Tears For Fears: The Tipping Point è un capolavoro inaspettato
Il settimo album del duo inglese, pubblicato a 18 anni di distanza da Everybody Loves a Happy Ending, è un classico istantaneo, che conferma e attualizza le qualità compositive dei Tears For Fears
I Tears For Fears, duo inglese formato da Roland Orzabal e Curt Smith, sono stati tra le band progressive/synthpop più apprezzate e influenti degli anni Ottanta, in grado di vendere 30 milioni di copie con gli album The Hurting, Songs from the Big Chair e Sowing the Seeds of Love. Gli anni Novanta, caratterizzati dall'esplosione del grunge e del gangsta rap, hanno segnato una flessione della loro parabola, acuendo le tensioni tra i due artisti, sempre più ai ferri corti, fino all'uscita di Curt Smith dalla band. Nel 2004 la coppia si è riunita a sorpresa per l'album Everybody Loves a Happy Ending, dimostrando che i due cantautori possedevano ancora una chimica imbattibile. Negli anni Duemila, le loro canzoni sono state rilanciate dai film Donnie Darko e Straight Outta Compton e campionate/coverizzate da Kanye West, Drake, The Weeknd e Lorde. A diciotto anni da Everybody Loves a Happy Ending, un periodo molto difficile per Orzabal (sua moglie è morta nel 2017, dopo cinque anni di calvario tra depressione, cirrosi epatica e demenza correlata all’alcol), esce oggi l'atteso The Tipping Point, che segna un nuovo inizio per la band, con un nuovo management e una nuova etichetta, la Concord Records.
Quando un duo di culto torna per pubblicare un nuovo lavoro, dopo tanti anni, c'è sempre la legittima preoccupazione di canzoni non all'altezza della loro gloriosa storia (pensiamo a Woman In Chains, Sowing In The Seeds of Love, Everybody Wants To Rule The World, Mad World e Shout). Invece, a sorpresa, The Tipping Point è un grande album, sicuramente il migliore uscito finora nel 2022, che conferma e attualizza le qualità compositive dei Tears For Fears, coadiuvati qui dai cantautori/produttori Sacha Skarbek, Florian Reutter e Charlton Pettus. Non facili brani pop, che strizzano l'occhio alle radio, ma canzoni intricate e oscure, dove emerge in alcuni punti la grandiosità new-wave, con sonorità che spaziano dal folk-rock al synth-pop, fino all'art-rock. Dieci canzoni nelle quali le chitarre acustiche e le fisarmoniche si fondono con naturalezza con i sintetizzatori e le drum machine, rendendo l'album un instant classic, che suona moderno e familiare al tempo stesso. Lo scorso ottobre i Tears For Fears hanno pubblicato come primo singolo la title track The Tipping Point, che tratteggia con maestria la sofferenza che nasce dal vedere una persona amata perdere una lunga battaglia contro la malattia.
Caratterizzata da energiche sonorità pop-rock e da un ritornello catchy e malinconico al tempo stesso, The Tipping Point conferma ancora una volta come le voci del duo si fondano alla perfezione. Nella sorprendente No Small Thing, scritta a quattro mani da Roland Orzabal e Curt Smith, la chitarra acustica introduce un’atmosfera folk da anni Sessanta e Settanta, che scivola a poco a poco in una sorta di caos controllato, in cui i Tears For Fears spingono la canzone fino ad un limite estremo, in un crescendo di pathos e di suoni sempre più tesi e dissonanti.
«All’inizio del 2020, Curt ed io ci siamo trovati con a disposizione solo un paio di chitarre acustiche, per la prima volta da decenni», ha raccontato Orzabal in una nota stampa. «Avevamo bisogno di confrontarci, di unire le nostre menti. Di metterci alla lavagna in cerca di spessore, di cuore e anima con cui portare a termine il nuovo album. Curt ha abbozzato questo semplice riff di chitarra, un po’ alla Bob Dylan, o Johnny Cash, e siamo partiti. Il risultato era esattamente l’opposto di quanto ci eravamo prefissi per anni, in cerca di un singolo nuovo, inedito, sfuggente. Ci siamo improvvisamente sentiti – come dire – più leggeri, liberi, non più soggetti alle pressioni del mercato, del successo… stavamo tratteggiando qualcosa che ci riportava alla nostra infanzia.
Ed è stato proprio in quel momento che l’album a cominciato a schiudersi».Break the Man, con i suoi accordi esplosivi e un ritornello memorabile, è una canzone dal groove serrato, in cui si invoca un nuovo e più giusto equilibrio fra donne e uomini: una sorta di Woman In Chains 4.0. Long, Long, Long Time è un esemplare brano pop-rock, che esalta i sintetizzatori, il pianoforte e la voce da usignolo di Carina Round, che ha sostituito l'ex collaboratrice Oleta Adams.Master Plan, che descrive dettagliatamente le difficoltà che Orzabal e Smith hanno incontrato con il precedente manager, è un ponte sonoro che unisce i Pixies ai Beatles più barocchi: «Hai bisogno di molta rabbia per sopravvivere in questi giorni... hai bisogno di molta fede per raggiungere il sole». My Demons (con i suoi sinistri suoni industriali e il suo testo distopico) e End of Night confermano l'intatta capacità del suo di comporre eccellenti brani synth-pop. Rivers of Mercy è una canzone magnifica, ricca di calore, serenità e spiritualità, per non parlare della straordinaria ballad sinfonica per pianoforte Please Be Happy, resa ancora più suggestiva dagli archi.
Gran finale con la delicata ed eterea Stay, una commovente riflessione sulle contraddizioni della vita, quando si desidera che i propri cari rimangano ancora a lungo con noi, senza, però, volere che soffrano ancora. In conclusione, Tipping Point è un album che dura 42 minuti, senza mai un momento di noia o di cedimento e senza inutili featuring con le "star" del momento, con dieci grandi canzoni, destinate a durare nel tempo, che confermano come i Tears For Fears abbiano ancora qualcosa di importante da dire e da dare al pop-rock più raffinato, nel loro modo unico, potente ed emozionante.
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