione politica, di conflitti razziali e disinformazione.
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