Gomorra, un successo tutto napoletano
A Panorama d'Italia incontro con Salvatore Esposito e Marco Palvetti, interpreti della serie tv - FOTO
Preceduta da una lunga serie di selfie con i fan in cerca di brivido noir, ("ma che è, un agguato?", scherzava Salvatore Esposito davanti alla richiesta infinita di foto) e da un video di Sky con le scene clou e i numeri del successo, al complesso monumentale Donnaregina i riflettori hanno illuminato Gomorra, la serie cult di Sky venduta in 60 paesi, un trionfo planetario che ad aprile darà il via alle riprese della seconda serie.
Protagonisti dell’incontro cinematografico di Panorama d’Italia sono stati Esposito, il Genny Savastano della finzione e Marco Palvetti, il boss antagonista Salvatore Conte, intervistati da Piera Detassis, direttore di Ciak e e da Carlo Puca giornalista di Panorama.
"Non sono solo due boss ma due attori straordinari, gli ultimi di una grande scuola napoletana che elenca Paolo Sorrentino, Mario Martone, Tony Servillo..." ha introdotto Detassis rimarcando come i due, dopo Gomorra, oltre alla responsabilità di attori abbiano anche una responsabilità sociale. "Davanti al successo di una serie cinematografica come questa, è ovvio che sentiamo la responsabilità e che non ci tiriamo indietro» ha risposto Palvetti.
Savastano ha raccontato che, all’inizio "parecchi mi chiedevano timorosi se c’era il rischio emulazione, io invece ho visto una grande rispetto per il nostro lavoro artistico e non per il nostro personaggio". In effetti, ha ricordato Puca, il presidente del municipio, all’inizio di Gomorra, voleva proibire le riprese temendo un ritorno di negatività mediatica, poi si è ricreduto fortunamente. " Sì, purtroppo si tende sempre a sottolineare il male e a sfumare sul bene. Ma la produzione Cattleya ha investito 20 milioni di euro, tutti sul territorio, sono stati coinvolti 200 attori campani, la serie ha portato lavoro. Noi abbiamo girato nelle zone difficili di Napoli e siamo sempre stati rispettati" sottolinea Esposito.
"Complimenti e pregiudizi?" chiede Detassis: "Portare una realtà come Gomorra oltre ai confini è il complimento, la censura preventiva il pregiudizio che più mi fa male" chiarisce Palvetti. "Mi inorgoglisce avere fan internazionali, anche inglesi dove sono maestri delle serie" spiega Esposito. "Mi ha indispettito invece che alla prima intervista un giornalista mi disse: Ti devo fare i complimenti perché parli italiano. Questo è terribile".
Detassis osserva la trasformazione di stampo americano, fisica cui si è sottoposto Genny, che, racconta, ha come maestri italiani Marcello Mastroianni e Gian Maria Volontè: "Ho perso 20 chili in due mesi e mezzo, chiudendomi a casa, ma è stato più difficile entrate nella psicologia del killer psicopatico. Sono orgoglioso di aver ricevuto il personaggio Genny, proprio per la complessità psicologica: sono stato fortunato a lavorare su questo personaggio".
Palvetti racconta che il suo personaggio "mi ha divertito, l’ho lasciato entrare dentro di me togliendomi la mia maschera. A me piacciono le sfumature, gli occhi degli attori americani. Ma Non ho mai avuto paura di rimanere incastrato. È un gioco serio ma resta un gioco.
"Spesso la pigrizia delle produzioni ti etichetta come cattivo spero che non sia così, e se succederà magari lavorerò all’estero" precisa Esposito. Vincolato alla seconda serie di Gomorra, ha già detto no a parecchie proposte poco allettanti. "Cosa rifiuti per principio?" chiede Detassis "I film porno", scherza. "Accetterei anche commedie ma il livello qualitativo deve essere all’altezza di Gomorra, altrimenti svilirei il lavoro che ho fatto per la serie".
Davanti a un cinema italianonmolto familista ("lavorano sempre le stesse cinque famiglie" ha osservato Puca) il successo di Esposito e Palvetti che hanno ottenuto la parte dopo decine di provini, sta dando una svolta meritocratica al cinema italiano? "Noi abbiamo la possibilità di fare da ponte con le generazioni future, alzando la voce rispetto a questo sistema", chiarisce Palvetti, alzando la palla a Esposito, che schiaccia: "Se Gomorra non l’avesse fatta Sky ma la Rai che usa sempre le stesse facce, ci sarebbero stati tutti quegli attori campani sconosciuti?". E ancora: "Ma perché un film romano è italiano e uno napoletano è dialettale?" provoca.
Adesso tocca alla seconda serie: la prima è finita con Genny che sarebbe morto ma ha mosso una mano. "Cosa succederà ora?" prova ad informarsi Detassis. "Possiamo dire solo che cominceremo a girare tra aprile e maggio". Di più è impossibile sapere, i due hanno firmato un contratto che impone il silenzio. Peggio di Masterchef.