Rocco Papaleo canta l’inno alla liberta espressiva sabotando le inutili aspettative
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Rocco Papaleo canta l’inno alla liberta espressiva sabotando le inutili aspettative

L’attore, regista e scrittore lucano nel suo ultimo libro racconta storie inedite e piene di buon senso sentendosi ricco della propria storia lucana

“Ogni volta che lascio la Basilicata ripenso alle sue carezze. Di lei ci sono davvero tanti momenti carezzevoli, di quelli che mi confortano. Ma la carezza della mia memoria è la luce del primo sguardo al mattino. Quando il sole spunta da quella montagnola di fronte casa mia, c’è una luce splendida che inonda la Valle del Noce. Sono attimi delicati in cui si percepisce la presenza del mare alle spalle, senza vederlo. Ecco, per me, questo è uno dei momenti più confortevoli”. Rocco Papaleo, regista, attore e scrittore ha lasciato la sua Basilicata durante gli anni della giovinezza, ma adesso ama ritornarci. Ne parla nel suo libro Perdere tempo mi viene facile e, accordandosi a quella malinconica allegria tipicamente lucana, si racconta alla redazione di Panorama.it confidando che è arrivato il momento di liberare le sue velleità poetiche e musicali non solo attraverso il libro che ha scritto, ma anche attraverso il suo spettacolo teatrale “Esercizi di libertà”.

Nel suo libro parla molto di sua madre e fa solo un accenno a suo figlio. Perché parla così poco di suo figlio?

Il rapporto genitore figlio è straordinario. Dico sempre che bisognerebbe essere prima genitore e poi figlio per vivere i rapporti al meglio e capirne i valore. Amo moltissimo mio figlio e se parlo poco di lui è solamente perché preferisco non invadere la sua privacy, per questo dico l’essenziale senza dilungarmi. Essere padre mi ha fatto amare i miei genitori ancora di più. E’ un amore che ho compreso ancora meglio.

Grazie a sua madre lei oggi è un uomo di successo. Fu lei a farle avere una chitarra…

Ho condiviso molto con mia madre e anche con mio padre. Non ho fatto per lei quanto lei ha fatto per me, ma ho fatto il giusto: nel senso che non l’ho mai delusa. Però, ho sempre fatto la mia vita per me stesso. L’episodio della chitarra è curioso, insegna molto ai giovani. Ne parlo nel libro.

Lei a un certo punto della sua vita ha scelto di raccontarsi in un libro, ci spiega cosa l’ha spinto a fare questo passo entrando nella sua intimità così profondamente?

Il libro nasce dalla mia esigenza di raccogliere idee per renderle omogenee all’interno di un contenitore. Avevo voglia di offrire agli altri qualcosa di me, avevo voglia di aprirmi agli altri senza essere eccessivamente cronologico. Ho tirato fuori le cose che più mi piacciono. In molti pensano che sia un attore comico senza conoscere il resto. Ammetto di essere cambiato nel corso del tempo. Adesso posso raccontarmi liberamente per fare un inno alla libertà espressiva.

A volte lei racconta episodi della sua vita privata e lo fa con molta naturalezza. Come riesce a essere così libero?

E’ semplice. Ho anche un’età e non ho tanto da perdere. La mia vita l’ho fatta. Ho superato le incertezze, ho superato la fase in cui si rimane ingabbiati nelle aspettative o nel giudizio esterno. Credo di poter essere me stesso. E’ questa la ragione.

Lei è cambiato molto professionalmente nel corso degli anni

E’ così. Il teatro, il cinema, la musica, la scrittura sono la mia vita e vanno avanti con me. In questo periodo sto facendo un esercizio di libertà con il libro e con il mio spettacolo teatrale che si chiama, appunto: Esercizi di libertà. E’ uno spettacolo che porto in scena dal 19 al 23 dicembre, quindi 19 20 21 22 e 23, all’Auditorium di Roma.

Il suo primo film da regista è Basilicata coast to coast. Come nasce questo film?

E’ una lunga storia che racconto anche nel libro. Posso dire che attraversare a piedi la Basilicata, così come ho fatto nel film, mi faceva molta simpatia. E allora che ho immaginato la storia del film. La Basilicata l’ho scoperta a piedi e continuo a scoprirla ancora oggi. Se penso di aver visitato prima New York e poi Matera, giustifica il fatto che ora, più di sempre, mi piace scoprire i miei luoghi in tutte le loro pieghe.

Nella sua autobiografia compaiono i QR code che rimandano alle sue canzoni. In questo modo si sente più vicino al lettore?

In effetti, è un’autobiografia musicata di un meridionale in libera uscita e i QR code ne completano la lettura. Si possono ascoltare le mie musiche come per esempio Basilicata on my mind in cui confesso di essere nato in Basilicata e che la Basilicata esiste.

In questi giorni sta incontrando i giovani per presentare a loro il suo libro. Pensa di incontrare i ragazzi di tutta Italia?

I ragazzi sono il futuro. Un libro non è come il cinema. Un film è in sala per pochi giorni mentre un libro dura nel tempo. Farò un incontro con i ragazzi a Lauria, ma più avanti nel tempo se mi invitano nelle scuole italiane ci andrò volentieri.

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Rosita Stella Brienza

Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università Lumsa di Roma; Master in Business e Comunicazione all'Istao di Ancona. Giornalista dal 2008 per Repubblica, La Nuova del Sud e Panorama.it. Dal 2015 collaboratrice a Radio Laser

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