Salotti d'Italia, il potere è servito
Per molti anni a casa Angiolillo si sono decise carriere e alleanze. L’erede? Per ora non si vede. Ma da Torino a Palermo c’è chi fa lobby tra divani e sala da pranzo
La questione è anzitutto lessicale: guai a chiamarli salotti, almeno quando si parla con i diretti interessati. Soprattutto ora che il salotto politico per eccellenza, quello di Maria Angiolillo, si è spento insieme alla padrona di casa: sono rimasti orfani ministri, industriali, direttori di giornali, tanti potenti, insomma, che non potevano ritenersi davvero tali senza aver ricevuto almeno un invito nel villino accanto alla scalinata di Trinità de’ Monti.
Oggi il termine salotto sa troppo di inciucio, comitato d’affari, intrigo politico. Meglio "incontri tra amici", "riunioni informali", "scambi culturali", "serate musicali". Definizioni proposte a Panorama da Luisa Todini, Chicca Olivetti, Sandra Carraro, tre delle più apprezzate detentrici di domestici centri di potere. Eppure la prima, in corsa in quota pdl per la presidenza della Regione Lazio, insieme al marito Luca Josi (numero uno della società di produzione tv Einstein Mutimedia) è solita brindare non con gli ex compagni del liceo rintracciati su Facebook ma con Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Matteo Marzotto e, tra gli altri, il direttore del Riformista Antonio Polito. Anzi, pare che quest’ultimo, stanco della politica, abbia gettato le basi del suo ritorno alla carta stampata proprio nel salotto Todini-Josi. Il tutto condito con i vini della tenuta umbra della famiglia.
Quanto a Olivetti, celebre è il suo salotto trasversale che a Milano riunisce Vittorio Feltri, Alain e Jaki Elkann, Michele Salvati e Beatrice Trussardi. La terza dama, Sandra Carraro, mixa nella sua casa romana al Gianicolo Pippo Baudo e Sean Connery, Claudio Baglioni e Stefano Folli, Francesco Cossiga e Mogol; non a caso è stata definita da Gianni Letta "l’erede designata" della scomparsa "madame de Staël italiana". Ma lei si schermisce: "È troppo".
All’eccellenza di Angiolillo puntano un po’ tutti i salotti italiani, spesso bipartisan. Salotti ludici e goderecci, certo, ma anche circoli dove si perfezionano affari e manovre politiche.
I padroni di casa non amano apparire, un articolo di giornale che racconta chi è stato a casa loro è considerato una disgrazia.
Nicoletta Odescalchi si ritrae quando le si chiede notizia del suo salotto, eppure un anno fa, unica tra le aristocratiche, ospitò Silvio Berlusconi. Non è stato contento neppure Bruno Vespa quando a marzo uscì la notizia della sua cena con il premier, Gianni Alemanno, Riccardo Muti e "un misterioso alto prelato".
Adesso, a giochi fatti, Vespa racconta che quel religioso era il cardinale Tarcisio Bertone, e che in quella occasione il sindaco di Roma propose a Muti la direzione del Teatro dell’Opera di Roma, accordo poi chiuso in agosto con trasferta al Festival di Salisburgo della coppia Alemanno-Vespa.
Non solo, "quella sera offrimmo al cardinal Bertone la possibilità di un concerto di Muti per il Papa": la prestigiosa serata dovrebbe avere luogo nel 2011. Sebbene il conduttore di Porta a porta sostenga che le sue cene siano "estemporanee e non costanti come quelle dei veri salotti", si capisce bene perché Umberto Pizzi, il fotografo di Dagospia, dopo la scomparsa di Angiolillo, gli abbia detto: "Adesso mi metto sotto casa tua".
Oltre al salotto della coppia Vespa- Augusta Jannini (frequentato anche da Gianfranco Fini, Letta, e dai ministri Angelino Alfano e Mariastella Gelmini), Pizzi non dovrebbe trascurare la casa museo (con ingresso in un chiostro) di Giovanni Minoli e Matilde Bernabei: è lì che è nato il progetto Agrodolce, la minoliana fiction Rai ambientata in Sicilia e prodotta dalla Einstein.
Nel salotto in cui troneggia un maxischermo tv che trasmette il meglio della Storia siamo noi si accomodano appunto la coppia Josi-Todini, Walter Veltroni e Marianna Madia (la cui candidatura nel Pd sarebbe stata discussa nel cenacolo minoliano) e il ministro siciliano Stefania Prestigiacomo.
La Sicilia stanziale però si riunisce a Palermo da Mimì La Cavera, protagonista della Confindustria in Sicilia. Nella sua casa in via Libertà sono ospiti fissi il presidente della Sicindustria Ivan Lo Bello e Antonello Montante, a capo degli industriali della provincia di Caltanissetta, fautori della svolta antimafia delle rispettive associazioni; e anche, quando è a Palermo, Emanuele Macaluso. Pure Gerlando Miccichè, ex dirigente del Banco di Sicilia, e i figli Gianfranco e Guglielmo, sottosegretario e leader del Pdl Sicilia il primo, vicepresidente del Palermo calcio il secondo, sono spesso nel salotto.
Lo Bello è anche ospite fisso, a Catania, di Alfio Puglisi Cosentino, presidente della omonima fondazione e compagno della giornalista Rai Barbara Modesti: salotto di gran peso, se insieme a Domenico Bonaccorsi (che di Puglisi è vicino di casa), al direttore del teatro di Catania Pietrangelo Buttafuoco (giornalista di Panorama), al siciliano collega di Repubblica Francesco Merlo arriva anche Paolo Mieli.
A Catania la connotazione del salotto è culturale. Così come sono arte e dintorni gli spunti dei riservati incontri fiorentini in casa di Bona Frescobaldi, presidente internazionale degli amici del Fai che ha ospitato pure Carlo d’Inghilterra. Da lei va la Firenze che conta: i Ferragamo, il sindaco Matteo Renzi, il banchiere Lorenzo Bini Smaghi, Maria Vittoria Colonna Rimbotti, il presidente degli amici degli Uffizi.
Le conversazioni indulgono sulla programmazione museale di Palazzo Strozzi o la costruzione di un teatro più grande per il Maggio musicale. Ma può capitare di confrontarsi sul nuovo stadio: se il patron della Fiorentina Diego Della Valle (assente dai salotti) lo auspicherebbe sui terreni di Salvatore Ligresti, parecchi aristocratici fiorentini preferirebbero far fruttare con il pallone le loro tenute incolte. La cultura, almeno ufficialmente, anima salotti bipartisan anche a Milano. Qui regna il finanziere Francesco Micheli, presidente del Festival musicale Mito: da lui vanno Gae Aulenti, Bruno Ermolli, Corrado Passera, Inge Feltrinelli, Letizia Moratti, Ferruccio de Bortoli, Lucio Stanca, Riccardo Chailly. Tutti convocati, precisano, "per scambi culturali". Tra i quali rientrerà il 27 ottobre anche la presentazione di La svolta, lettera a un partito mai nato, il nuovo libro di Francesco Rutelli.
L’arte, effettivamente, riesce a unire anche ciò che gli schieramenti editoriali e politici dividono: Barbara Berlusconi, Nicolò Cardi e Martina Mondadori (tutti under 30) compiono un piccolo miracolo mettendo a tavola insieme Emilio Fede e Gad Lerner. I tre hanno trasformato in un salotto informale quanto influente la loro galleria d’arte Cardi Black Box. Alle ambite cene su tre lunghi tavoli, uno per socio, siedono il sindaco Moratti e la modella Eva Riccobono, Franca Sozzani, Giuliano Adreani e Rodolfo De Benedetti.
A Torino invece i giovani imprenditori come Marco Boglione, patron della Robe di Kappa, Cristiano Fiorio, Gregorio Marsiaj, le stiliste Cristina Ferrari e Cristina T. si riuniscono, con Piero Chiambretti, nel palazzo di famiglia del collega Stefano Cecchi. Dove, abolito lo champagne causa crisi (dice lui), si discute sobriamente «di moda, musica e new style».
La gran dama dei salotti è però Patrizia Sandretto, animatrice dell’omonima fondazione, che dopo mostre ed eventi culturali riceve in casa, nel prestigioso quartiere della Crocetta, l’artista Maurizio Cattelan e il critico Achille Bonito Oliva, la scrittrice Benedetta Cibrario, Evelina Christillin, il sindaco Sergio Chiamparino e il governatore Mercedes Bresso.
Attorno all’apprezzato tavolo dei dolci, dove spicca il gelato croccante, si parla di arte, ma non solo. Lì si è parlato delle Olimpiadi invernali torinesi del 2006 e ora si discute delle celebrazioni del 2011 per i 150 anni dell’unità d’Italia: soprattutto di come convogliare su Torino i finanziamenti. A Napoli, invece, comanda ancora la politica.
Tramontata l’epopea del salotto bassoliniano della coppia Maurizio e Mirella Barracco, regna quello dell’avvocato Marinella De Nigris e di Vincenzo Siniscalchi, membro del Csm. Riuniscono la sinistra postbassoliniana: da Massimo D’Alema a Claudio Velardi.
Sempre a sinistra, a Roma, accanto all’inaffondabile salotto della "rossa" Sandra Verusio (frequentato dai De Benedetti) si è ritagliato un posto d’onore Lucia Annunziata, nel vecchio ghetto ebraico, maestra nel ricompattare le anime del Pd. Il miracolo si compie a Natale quando, tra i presepi di cui la giornalista è collezionista, compaiono Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani, Francesco Rutelli, Massimo D’Alema. Ma al momento l’indirizzo caldo è ai Parioli, da Giovanni Malagò, dove si ritrova un mix di cinema, tv, politica, giornalismo e sport, da Margherita Buy a Barbara Palombelli, da Giuseppe Tornatore a Carlo Vanzina
Il salotto è a forte connotazione matrimoniale: qui si sono formate le coppie Luca di Montezemolo-Ludovica Andreoni, Fiorello-Susanna Biondo, Buy-Renato De Angelis. Ma anche creativo: qui si sono definiti i dettagli di Baarìa tra il numero uno della Medusa Giampaolo Letta e Tornatore. (ha collaborato Riccardo Arena)