Marquez, Lorenzo... ma sono davvero tutti contro Rossi?
Alla vigilia del gp di Malesia, Valentino fa montare la polemica su presunte alleanze che però escono dalla logica della MotoGp
Corrado Guzzanti direbbe che è arrivato anche nella MotoGp il grande cetriolo globale, che gira e vola basso. L'hanno avvistato nel paddock della pista di Sepang ed è subito scattato l'allarme. A chi tocca, tocca. A volte, va così. Alla vigilia del Gran premio della Malesia, penultimo appuntamento della stagione, Valentino Rossi ha messo da parte il tradizionale sorriso che lo accompagna da quando corre e vince in sella a una moto e ha impugnato un bazooka. Nel mirino sono finiti i tifosi in giallo che hanno girato insulti di ogni ordine e grado ad Andrea Iannone - responsabile a loro dire di aver firmato a Phillip Island un sorpasso sul Dottore tutt'altro che necessario - e due avversari che in pista macinano scintille come pochi altri, Marc Marquez e Jorge Lorenzo. Rossi è una valanga, Rossi non perdona. Proprio come il cetriolo di Guzzanti.
La difesa di Iannone
"Non sono miei tifosi, sono persone stupide a cui piace parlare male di chi è più fortunato, ha più talento ed è felice per aver fatto della propria vita quello che ama". Il pilota pesarese risponde così a chi gliede conto del tiro al piccione di cui è stato vittima sui social network il collega della Ducati al termine del gp in Australia. I fatti sono arcinoti. Iannone e Rossi fanno a sportellate per tutta la gara con in testa un unico obiettivo: salire sul podio al fianco di Lorenzo e Marquez, che a Phillip Island hanno dimostrato di avere qualcosa in più. E' una sfida infinita che si consuma a colpi di sorpassi e controsorpassi.
Fino al traguardo, che vede il pilota Ducati chiudere davanti al collega in Yamaha. Iannone torna a casa con tre punti in più, Rossi con tre punti in meno, che potrebbero diventare determinanti nel duello con Lorenzo per il titolo. I tifosi di Valentino non ci stanno. E si lasciano andare su Facebook e Twitter a un assalto senza precedenti contro un pilota che è stato protagonista di una gara meravigliosa e che ha soltanto fatto il suo mestiere: correre forte, se possibile, più degli altri. Anche Rossi non ha gradito e ha speso parole durissime nei confronti di quelle che si professano suoi tifosi e che lui definisce senza mezzi termini "persone stupide". Come dire, la correttezza, prima di tutto. Il risultato della pista vale più di ogni cosa. Ecco, appunto.
L'attacco a Marquez e Lorenzo
Rossi è un fiume in piena, ne ha per tutti. Marquez? "Abbiamo visto qual è il vero volto di Marc, che a Phillip Island non ha giocato con noi, ma con me. E' importante che lui sappia che io lo so. Ha giocato per fare andare via Lorenzo e tenermi lì con Iannone, sapendo che la Ducati mi sverniciava. Sono abbastanza preoccupato, perché già giocarsela con Jorge è un conto, ma se c'è anche Marquez, che non ha usato il fair play che un professionista dovrebbe avere, diventa ancora più difficile". Roba forte. E poco importa che Marquez gil faccia notare che "se c'è uno che ha fatto un favore a Lorenzo è stato Iannone. Io ho fatto come sempre, provare a vincere". Come dargli torto?
Lorenzo si schiera dalla parte del pilota Honda. "Non condivido la tesi di Rossi - ha detto il quattro volte campione del mondo - perché uno che ti vuole favorire ti dà dei punti, non te li toglie. Non so perché abbia detto certe cose: forse vuole evitare che qualcun altro possa fare qualcosa di simile negli ultimi due gran premi". Siamo onesti, la replica di Lorenzo non fa una piega. Detto che Rossi non è certo un visionario e che in vent'anni di carriera ne ha viste di tutti i colori, probabilmente ha voluto tirare fuori tutto il suo risentimento per una gara che non si è conclusa come avrebbe voluto. Anche perché se dovessimo credere davvero che esiste un patto segreto tra Marquez e Lorenzo per mettere nell'angolo Valentino, be', potremmo tirare fuori del ripostiglio i vecchi scarponcini che non usavamo da un pezzo e preferire alla MotoGp una bella passeggiata in montagna. L'aria fresca fa miracoli.