Gli Smile fanno sorridere Roma con il loro alt rock spaziale
Il trio formato da Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner ha entusiasmato la Cavea dell'Auditorium con i brani dell'album A Light For Attraction e alcune sorprese
I Radiohead sono stati l'ultima grande band, dopo i Nirvana, ad aver indicato una nuova via al rock, meno muscolare e più intrisa di inquietudine, di elettronica e di chitarre liquide. Thom Yorke e Jonny Greenwood, i componenti più carismatici della band inglese, hanno dato vita all'inizio del 2022 al progetto The Smile insieme a Tom Skinner, batterista dei Sons Of Kemet, una delle band più rappresentative della nuova scena jazz inglese. Sia Yorke che Greenwood sono artisti che non amano compiacere il pubblico con formule comode e collaudate (si pensi alle scalette dei Radiohead, dove mancano molti grandi successi), ma vogliono accompagnare per mano gli ascoltatori attraverso le loro esplorazioni, anche e soprattutto in quelle più audaci, che destrutturano la tradizionale forma-canzone in collage sonori oscuri e cangianti, di grande suggestione. L'inedito trio ha mostrato tutte le sue qualità e un eccellente interplay nel concerto alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, il penultimo del loro tour italiano che si concluderà il 20 luglio al Teatro Antico di Taormina.
L'ultimo album dei Radiohead, il notevole A Moon Shaped Pool, è stato pubblicato nel 2016, poi Yorke ha mostrato nel 2019 il suo lato più elettronico e cinematico in Anima, mentre Johnny Greenwood, negli ultimi sei anni, si è dedicato prevalentemente alla composizione di colonne sonore. Nell'attesa di sapere che cosa faranno i Radiohead da grandi, va detto subito che il progetto The Smile non appare come un divertissement fine a se stesso, ma come un gruppo a tutti gli effetti, con una sua identità musicale ben precisa e con un grandissimo tiro nella dimensione live. Thom Yorke, la cui voce è eterea ed emozionante come poche, passa con disinvoltura dalla chitarra al basso, dal piano al synth, mentre Greenwood, il cui volto è immancabilmente nascosto dai lunghi capelli, si divide equamente tra basso e chitarra, non disdegnando, ogni tanto, qualche digressione al piano elettrico e al synth, utilizzando tutta la sua fisicità nella performance. L'ingrediente segreto della chimica musicale degli Smile, oltre allo straordinario affiatamento umano e artistico tra Yorke e Greenwood (diversi, ma complementari come lo erano Paul McCartney e John Lennon), è la batteria di Tom Skinner, il cui drumming è fantasioso, ricercato e ricco di groove, che aggiunge sempre colore alla complessa tela dipinta dai due geniali (ex?) Radiohead.
L'inizio del concerto mette subito in chiaro che ci aspetta una serata di grande musica, con Yorke al pianoforte (che suona con le spalle rivolte al pubblico), Greenwood con il suo basso tridimensionale e Skinner con il suo ritmo funky in Pana-vision, a cui segue il muro del suono di Thin Thing, nella quale i vocalizzi di Yorke si librano in aria sopra il riff ipnotico di Greenwood. Il pubblico si lascia coinvolgere dal funk gommoso e obliquo di The Opposite, mentre è magistrale la transizione tra Free in the Knowledge e A Hairdryer attraverso una jam infuocata tra psichedelia e noise rock. La scaletta ricalca quasi completamente, sebbene con un ordine diverso, i brani dell'album A Light For Attraction, pubblicato il 13 maggio, anche se non mancano le sorprese, come Bending Hectic e Just Eyes and Mouth, eseguiti nel bis, due pezzi inediti che non avrebbero sfigurato nella versione fisica dell'album. L'opening act Robert Stillman ha impreziosito con il suo sax In Colours Fly e il singolo di debutto del gruppo You Will Never Work In Television Again. Quest'ultimo, insieme all'altro singolone The Smoke, ha rappresentato uno dei momenti più coinvolgenti del concerto all'Auditorium: due brani che rivelano tutto l'amore degli Smile per il post-punk dei primi anni Ottanta.
Grandi applausi anche per l'onirica Speech bubbles, in cui Jonny Greenwood ha suonato contemporaneamente il piano e l’archetto, per l'intensa ballad Free in the knowledge, per l'electropop dal sapore anni Ottanta di Waving a white flag e per l'adrenalinica We don’t know what tomorrow brings, un brano alla Smiths con un refrain coinvolgente e un'indiavolata ritmica punk. Il bis è generoso, ben quattro brani, introdotto da un breve discorso in italiano di Yorke, apparso sorridente e rilassato: «Ciao ragazzi, il messaggio di questa canzone è che siamo tutti differenti, anche se vogliamo le stesse cose». Spazio,quindi,alla cassa dritta di The Same, che diventa via via più acida, alla sognante Bending Hectic che si trasforma in un brano noise rock nel finale, al ritmo irresistibile di Just eyes and mouth, per poi chiudere il concerto con la canzone solista Feeling pulled apart by horses. Yorke si accomiata con un «Grazie per questa serata», mentre il pubblico riserva una meritata standing ovation alla band. Non sappiamo, al momento, che che cosa ci riserverà il futuro dei Radiohead, ma, a giudicare dall'entusiasmante concerto dei The Smile all'Auditorium Parco della Musica di Roma, questo power trio Yorke/Greenwood/Skinner ha ancora molto da dire e da dare all'alt rock contemporaneo, a cui ha donato un'inedita scossa di groove.
La scaletta del concerto dei The Smile a Roma (18/07/22)
Pana-Vision
Thin Thing
The Opposite
Speech Bubbles
Free in the Knowledge
A Hairdryer
Waving a White Flag
Colours Fly
(with Robert Stillman)
We Don't Know What Tomorrow Brings
Skrting on the Surface
Open the Floodgates
Bodies Laughing
The Smoke
You Will Never Work in Television Again
(with Robert Stillman)
BIS
The Same
Bending Hectic
Just Eyes and Mouth
Feeling Pulled Apart by Horses
(Thom Yorke song)