Sanremo 2022: chi sono i vincitori Mahmood e Blanco
Il giovanissimo Blanco, classe 2003, ha dimostrato in un solo anno di carriera di essere un predestinato. Mahmood ha stabilito il record di tre festival di Sanremo vinti su quattro partecipazioni (due tra i Big e una tra i Giovani)
Una canzone pop riuscita è un piccolo miracolo di armonia, melodia, ritmo, arrangiamento e testo, in grado di unire per tre minuti milioni di persone diversissime tra loro attraverso il comune linguaggio delle emozioni. Non c'era alcun dubbio, fin dal primo ascolto del brano insieme all'orchestra di Sanremo, che Brividi di Mahmood & Blanco fosse una canzone riuscitissima, destinata probabilmente a restare nel tempo, che tra qualche anno ci ricorderà questo strano periodo della nostra vita, tra pandemia, Green Pass, gel disinfettanti e mascherine. Brividi è il brano più ascoltato di sempre in un giorno su Spotify Italia con 3.384.192 stream in sole 24 ore dall’uscita, un nuovo record che si aggiunge al più alto debutto di sempre per una canzone italiana in posizione #5 nella classifica global della piattaforma, oltre alle #1 posizioni nelle classifiche di tutte le piattaforme digitali e l’esordio al primo posto nella classifica FIMI/GfK dei singoli più venduti in Italia.
Messo da parte temporaneamente l'urban pop di cui sono due dei principali esponenti italiani, Mahmood e Blanco hanno dato vita a un'intensa ballad contemporanea (scritta da loro due insieme al produttore Michelangelo) con pianoforte e archi, che esalta l’arrangiamento orchestrale, su un amore tormentato. Le voci e i punti di vista dei due artisti, nonostante i 10 anni di differenza, si intrecciano in perfetta armonia per raccontare come la paura di essere inadeguati, quando si parla d’amore, appartenga in realtà a tutte le generazioni. I due artisti descrivono l’amore da due diversi punti di osservazione, che si completano: da una parte, una visione più disillusa, cantata con maggiore consapevolezza e maturità da Mahmood, che usa perfettamente il falsetto e i suoi caratteristici fraseggi; dall’altra l’impulsività e la genuinità di Blanco, convincente anche nell'appassionata parte rappata. Due diverse intensità, che riescono a raccontare il mondo dei sentimenti senza mai banalizzarlo (un risultato niente affatto facile). La visione romantica (“Ho sognato di volare con te / Su una bici di diamanti”) e quella più concreta e passionale (“tu, che sporchi il letto di vino / tu, che mi mordi la pelle”) dell’amore sono accomunate dalla volontà di vivere un sentimento puro e totalizzante, abbattendo barriere, in completa libertà. «In Brividi due ragazzi, appartenenti a due generazioni, amano con lo stesso trasporto e gli stessi timori - la paura di sbagliare e di sentirsi inadeguati, incapaci di riuscire a trasmettere ciò che si prova - e con la voglia di amare in totale libertà, dando tutto di sé», ha sottolineato Mahmood.
«Il brano racconta di uno stato d’animo che riesco ad esprimere solo cantando e urlando», ha dichiarato Blanco. «È un incrocio di vite: la mia, che trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti -soprattutto l’amore- ci rendono fragili e felici nello stesso momento». Blanco, all'anagrafe Riccardo Fabbriconi, classe 2003 ma la tranquillità del veterano sul palco, è uno delle voci italiane più interessanti, che sta gradualmente mostrando le diverse sfaccettature del suo progetto artistico. Il suo è uno stile urban pop difficilmente incasellabile in una definizione univoca, in cui le linee melodiche accattivanti, cantate con l'aggressività e l'emotività dell'adolescenza, convivono con una sensibilità autentica. Il giovane cantautore si è imposto al grande pubblico grazie alla collaborazione con Mace e Salmo per la hitLa Canzone Nostra, che ha dominato per sette settimane la classifica Fimi / GfK. Il suo album d’esordio, Blu Celeste, certificato doppio disco di platino con oltre 370 milioni di stream realizzati sulle piattaforme digitali e 160 milioni di views su YouTube, è stato uno dei debutti più sorprendenti degli ultimi dieci anni in Italia, imponendosi subito per il suo singolare mix di spregiudicatezza e romanticismo, che gli ha fatto collezionare in meno di un anno 27 dischi di platino e 7 dischi d’oro. Ieri sera, dopo la notizia della vittoria, Blanco è corso ad abbracciare in platea i suoi genitori, a cui è legatissimo (il padre gli ha trasmesso la passione per la Roma, la sua squadra del cuore) e a baciare sulle labbra la fidanzata Giulia Lisioli, solitamente molto riservata. Oltre che per il particolare timbro di voce, di Mahmood colpisce anche l’umiltà, merito dei tanti anni di gavetta in cui ha coltivato con tenacia il sogno di vivere di musica. Nel 2012 ha partecipato, senza troppa fortuna, alla sesta edizione del talent show X Factor nella categoria Under Uomini capitanata da Simona Ventura.
Non si perde d’animo e tre anni dopo, nel 2015, vince il concorso canoro Area Sanremo, guadagnando il diritto di partecipare, nella sezione Nuove Proposte, al Festival di Sanremo 2016, dove presenta il brano Dimentica, classificandosi al quarto posto. Nel 2017 pubblica il singolo Pesos, con il quale partecipa alla quinta edizione del Summer Festival, e nel frattempo collabora alla composizione di Nero Bali di Elodie con Michele Bravi e Gué Pequeno, Hola (I Say) di Marco Mengoni feat. Tom Walker e Luna di Fabri Fibra. Dopo aver vinto Sanremo Giovani, il cantante si è ripetuto poco dopo a sorpresa tra i Big con Soldi, un risultato clamoroso, che nessuno poteva immaginare alla vigilia. Soldi è un ipnotico brano urban a cavallo tra rap e pop, in cui Mahmood fa i conti con il suo difficile rapporto con il padre (che lo ha abbandonato quando aveva solo 6 anni), ha un sound moderno e un ritornello accattivante che si stampa subito in testa: “Io da te non ho voluto soldi/è difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio/lasci casa in un giorno/Tu dimmi se volevi soldi soldi soldi”. «Ho scritto Soldi perché avevo bisogno di fissare i ricordi di qualcosa che poteva andare meglio», ha rivelato Mahmood per spiegare che cosa lo avesse spinto a scrivere quel testo. Lo spunto di partenza è stata la frase in arabo “waladi habibi ta’aleena” (figlio mio, amore, vieni qua): le parole che usava il padre per farlo tornare a casa quando, da bambino, Alessandro giocava nel parco di Gratosoglio, nella periferia milanese. Probabilmente è proprio quella suggestiva mescolanza di italiano, arabo e sonorità urban mediorientali ad aver permesso a Mahmood di superare i muri di lingua e di generi musicali, mettendo d’accordo sia il pubblico italiano che quello europeo, come confermato dal secondo posto all'Eurovision Song Contest di Tel Aviv nel 2019. Grazie alla vittoria a Sanremo 2022, Mahmood ha stabilito il record di vincere tre Festival di Sanremo su quattro (due tra i Big e una tra i Giovani), diventando così il decimo artista in assoluto ad aver vinto due Sanremo tra i Big in 72 edizioni della kermesse canora. Niente male, per un cantautore di soli 29 anni che, fino a pochi anni fa, era praticamente uno sconosciuto che sognava di uscire dalla periferia di Milano per portare la sua musica in tutto il mondo. Un sogno che si è trasformato in realtà
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