Paola Egonu: la nuova Italia del volley che gioca anche contro il razzismo
17 anni, nata in provincia di Padova da genitori nigeriani, vuole portare la Nazionale a Rio 2016. Per battere anche il peggiore dei muri
E' il nuovo talento della nostra pallavolo femminile, sfornato dalla cantera del Club Italia, la squadra del progetto federale che mette insieme le migliori giovani selezionate dalle società di tutto il Paese. Mette le extension colorate ai capelli nerissimi, al pari della pelle, e nelle sue schiacciate sprigiona tutta la forza e l'energia di una diciassettenne di 189 cm di altezza che sogna di diventare avvocato e, prima ancora, di vivere le Olimpiadi di Rio 2016 con la maglia azzurra. Paola Egonu, nata a Cittadella (Pd) il 18 dicembre 1998 da genitori nigeriani e protagonista della nostra A1 proprio con il Club Italia, a suon di schiacciate ha regalato alla Nazionale di Marco Bonitta impegnata in Turchia il terzo posto che vale un'altra chance di qualificazione ai Giochi di Rio 2016 con il torneo in programma a Tokyo il prossimo maggio.
I nonni nigeriani tra i suoi primi tifosi
Una prestazione con la Nazionale maggiore che l'ha fatta conoscere via Tv anche al grande pubblico dopo che lo scorso agosto aveva già incassato i complimenti del premier Renzi per l'oro mondiale con le azzurre dell'Under 18 in Perù. Per lei, comunque, conta solo la maglia e non il contesto in cui la indossa: "Non mi preoccupa l'avversario che ho di fronte", ci racconta Paola, rientrata dalla Turchia, "per me conta solo mettere la palla a terra in campo e vincere. Mi isolo completamente da tutto, l'unica voce che sento è quella del mio allenatore e delle compagne di squadre".
Accento veneto, la Egonu vive a Galliera Veneta, sempre in provincia di Padova, e ha tra i suoi primi tifosi anche i nonni, che vivono nella zona Sud della Nigeria nello Stato di Imo: "Vado a trovarli ogni due anni e l'ho fatto anche prima di aggregarmi alla Nazionale per il torneo pre-olimpico in Turchia. Insieme ai miei genitori, sono la mia vera forza, ma sono anche legatissima ai miei zii che vivono a New York".
Subito tra le migliori
Paola, che in elevazione tocca i 3,37 metri, ad Ankara è entrata in campo contro il Belgio e dal quel momento, dopo aver contribuito a ribaltare l'andamento del match, è diventata titolare: "Abbiamo vinto con la mia battuta, sono felice quando riesco a indirizzare il tiro dando la forza che decido. Se poi ho la palla giusta, in attacco tiro a tutto braccio". Gesto che le è riuscito alla grande all'esordio, visto che in 5 partite ha realizzato la bellezza di 82 punti, risultando la quarta miglior marcatrice di tutto il torneo alle spalle di stelle del volley mondiale come la turca Neriman Ozsoy e l'olandese Anne Buijs.
Quel muro da battere
Talmente forte, Paola, da schiacciare persino il razzismo: "A Galliera Veneta in più di una circostanza sono stata vittima, insieme ad alcune mie amiche, di frasi razziste pronunciate da parte di qualche persona 'perbene' del posto. E a Treviso, due anni fa, in occasione di un torneo con il Club Italia alcuni spettatori mi hanno fatto il verso della scimmia... Inutile dire che sono orgogliosa delle mie origini e dell'educazione che mi è arrivata e arriva dai miei genitori. Sono del parere che l'ignoranza esista ovunque e che lo sport serva per vincere anche queste battaglie: un motivo in più per continuare ad allenarmi e giocare al meglio che posso".