B3N
B3N, la cover di California / Warner
Musica

«Vi racconto come da Benji sono diventato B3N»

Dal duo pop italiano più famoso degli ultimi anni alla carriera solista. La naturale evoluzione di un teen idol...

C'è un prezzo da pagare per una vita da teen idol. Lo sa bene Benjamin Mascolo, il Benji di Benji e Fede, ora al debutto da solista con un nuovo nome d'arte: B3N. Un nuovo inizio con un mini album di sei canzoni, California, il primo passo dopo la fine del duo che per anni ha monopolizzato le classifiche italiane e i sogni delle ragazzine. Un "giocattolo pop" che ha prodotto soldi, fama, ma che ha anche svelato ai due quale fosse il lato oscuro di un successo fulminante di quelle dimensioni. Una dark side svelata nel testo del brano Ricomincio. «Ero molto stressato. E anche Fede. Avevamo assolutamente bisogno di fermarci, di uscire dal frullatore in cui eravamo immersi tanto da non riuscire a godere di quel che avevamo costruito» racconta B3N.

«A scuola, come in casa, mia madre è un insegnante di inglese e mio padre lavora alla Conad, nessuno è in grado di insegnarti come si gestiscono i soldi, il rapporto con la fama e con un certo giro di persone che ti ronzano intorno unicamente perché vogliono qualcosa da te. Il concetto dell'avercela fatta è relativo se poi passano i compleanni degli amici e manco te ne accorgi, se sei perennemente in viaggio e non hai un istante per staccare la testa dal lavoro. Ogni esperienza professionale importante ha il suo grado di complicazione, ne sono consapevole, quindi il mio non è un lamento, è semplicemente la fotografia di dove ero arrivato prima di decidere di cambiare tutto e di rimettermi in gioco» spiega. Questo per B3N è il tempo della scoperta delle meraviglie della California, della relazione con Bella Thorne, attrice, modella e cantante originaria della Florida, protagonista con lui nel video del brano Finché le stelle non brillano, oltre che sua guida personale nel magico mondo dell'entertainment a Hollywood e dintorni. «Finchè le stelle non brillano l'ho scritta per lei, quindi la sua presenza nel clip rappresenta la chiusura del cerchio» racconta.

«Per un artista la California è uno stimolo continuo. Le migliori professionalità dello spettacolo sono qui e te le trovi di fianco dappertutto quando meno te lo aspetti. Poi, ci sono gli incontri "facili" con le star: in palestra mi alleno di fianco a Zac Efron perché condividiamo lo stesso trainer, l'altra sera sono andato a cena con un amico e ho scoperto che era il manager degli Aerosmith… Ho anche avuto modo di parlare con Snoop Dogg ad una festa: è un idolo incredibile, ha intorno a sé l'aura della leggenda e un carisma molto "chill": voce bassa e sguardo intenso. Si è presentato al party travestito da Game Of Thrones indossando una finta pelliccia e una spada di legno. Faceva abbastanza ridere, ma lui può permetterselo. Si è anche fumato una canna, ma io non fumo e quindi non posso raccontare di aver condiviso una canna con Snoop Dogg» spiega prima di tornare nel mondo reale, quello del primo passo da solista. «Vedermi da solo sulla copertina del disco è stato emozionante, un po' come rivivere i tempi del primo album con Fede. Solo che adesso ricomincio da zero a quasi 28 anni e nei testi delle canzoni posso tener conto solo della mia prospettiva. Prima ero al servizio della band ed ogni decisione doveva essere nel bene e nel male filtrata dal mio socio… Si ragionava su tutto nell'ottica del cinquanta e cinquanta… Che cosa è rimasto del rapporto con Fede? Un'amicizia molto salda e sincera» sottolinea.

Si sono separati in silenzio Benji & Fede, anche se in realtà una festa d'addio l'avevano organizzata in grande stile davanti a quattordicimila fan con un concerto speciale all'Arena d Verona. Ma poi è arrivato il Covid-19… «Attendo comunicazioni ufficiali dagli organizzatori, ma temo che lo show all'Arena salterà anche quest'anno. Penso a livello personale che mettere quattordicimila ragazzi nello stesso posto sia ancora impensabile. Ho l'amaro in bocca perché quello spettacolo era il miglior modo per salutare i fan e anche il miglior modo per chiudere una fase e celebrare un nuovo inizio. Io non vedo l'ora di tornare sul palco, mi va bene qualsiasi opportunità: dal piccolo teatro con cento persone a San Siro… Non importa, basta che si ricominci. Ho bisogno di quell'emozione, del contatto diretto con la gente».

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Gianni Poglio