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(ufficio stampa Medimex)
Musica

The Smile a Taranto: la magia dei Radiohead ha trovato nuove forme

La band capitanata da Thom Yorke e Jonny Greenwood ha entusiasmato i 6.000 spettatori del Medimex con un concerto coinvolgente e di grande intensità emotiva

Thom Yorke e Jonny Greenwood sono artisti che non amano compiacere il pubblico con formule comode e collaudate (si pensi alle scalette dei Radiohead, dove mancano sempre molti grandi successi), ma vogliono accompagnare per mano gli ascoltatori attraverso le loro esplorazioni, anche e soprattutto in quelle più audaci, che destrutturano la tradizionale forma-canzone in collage sonori oscuri e cangianti, di grande suggestione. Invece che adagiarsi nella zona di comfort di un brand mastodontico e straordinariamente attrattivo come quello dei Radiohead, l'ultima grande band ad aver indicato una nuova via al rock, meno muscolare e più intrisa di inquietudine, di elettronica e di chitarre liquide, i due componenti più carismatici della band inglese hanno dato vita all'inizio del 2022 al progetto The Smile insieme a Tom Skinner, batterista dei Sons Of Kemet, una delle band più rappresentative della nuova scena jazz inglese.

Nell'attesa di sapere che cosa faranno i Radiohead da grandi, dopo la pubblicazione del notevole A Moon Shaped Pool nel 2016, va detto subito che il progetto The Smile, alla prova del live alla Rotonda di Taranto (l'evento di punta del Medimex 2024, International Festival & Music Conference promosso da Puglia Sounds e Teatro Pubblico Pugliese), non appare come un divertissement fine a se stesso, ma come un gruppo a tutti gli effetti, con una sua identità musicale ben precisa e con un grandissimo tiro dal vivo. Thom Yorke, la cui voce è eterea ed emozionante come poche, passa con disinvoltura dalla chitarra al basso, dal piano al synth, mentre Greenwood, il cui volto è immancabilmente nascosto dai lunghi capelli, si divide equamente tra basso e chitarra, non disdegnando, ogni tanto, qualche digressione al piano elettrico e al synth, utilizzando tutta la sua fisicità nella performance. L'ingrediente segreto della chimica musicale degli Smile, oltre allo straordinario affiatamento umano e artistico tra Yorke e Greenwood (diversi, ma complementari come lo erano Paul McCartney e John Lennon), è la batteria di Tom Skinner, il cui drumming è fantasioso, ricercato e ricco di groove, che aggiunge sempre colore alla complessa tela dipinta dai due geniali (ex?) Radiohead.

Rispetto al precedente tour di due anni fa, il trio viene affiancato in pianta stabile dal talentuoso sassofonista Robert Stillman, una voce strumentale in più (talvolta anche ai synths) che rende ancora più ricca, cangiante e magmatica la musica degli Smile. Il concerto, iniziato puntualmente alle 21.45, è incentrato quasi interamente sui due album A Light for Attracting Attention del 2022 e Wall of Eyes del 2024, una discografia che, probabilmente, si arricchirà di un terzo capitolo in un futuro non troppo lontano, visto che ieri sono stati suonati live tre brani inediti.

Mentre il primo disco segnava una netta cesura rispetto agli ultimi lavori dei Radiohead, il più recente Wall of Eyes, in alcuni brani, è fortemente debitore rispetto al sound distintivo della band capitanata da Thom Yorke. La dimensione live esalta il poderoso drumming a tempi irregolari di Tom Skinner, che nei brani più ritmati segna le coordinate entro le quali gli altri tre musicisti sono liberi di tessere le loro trame sonore, tra echi orientali, synths spaziali, chitarre psichedeliche e interplay tipicamente jazzistico. Si legge spesso che oggi le classificazioni in generi musicali siano ormai superate: in effetti, ascoltando gli Smile dal vivo, è davvero difficile catalogarli in una categoria unica, poiché prog, alt rock, post punk, elettronica, jazz, noise e cantautorato si alternano e si fondono con assoluta naturalezza, spesso anche all’interno dello stesso brano. La band dà molto sul palco e chiede molto, in termini di ascolto, al suo pubblico: i 6.000 spettatori di Taranto seguono con grande partecipazione emotiva gli Smile, sia nelle strade più dilatate e oniriche delle ballad che (soprattutto) nei brani più ritmati e rock.

Tra quest’ultimi hanno particolarmente entusiasmato il pubblico Pana-vision, con Yorke al pianoforte, Greenwood con il suo basso tridimensionale e Skinner con il suo drumming contagioso, The Opposite, con il suo funk gommoso e obliquo, You Will Never Work In Television Again e The Smoke, due brani che rivelano tutto l'amore del gruppo per il post-punk dei primi anni Ottanta, We don’t know what tomorrow brings, un adrenalinico brano in stile Smiths, con un refrain coinvolgente e un'indiavolata ritmica punk. Gli amanti del jazz sono stati appagati dal sax policromo di sax di Robert Stillman, che ha un ruolo centrale nei brani In Colours Fly e in You Will Never Work In Television Again. Le delicate Wall of Eyes, title track dell’ultimo album, Friend of a friend e Bending Hectic (che ha un finale noise e acidissimo) sono dal vivo di una bellezza struggente, grazie alla voce angelica ed eterea di Yorke, un artista in grado di toccare come pochi le corde più profonde dell’animo umano, e alle melodie cangianti e oniriche di Greenwood & co.

Thom ieri è apparso ieri più comunicativo del solito, presentandosi prima con un «Buonasera a tutti, siamo The Smile, il sorriso cattivo», poi, visibilmente madido di sudore per il caldo afoso, ha detto «Fa un caldo fottuto, non è normale!» e, infine, salutando calorosamente il pubblico con un «Grazie per esser venuti stasera ad ascoltarci spero che il caldo non fosse troppo». Il caldo non ha di certo rovinato una serata memorabile di musica, in attesa del doppio concerto di stasera di due band di culto degli anni Ottanta e Novanta come Jesus and Mary Chain e Pulp (reduci dal successo come headliner del Primavera Sound).

Non sappiamo, al momento, che cosa ci riserverà il futuro dei Radiohead, ma, a giudicare dall'entusiasmante concerto di ieri dei The Smile alla Rotonda di Taranto, questo power trio Yorke/ Greenwood/ Skinner (con Robert Stillman come quarto membro ormai acquisito) ha ancora molto da dire e da dare all'alt rock contemporaneo, a cui potrebbe in futuro regalare un terzo capitolo di una storia ancora tutta da scrivere.

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Gabriele Antonucci