Rino Gaetano è morto da 40 anni, ma la sua musica è viva
Il 2 giugno del 1981 il geniale cantautore perse la vita in un incidente stradale. Tra le iniziative per celebrarlo, un'arena a lui dedicata, un libro e una raccolta della Sony
Il 2 giugno del 1981 Rino Gaetano, uno dei nostri cantautori più geniali e innovativi, perse la vita a Roma in un incidente stradale, poco distante da casa sua, nel quartiere di Montesacro. L'artista perse il controllo della sua auto, una Volvo 342, finendo contromano a via Nomentana, all'altezza del civico 355. Ci fu un impatto violentissimo con un camion che procedeva in senso contrario, ma il cantante non morì sul colpo. Dopo che tre ospedali rifiutarono il suo ricovero, morì per le gravi ferite riportate alla testa. Nel brano La ballata di Renzo, composto 11 anni prima, cantava: «Quando Renzo morì io ero al bar la strada era buia si andò al S.Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario si pregò tutti i Santi ma s'andò al S.Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero. Quando Renzo morì io ero al bar era ormai l'alba e andarono al Policlinico ma lo si mandò via perché mancava il vicecapo c'era in alto il sole, si disse che Renzo era morto ma neanche al Verano c'era posto». Una somiglianza inquietante con quello che sarebbe accaduto davvero allo stesso Gaetano, arrivato al Policlinico Umberto I già in coma e in condizioni disperate. Dopo alcune ore di agonia, senza ricevere nessuna cura, il cantautore morirà verso le sei del mattino: non aveva ancora compiuto 31 anni. Gli verrà perfino rifiutata la sepoltura al cimitero di Verano, dove riposano vari personaggi del mondo della cultura, e soltanto in seguito, dopo le pressioni di numerose persone, si provvederà a trasferirlo lì.
Alcuni anni fa il Comune di Roma ha dedicato al cantante una targa commemorativa sul palazzo di Via Nomentana Nuova 53, dove Rino ha abitato dal 1970 fino alla sua scomparsa. Il cantautore calabrese era accessibile e oscuro al tempo stesso, le sue canzoni venivano ballate in discoteca e facevano da colonna sonora alle manifestazioni politiche. Ha raccontato con verità e poesia un Paese in profonda evoluzione, dipingendo in modo impressionista una società alla deriva, incapace di difendere e confortare i più deboli e gli emarginati. Il produttore Vincenzo Micocci fu il primo a notare il talento di Rino Gaetano, pubblicando i suoi primi due singoli I love you Maryanna e Jaqueline, incisi con lo pseudonimo di Kammamuri's, e il primo album Ingresso libero del 1974. Il fantasioso universo di Rino era affollato di santi vestiti d'amianto che salgono sul rogo, di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi, di cieli blu e di notti stellate, di amabili prostitute e di detestabili politici di ogni schieramento. Una canzone esemplare della sua attitudine allo sberleffo intelligente è Nuntereggae più nella quale, a ritmo di reggae, si fa beffe di Gianni Agnelli, Enrico Berlinguer, le logge massoniche, il decano del giornalismo sportivo Gianni Brera e lo scandalo della spiaggia di Capocotta.
Come non ricordare, poi, la sua fortunata partecipazione al Festival di Sanremo, dove nel 1978 si classificò terzo con la scanzonata Gianna, esibendosi in frac, camicia a righe rosse e scarpe da ginnastica? Gaetano era anche un artista di grande sensibilità, come dimostrano le gemme Mio fratello è figlio unico, una struggente ballad in bilico tra affetti familiari e denuncia sociale, l'inno generazionale Il cielo è sempre più blu e l'emozionante canzone d'amore Sfiorivano le viole. «Rino Gaetano è un grande dono nella storia del cantautorato italiano e della vita culturale del nostro Paese» , dichiara Michelangelo Iossa, autore del libro Rino Gaetano. Sotto un cielo sempre più blu (Hoepli Editore), con prefazione di Sergio Cammariere e testimonianza di Renzo Arbore. «In pochi anni di attività e in un manipolo di album, di 45 giri, di apparizioni televisive e di interviste ha rivelato tutta la sua singolare forza espressiva, dimostrando di essere – semplicemente – un cantautore del futuro». Il segreto della longevità di Rino Gaetano è da rinvenire nella capacità di mescolare un'impareggiabile attitudine all'ironia e allo sberleffo con una graffiante satira politica e sociale. In un paese come il nostro, da sempre diviso tra Guelfi e Ghibellini, la sua musica ha messo d'accordo sia destra che sinistra proprio perché non ha risparmiato nessuna delle due parti, tanto meno il centro. Per questo non è mai stato catalogabile, a differenza di altri suoi colleghi degli anni Settanta, in uno schieramento politico. «Rino Gaetano è unico, non replicabile, inimitabile e fuori dal tempo e dalle mode», sottolinea Iossa, che ha intervistato per il suo libro decine di persone che hanno lavorato con Rino o che ne hanno condiviso parte del cammino artistico. «Lo amano i concorrenti dei talent-show e i rapper, i giornalisti e gli adolescenti; sono rapiti dalle sue canzoni i trapper e gli operai, le radio e la televisione, i poeti popolari e i musicisti di jazz, di funky e di rock'n'roll».
Anche questo 2 giugno, come lo scorso, per evitare assembramenti e non ridurre l'evento a un numero limitato di persone, il consueto concerto in memoria di Rino non si terrà nella storica cornice di Piazza Sempione, cuore pulsante del quartiere Montesacro, ma in live streaming sulla pagina Facebook della Rino Gaetano Band, capitanata da Alessandro Gaetano, nipote del cantautore, a partire dalle 18.30. L'anno prossimo, sperando che l'incubo pandemia sarà finalmente superato, il concerto celebrativo del 2 giugno si dovrebbe tenere nella nuova grande area del parco delle Valli, in via di ultimazione, che sarà intitolata proprio a Rino Gaetano. Tre ettari, ricavati dall'ex cantiere della metro Conca d'Oro, verranno utilizzati per gli eventi pubblici e i concerti, con una capienza stimata di 12.000 spettatori. «Come Municipio vogliamo intestare a Rino l'area riqualificata e destinata ai concerti» - sottolinea Giovanni Caudo, presidente del III municipio di Roma Capitale- «che amplia di altri tre ettari il parco delle Valli. Proporremo questa denominazione a Roma Capitale». Sony Music celebra i 40 anni dalla prematura scomparsa dell'artista crotonese con la collezione Istantanee e tabù, realizzata in collaborazione con Anna ed Alessandro Gaetano, che verrà pubblicata il 25 giugno nei formati quadruplo LP nero 180 gr in edizione limitata numerata (con 40 brani), doppio LP in pasta colorata (con 20 brani) e doppio CD (con 37 brani), tutti arricchiti da un libretto curato da Paolo Maiorino.
La copertina è stata realizzata da Nazario Graziano. La tracklist, diversa per ogni versione, ricostruisce un percorso musicale ponderato delle canzoni più rappresentative estratte dai sei album in studio pubblicati da Rino Gaetano nella sua breve carriera, ma anche dal Q-Disc con Riccardo Cocciante e Perigeo, proprio per fornire una visione musicale quanto più completa possibile di questo grande artista. La collezione è impreziosita da materiale tratto da nastri emersi nel tempo, un vero "tesoro nascosto": l'inedito Io con lei, oltre a demo mai pubblicati prima e versioni originali di sue canzoni, che qui differiscono per testo o arrangiamento. Sono piccole istantanee di grande bellezza, catturate come delle polaroid, che rendono giustizia a un talento non abbastanza considerato in vita e del quale solo più recentemente è stato riconosciuto il grande valore artistico e poetico. Lo stesso Rino, nel celebre concerto sulla spiaggia di Capocotta del 1979, fece una profezia che si è rivelata esatta, a giudicare da come le sue canzoni siano entrate profondamente nell'immaginario collettivo: «C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio: io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale».