Che cosa ha fatto Robert Plant dopo i Led Zeppelin? Solo dischi bellissimi
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Che cosa ha fatto Robert Plant dopo i Led Zeppelin? Solo dischi bellissimi

Viaggio nella discografia post Zeppelin di un artista che non è rimasto imprigionato per sempre nel mito della sua ex band. E che ha saputo rinnovarsi come pochi altri. Lo dicono i suoi album solisti...

A Robert Plant non piace vivere di nostalgia e nemmeno replicare se stesso e la storia degli Zeppelin, Da sempre restio all'ipotesi di un reunion tour, Plant si è concesso per un unico evento nel dicembre del 2007 alla 02 Arena di Londra (immortalato nell'album Clebration Day). La reunion precedente al Live del 1985 con Phil Collins alla batteria è rimasta nella storia come un episodio da dimenticare.

Ma Zeppelin a parte, Plant dal 1982 ad oggi ha mostrato la sua vitalità artistica in una serie di album che sono la prova di come si possa avere una carriera brillante anche senza replicare all'infinito le canzoni della band che ti ha portato al successo. Succede quando un gigante della musica sceglie di uscire dal rituale del passato e di diventare altro.

Basta ascoltare Mighty Rearranger del 2005, inciso con i validissimi Strange Sensation, per comprendere come il suono e la creatività di Plant viaggino liberi tra suggestioni del Delta, rockabilly hard rock, folk e musica tuareg. Un album di altissimo livello uscito dopo Dreamland, essenzialmente una raccolta di cover suonate e riarrangiate splendidamente con un taglio blues rock e psichedelico. Tra le perle, Hey Joe di Jimi Hendrix, One more cup of coffee di Bob Dylan e Song to the Siren di Tim Buckley.

L'avventura solista di Plant era iniziata nel 1982 con Pictures At Eleven, un disco piuttosto patinato nella scelta sonora, lontanissimo dallo stile Led Zeppelin. Da segnalare il potente blues rock di Worse than Detroit e l'iniziale Burning down one side.

Ancora meglio il successivo The principle of moments, con due pezzi bellissimi che si muovono su sentieri lontani da quelli dell'hard rock classico: In the Mood e Big Log. Now and Zen, uscito nel 1988 vede la ricomparsa dei riff alla Zeppelin (c'è anche Jimmy Page in Tall Cool One). Più chitarre più tastiere, più canzoni radio friendly e una ballad superlativa Ship Of Fools che dal vivo, in versione completamente destrutturata, diventa un capolavoro. Nella stessa scia di Now And Zen si muove il successore, Manic Nirvana, anche se a un livello inferiore. Fate Of Nations in termini sonori è un album più old school, grandi arpeggi di chitarra, brani di atmosfera e un paio di gemme, come il singolo 29 Palms e il remake di If I were a carpenter, composta nel 1967 daTim Hardin, presente sul palco di Woodstock nell'agosto del '69.

Anche il ritorno con Jimmy Page nello splendido No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded,non è nel segno della nostalgia. World music, arrangiamenti orchestrali, sprazzi di blues e folk accompagnano il disco che rilegge con grande originalità alcuni classici dei Led Zeppelin come Kashmir, No Quarter e Nobody's fault but mine. Intense anche le nuove canzoni, quattro delle quali registrare in Marocco. Un disco piacevolissimo che richiama il passato senza celebrarlo in maniera stantia e che mostra ancora una volta tutta la versatilità dei due. Decisamente più rock il successivo Walking Into Clarksdale, prodotto da Steve Albini (In Utero dei Nirvana). Ottime Shining in the light e When the world was young.

Con Alison Krauss la superstar americana del country Plant ha inciso due album: Raising Sand premiato con il Grammy Award nel 2009 e Raise the roof uscito nel 2021.

Lullaby... and The Ceaseless Roar è un altro passi avanti verso il concept di musica globale, un viaggio, insieme ai Sensational Space Shifters, in cui perdersi tra folk, rock, trip hop, bluegrass e psichedelia. Contano le canzoni, ma soprattutto l'atmosfera e le variazioni di stile che le pervadono,. Qualcosa che può permettersi solo che sa "giocare" con la musica senza barriere o pregiudizi. Del 2017 è l'intensissimo Carry Fire, che si addentra virtuosamente nei meandri del folk di tutte le derivazioni. Un album da riascoltare molte volte, reso ancora più speciale dalla partecipazione di Chrissie Hynde dei Pretenders in Bluebirds over the Mountain, il classico del cantante rockabilly americano Ersel Hickey.

Robert Plant suonerà in Italia con il progetto Saving Grace il 26 agosto a Lignano Sabbiadoro, il 28 a Macerata, il 30 a Taormina, il 3 settembre a Roma, il 5 a Milano e il 6 a Vicenza.


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Gianni Poglio