Agostini: "Niente calcoli, Rossi: parti forte e batti Lorenzo!"
Per il 15 volte campione del mondo, il campionato è ancora apertissimo. La previsione: "Nei primi tre giri Valentino passerà almeno 10 piloti"
Nel 1967 ingaggiò un testa a testa all'ultima gara con Mike Hailwood. Per vincere il mondiale, sarebbe dovuto arrivare almeno secondo e così fu. Successe anche nel '75. Quella volta il duello diventò battaglia vera con Phil Read. L'esito, sempre lo stesso: Giacomo Agostini campione e il motomondiale ad applaudire per l'ennesima impresa. Ago di sfide da dentro o fuori ne ha vissute a decine. Chi meglio di lui potrebbe dare il consiglio giusto a Valentino Rossi in vista del gran premio di Valencia? "Nessun segreto, nessuna strategia - spiega a panorama.it il 15 volte campione del mondo - Valentino non deve fare calcoli, non deve pensare a niente. Deve correre velocissimo e fare del suo meglio per arrivare più in alto possibile. Altro non può fare".
Rossi potrà contare sull'appoggio più o meno diretto, più o meno consapevole, di alcuni colleghi di pista?
"Nessuno si fermerà per farlo passare. Forse, qualcuno non lo disturberà come avrebbe fatto in altre gare, questo sì, ma niente di più. Deve essere lui bravo a partire subito forte e superare nei primi due-tre giri il numero maggiore di avversari. Dieci piloti li passa di sicuro. Lo dico da giorni, secondo me il campionato è ancora apertissimo. Se Rossi arriva sesto e Lorenzo non va oltre il terzo posto il campione è lui, Valentino".
E se dovesse incrociare sulla sua strada Marquez? Guerra o pace?
"Impossibile che si incontrino. Marquez partirà quasi certamente dalla prima fila, mentre Rossi dall'ultima. Insomma, non si vedranno, a meno che lo spagnolo non decida di fare compagnia a Valentino dal fondo dello schieramento, ma non credo che capiterà".
Rossi ha sempre dimostrato di riuscire a tenere a bada la tensione nei momenti importanti della carriera. Cosa è andato storto nelle ultime settimane?
"Si è innervosito un po' troppo. A cominciare dalle dichiarazioni che ha fatto alla vigilia di Sepang. Io non avrei parlato. Intendiamoci, avrei detto le cose che pensavo, senza dubbio, ma a campionato finito, per non perdere la concentrazione nei gran premi decisivi. Ha innescato una polemica che gli si è ritorta contro. Ha perso le staffe e non ce l'ha fatta ad aspettare che finisse la stagione".
E Lorenzo? Come imposterà la sua gara a Valencia? Attacco o attesa?
"Non deve scherzare nemmeno lui. Perché avrà a che fare con due piloti velocissimi, Marquez e Pedrosa. Per vincere il mondiale, deve arrivare come minimo secondo. E non sarà un'impresa facile. Dietro, Valentino ne passerà tantissimi, Lorenzo non può permettersi di prendere la gara sottogamba. Successe anche me di fare la rimontona: Gran premio di Francia, 1977. Partivo ultimo e ho tagliato il traguardo al secondo posto a tre secondi dal vincitore, Barry Sheene. Tutto è possibile".
Il pilota spagnolo farà di tutto per evitare lo scivolone da autogol mondiale.
"Di sicuro sarà molto testo perché sa che se dovesse cadere, non avrebbe più possibilità per rimediare".
Comunque vadano le cose, riuscirà la Yamaha a ricomporre lo strappo tra i due piloti per la prossima stagione?
"Tra piloti della stessa scuderia non c'è mai stata amicizia e non ci sarà mai. A meno che uno dei due non sia molto più debole dell'altro. Quando correva con me alla MV Agusta, Mike Hailwood capì che era di troppo. Mi disse: 'E' giusto che la squadra abbia soltanto un grande campione'. A fine stagione passò all'Honda. Nel 2015, la Yamaha ha vinto tutto, mondiale costruttori e piloti. Ma certo non sarà facile continuare a tenere a bada due galli nello stesso pollaio".
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