Roma, quante umiliazioni in Europa. Perché Garcia non la fa crescere?
Il 6-1 di Barcellona dopo i 7 gol presi dal Bayern un anno fa: così i giallorossi collezionano brutte figure in Champions
D'accordo, il Barcellona è una corazzata quasi invincibile e anche il Real Madrid al cospetto ha fatto una bruttissima figura. Sono i migliori e col rientro di Messi hanno anche ritrovato il Tridente dei sogni che nel 2015 ha messo a segno la bellezza di 121 gol in tre: impressionante quasi quanto la qualità di gioco. Va bene tutto, ma il modo in cui la Roma si è arresa al Camp Nou riapre con forza il dibattito sul livello di crescita di una squadra che in Italia è competitiva da tre stagioni, ma in Europa non riesce a decollare.
Di chi è la colpa? Di sicuro la rosa non può essere paragonata a quelle di Bayern e Barcellona, per citare le due che in un anno hanno inflitto due cappotti storici ai giallorossi. Però non è nemmeno tutto da buttare via e allora sul baco degli imputati sale anche Rudi Garcia il cui score europeo è imbarazzante: 5 vittorie su 25 partite di Champions League tra Lille e Roma e ben 13 sconfitte, più della metà.
Solo restando agli anni sotto il Colosseo e comprendendo anche la sfortunata seconda metà dell'Europa League della scorsa primavera sono 6 sconfitte (e 3 vittorie) su 15 partite. Pochissimo per pensare di avere in mano una squadra e un progetto europeo. I limiti ci sono e sono accentuati dallo sbilanciamento di una squadra che a Barcellona ha incassato gol per la 27° trasferta consecutiva in Europa: 61 e avrebbero potuto essere di più.
Le idee diverse di Garcia e della società
Non meno inquietante il post partita. Garcia ha fatto come se la cosa non lo riguardasse, ha spiegato che il Barcellona oggi è troppo forte per tutti e si è detto soddisfatto di non aver avuto infortuni, squalifiche e di aver potuto risparmiare De Rossi. Sabatini era furente e come lui i dirigenti fino a Boston, dove Pallotta immaginava una notte diversa per la sua Roma che vorrebbe presto a livello delle grandi europee.
Se l'allenatore è dimesso come il francese nella pancia del Camp Nou è chiaro che i giocatori non possono esprimersi diversamente. Contro il Bayern Garcia aveva sbagliato completamente la comunicazione prima, lanciando i suoi in un'improbabile confronto con i mostri di Guardiola. A Barcellona ha fatto l'errore opposto ma il risultato non è cambiato.
Un anno fa l'1-7 dell'Olimpico spaccò in due la stagione della Roma, ora bisogna vedere cosa resterà nella testa di questa figuraccia. Di sicuro si dovrà lavorare e in fretta sulla fase difensiva, imbarazzante in questo stagione: 31 reti incassate in 18 partite, 16 nelle 5 di Champions League dove hanno fatto la figura dei giganti non solo Messi-Neymar-Suarez ma anche gli attaccanti di Bayer Leverkusen e Bate Borisov. La Roma sta incassando un gol ogni 28 minuti in Europa: avanti così si possono raggiungere gli ottavi di finale, ma il futuro è nero come la notte del Camp Nou.
Il ranking della Roma: 57° squadra in Europa
In fondo la dimensione corretta della Roma europea la fotografa il ranking Uefa per club che la colloca al 57° posto in mezzo a Genk e Paok Salonicco, due realtà che non si avvicinano nemmeno ai progetti e ai mezzi economici della Capitale. Eppure la Roma è lì perchè da anni non riesce a fare strada nelle coppe continentali. Il 6-1 di Barcellona ricorda da vicino l'1-7 contro il Bayern Monaco dell'Olimpico un anno fa e da lontano il 7-1 incassato a Manchester nel 2007 contro il fortissimo United. Quella, però, era una squadra vera mentre questa ha smesso di lottare prima ancora di cominciare.
A preoccupare, oltre al risultato, è stata l'arrendevolezza mostrata: un solo ammonito e 12 falli commessi nei 90 minuti in cui Messi ha inseguito Iturbe per 40 metri per stenderlo a risultato ampiamente acquisito, mentre i centrocampisti giallorossi hanno lasciato che gli avversari li irridessero senza pietà. La notizia del passo falso del Bayer Leverkusen contro il Bate aveva tolto pathos alla sfida, ma l'impressione è che gli uomini di Garcia semplicemente abbiano deciso di non giocarla.