The Cure: tutto ciò che sappiamo sul nuovo album
Atteso da ben 16 anni, il disco di inediti Songs Of A Lost World della band inglese verrà pubblicato il 1° novembre e sarà anticipato giovedì dal primo singolo Alone
Sono davvero pochi i gruppi rock in grado di restare sulla cresta dell’onda per oltre quarant’anni senza perdere i fan della prima ora ma, anzi, acquisendone di nuovi presso la Generazione Z. Sono ancora meno le band che hanno avuto un’influenza decisiva in un determinato periodo storico, creando decine di gruppi epigoni. Si contano, infine, sulle dita di una mano le personalità che, in ambito musicale, riescono a diventare vere e proprie icone, tanto da ispirare la figura del protagonista del pluripremiato film This must be the place di Paolo Sorrentino. È il caso, quest’ultimo, di Robert Smith, chitarrista e indiscusso frontman dei Cure, una delle figure più carismatiche e influenti del rock anni Ottanta e Novanta. La sua musica non è certo consolatoria, né tanto meno spensierata, specie se paragonata alla frivolezza della musica pop di oggi, ma probabilmente il motivo di un successo così clamoroso e duraturo è da rinvenire nella schiettezza dei testi delle sue canzoni.
L’amore che finisce, le aspettative deluse e il desiderio di cose impossibili sono le tematiche più ricorrenti della poetica dei Cure, un gruppo che, forse con troppa superficialità, è stato ascritto negli angusti confini del dark. «Tutto quello che faccio -ha sottolineato Robert Smith- lo faccio al calare del buio, ma non sono strano, né triste». Anche l’immagine di star maledetta e crepuscolare del goth rock mal si addice all’uomo-Robert Smith, un tranquillo signore di sessantacinque anni che è sposato da trentasette anni con la stessa donna e che difende strenuamente la sua dimensione privata. Formatasi come band nel 1978, i The Cure hanno venduto oltre 30 milioni di dischi in tutto il mondo, sono stati headliner del Glastonbury Festival per quattro volte e sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2019. Dai primi successi ad oggi il solo Simon Gallup, straordinario bassista, è l’unico componente fisso della band, oltre al suo carismatico leader. Sono passati ben 16 anni dal loro precedente 4:13 Dream, ma, finalmente, l’attesa dei fan della band inglese è terminata. Il nuovo, attesissimo album di inediti si chiamerà Songs Of A Lost World e verrà pubblicato il 1° novembre. Qualche giorno fa le pagine social ufficiali dei The Cure hanno cambiato l'immagine del profilo, pubblicando un nuovo logo con uno sfondo completamente nero, in cui si legge il titolo del nuovo album e la data di uscita, scritta in numeri romani.
La band inglese ha esposto un poster con il titolo del nuovo lavoro proprio nel pub di Crawley, dove avevano suonato il loro primo concerto. I fan più curiosi possono accedere al sito web www.songsofalost.world, inserendo come credenziali la data di uscita dell'album in numeri romani: I. XI. MMXXIV. In questo modo si potrà accedere a una speciale community WhatsApp dei Cure, per arrivare preparati al giorno dell'attesissima uscita discografica di novembre. Nei giorni scorsi, inoltre, sono stati pubblicati in rete anche due brani, And Nothing Is Forever e I Can Never Say Goodbye, finora suonati solo live e che dovrebbero far parte della tracklist del nuovo disco. La band, infine, pubblicherà il nuovo singolo Alone giovedì 26 settembre su tutte le piattaforme digitali, come anticipazione dell’album Songs Of A Lost World. Eden Gallup, figlio del bassista Simon Gallup, aveva incuriosito i fan dei Cure postando i testi di un nuovo brano dei Cure, la già citata Alone: "This is the end of every song that we sing”(“Questa è la fine di ogni canzone che cantiamo”). In realtà Alone non sarà la fine, ma l’inizio di un nuovo capitolo dell’appassionante saga dei Cure, la band che più di tutte ha saputo alternare luci e ombre nelle sue canzoni.