The Smile: Yorke e Greenwood brillano anche senza i Radiohead
Wall Of Eyes è un disco splendido, un mondo sonoro fluido, senza nessuna coerenza interna da scoprire ascolto dopo ascolto
Non era un side project una tantum quello degli Smile , la band formata da Thom Yorke, Jonny Greenwood e dal batterista Tom Skinner . Lo conferma il brillante secondo album della loro breve storia, Wall of Eyes. Quello dei due Radiohead è un mondo sonoro fluido senza nessuna coerenza interna che spazia libero tra jazz, rock, pulsioni elettroniche, bossa nova, atmosfere da colonna sonora, grande senso del groove e persino qualche accenno beatlesiano. Non mancano poi gli echi di Kid A e Amnesiac, ma negli Simile di derivativo in maniera troppo diretta non c'è quasi nulla.
Difficile trovare punti di contatto tra la chitarra che accompagna l'iniziale title track e il vortice ritmico che pervade l'ipnotica e rarefatta Teleharmonic.
Read the room è dissonante, quasi caotica, melodicamente intrigata, ma anche molto intrigante. Sono canzoni che vanno ascoltate e riascoltate per entrarci dentro, cogliendo spunti, colpi di genio e antiche reminiscenze. Un consiglio che vale in particolare per pezzi come Under our pillows, tra i Talking Heads e la psichedelia americana dei Sixties.
Convince pienamente anche l'attitudine jazzy con un pizzico di Fab Four di Friend of a Friend, una ballad che avvolge e conquista ascolto dopo ascolto. I quit è un magnifico groviglio di orchestrazioni, l'annuncio della fine di un'era della vita e l'inizio del "secondo tempo" con nuove prospettive ("A new path out of the madness"). Bending Hectic è come una colonna sonora d'altri tempi per un film che non c'è, una breve sinfonia che vola nello spazio e nel tempo. Chiude il disco You know me!, straniante ed eterea, sospesa ed inafferrabile come la traiettoria musicale degli Smile.