Napoli e il sogno scudetto: 5 motivi per cui Sarri può vincerlo
Continuità, cinismo, calendario e tutte le ragioni che spingono i partenopei in una stagione fin qui irripetibile. Mertens e il ritorno al gol
La vittoria del Napoli contro l'Atalanta ha un valore doppio: cancella il tabù di un'avversaria che era stata capace di dare sempre fastidio alla squadra di Sarri e conferma continuità e concretezza. A Bergamo la Juventus si era fatta rimontare fino al pareggio, sbagliando poi il rigore del successo con Dybala; anche il confronto diretto segna un punto favorevole per i partenopei e in un campionato serrato come questo saranno i dettagli a fare la differenza.
Che il blitz sia arrivato dopo la sosta, temutissima da Sarri che l'ha aspramente criticata, in una gara giocata nell'orario (odiato) delle 12,30 e con qualche problema di formazione sono altri elementi da valutare nel pesare una giornata che va in archivio con il segno più per gli azzurri. Un po' come fosse un mini-break tennistico che regala un vantaggio.
L'esultanza del tecnico e della squadra al fischio finale di Orsato è l'immagine della domenica, qualunque sia la risposta della Juventus che non molla nulla, viaggia sempre a ritmo record (+2 rispetto a un anno fa dopo la 20°) e sarà competitiva sulla strada dello scudetto che consentirebbe di allungare a 7 la striscia.
Perché il Napoli può vincere lo scudetto
Considerare il Napoli semplicemente in corsa per lo scudetto è ormai un errore. Il Napoli è, forse, la favorita per il titolo e a dirlo sono alcuni indicatori che mostrano come Sarri abbia trovato la ricetta giusta e abbia già dimostrato di avere continuità oltre che picchi di grande calcio. I partenopei in testa non sono più una sorpresa. Anzi.
1) Continuità da oltre un anno - Se il campionato fosse cominciato alla 22° giornata della scorsa stagione e si fosse chiuso a Bergamo il Napoli lo avrebbe vinto conb 96 punti (Juve 93 al massimo). Ovvio che gli scudetti si conquistano da agosto a maggio e non in altro modo, ma i numeri sono l'indice della continuità espressa dalla squadra di Sarri.
La conferma? Dopo la crisi dell'autunno 2016, culminata con la sconfitta a Torino contro la Juve, i partenopei non si sono più fermati: 120 punti su 144 potenziali con in mezzo il secondo crociato di Milik e il ko di Ghoulam oltre a un mercato senza rinforzi. Non servono altre parole.
2) Sarri e il controllo dello spogliatoio - A Begamo le telecamere hanno pescato la reazione stizzita di Insigne dopo il cambio e il rimbrotto diretto e deciso di Sarri. Mai come in questo momento il tecnico dà l'impressione di essere padrone assoluto dello spogliatoio, alla guida di un gruppo che lo segue anche perché Sarri è il primo a difenderne la posizione e ad esaltarne il lavoro compiuto fin qui.
Vale anche per l'ostinazione con cui il Napoli cerca eventuali rinforzi. Sarri aveva puntato su Verdi in un calciomercato invernale che sta regalando pochissimi spunti. Può essere che la rosa sia corta, certamente gli ultimi 15 mesi dicono che anche così si possono fare risultati straordinari.
3) Il cinismo che mancava - Quella di Bergamo è stata la quarta vittoria per 1-0 dall'inizio della stagione e l'ottava con un gol di scarto. In tutto lo scorso campionato erano state una in meno e mai Sarri era ricorso al successo striminzito. Considerato che l'attacco rimane prolifico, è un segnale di grande maturità: il Napoli non perde più punti nelle partite in cui non esprime il suo gioco al massimo livello o, se capita, succede raramente.
4) La reazione dopo il ko con la Juve - L'anno scorso i (rari) momenti difficili erano stati seguiti da momenti di difficoltà prolungati. Il successo della Juventus al San Paolo, che poteva causare un contraccolpo duro dal punto di vista psicologico, è stato ammortizzato in fretta: un pareggio (contro la Fiorentina) e poi la striscia di 5 successi di fila comprese le trasferte col Torino e con l'Atalanta. Altro segnale di maturità.
5) Il calendario fino alla fine - Infine c'è l'aspetto della costruzione di questo campionato. La volata finale sarà da brividi più per la Juventus (trasferte contro Inter e Roma più lo scontro scudetto allo Stadium) che per il Napoli che dovrà fare visita ai rivali, ma tutto sommato dovrà gestire un aprile-maggio meno impegnativo. E nel ritorno ospita le romane a differenza di Allegri che dovrà andare due volte all'Olimpico.