Mario Giordano: vi racconto i "Pescecani"
A Vicenza la presentazione del libro del direttore del Tg4 che denuncia storie incredibili di persone che hanno divorato il Paese - FOTO e VIDEO
"Non mi rassegno alla rassegnazione". Lo ha detto lo scrittore e giornalista Mario Giordano alla presentazione del suo ultimo libro, Pescecani, nella splendida cornice della biblioteca civica Bertoliana di Vicenza in un evento organizzato da Panorama d’Italia.
Non era scontato sentirlo dire dal direttore del Tg4, il più caustico, indignato e arrabbiato fustigatore di ladri pubblici e truffatori privati del Paese. Pescecani (Mondadori, 228 pagine, 18 euro) è la raccolta di decine e decine di storie incredibili (e che lasciano increduli) di persone che hanno letteralmente “divorato”, per usare un’espressione dello stesso Giordano, il Paese. Che da semplici cittadini, stimati manager o riveriti imprenditori improvvisamente si rivelano per quello che sono: appunto, “pescecani”, capaci di accumulare, spesso in modo addirittura legale, fortune immense conducendo vite da nababbi alle spalle dei soldi pubblici o dell’azienda per la quale lavoravano.
La presentazione del libro è avvenuta in una sala colma di vicentini, richiamati anche dall’interesse per una delle storie raccontate nel volume, quella di Enrico Maltauro, capo dell’omonima azienda, coinvolto nella vicenda del Mose di Venezia. "La verità è che tutto parte dalla politica – ha detto Giordano – perché il cancro del malaffare ha origine lì, il problema è che ora si sta diffondendo in tutto il Paese e se non riusciamo a fermarlo dell’Italia non resterà più nulla. I pescecani si stanno ingrassando con la complicità dei politici. Chiediamoci perché – ha detto – non si riesce a risolvere il problema degli immigrati. È molto semplice: perché c’è qualcuno che su questa emergenza ci guadagna soldi, fa fatturato e utili. E sono queste persone che comandano la politica, sempre più remissiva di fronte a realtà capaci di condizionare voti e consensi”.
Sempre più appassionato, Giordano ha detto che "in questa situazione, in un Paese dove nuotano i pescecani, l’Expo non si doveva fare, perché l’Expo è diventata la mangiatoia di quella che è stata definita "la terra di mezzo", quella popolata da persone che con la logica dell’emergenza, della fretta, dell’urgenza, riescono a rubare, truffare, corrompere. E alla fine un italiano finisce per chiedersi se gli convenga di più essere furbo o fesso, come diceva Prezzolini. Io penso – ha concluso – che se smettiamo di essere fessi, che poi è il termine denigratorio per dire onesti, e ci trasformiamo in furbi, cioè truffatori, non potremo più indignarci davanti alle imprese di chi ha deciso, prima di noi, di rubare". È vero: solo gli onesti "che per fortuna sono la maggioranza" hanno il diritto di indignarsi.