I big della musica dicono no a Re Carlo nel concerto della corona
All’annuncio dell’evento si era parlato delle popstar più popolari del momento, ma perché ora le star si stanno rifiutando di impegnarsi per Carlo? Neppure le Spice Girls, che conoscono bene il sovrano, vogliono esserci.
Il countdown è cominciato. Il prossimo 6 maggio, Re Carlo sarà ufficialmente incoronato Re d'Inghilterra. Dunque, mancano meno di 2 mesi al grande evento planetario che si terrà al castello Windsor. Inutile dire che ogni cosa sarà curata nei minimi dettagli per il grande giorno, un evento attesissimo dal pubblico di casa e non solo. Attesa che circonda soprattutto il concerto che si terrà il 7 maggio e per il quale si sono fatti i nomi di big della musica mondiale. Al momento sembra che lo staff non abbia ancora comunicato chiaramente quali saranno le star che si esibiranno sul palco.
Secondo le voci che circolano da qualche giorno, infatti, gli organizzatori a Buckingham Palace non sarebbero riusciti ad assicurarsi nemmeno uno degli artisti scelti personalmente dal sovrano. Dopo Harry Styles, Adele, Robbie Williams, Ed Sheeran e le Spice Girls ora anche Kylie Minogue ha detto no. Inoltre, come riportano fonti inglesi, l’ennesimo invito declinato da Elton John, richiestissimo dal Re in persona che avrebbe insistito molto per la sua performance, sarebbe stato un duro colpo da digerire per Carlo, dato che il cantante in passato è stato molto amico con Lady Diana. Ma non c’è stato nulla da fare: Elton John ha categoricamente rifiutato.
Una lunga serie di “no” da parte delle celebrità confermano quanto Carlo III rappresenti una figura poco supportata. Infatti, come è risaputo, non è tra i reali più amati del reame, soprattutto per le sue vicende private del passato. Altro che Drama Queen, qui si tratta di un vero Drama King.
Le popstar che si sono già rifiutate, ad esclusione di Adele che ha declinato l'invito senza giri di parole, hanno tutte avanzato scuse giustificabili, dovute a tour preesistenti o impegni irrevocabili in studi di registrazione. Secondo gli esperti, però, la motivazione è un’altra: il voler evitare a tutti i costi di essere associati a un evento storico caratterizzato da così tanta pompa e organizzato a spese dei contribuenti in un momento di grave crisi economica.
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