Roger Waters, Us +Them: le visioni di Mr. Pink Floyd in tre vinili cult
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Roger Waters, Us +Them: le visioni di Mr. Pink Floyd in tre vinili cult

Il monumentale live di Roger Waters è un geniale omaggio alla storia della band di cui ha fatto parte fino 1981

Che nel tour da cui sono tratte le canzoni di questo triplo live (abbiamo ascoltato la versione a 33 giri) Roger Waters si fosse superato era chiaro a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di assistere allo show. Uno spettacolo di altissimo livello dove i brani sono un tutt'uno con il messaggio che veicolano. Più di due ore di musica straordinaria accompagnata da un apparato scenografico strabiliante, forse la miglior scenografia mai allestita per una performance live.

Ovvio che a far parte del leone sia il repertorio dei Pink Floyd, un repertorio che regala emozioni in tutte le declinazioni: quando lo propone Dave Gilmour nei suoi tour solisti o ancora il batterista Nick Mason, accompagnato da una band con cui rilegge la prima parte della discografia della band, e a maggior ragione quando tocca a Waters, il principale autore del gruppo.

Us+Them non sfugge alla regola e pesca da tutte le stagioni dei Floyd e anche dall'ultimo brillante disco solista di Waters, Is this the life you really want?.

Il risultato è come sempre notevole: Waters e la sua ottima band si mettono alla prova vincendo la sfida con i brani tratti da The Dark side of the moon, da Animals (Dogs e Pigs), da The Wall, da Wish you were here (oltre alla title track c'è Welcome To The Machine), e da Meddle anche se limitatamente all'immortale One Of These Days. Non ci sono molte parole da aggiungere se non per suggerirvi di prendere del tempo e dedicarlo a questo monumentale live che regala soddisfazioni e buone vibrazioni in abbondanza.

In questi brani c'è tanta bellezza, ma anche la storia della musica o almeno di un'era della musica dove le canzoni erano un mondo complesso, dal punto di vista musicale e concettuale, e andavano interpretate su più piani. Per come suonavano, per quello che dicevano e per come lo dicevano...

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Gianni Poglio