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Caos ormonale, post vaccino

Caos ormonale, post vaccino

Aumentano i casi di irregolarità del ciclo mestruale (in ritardo di un giorno o più abbondante del solito) dopo l’immunizzazione. Li registra, per esempio, l’Agenzia del farmaco inglese che ha ricevuto numerose segnalazioni. Non sempre poi gli effetti indesiderati si risolvono velocemente, come detto da molti esperti. A maggior ragione, su queste anomalie ora la scienza deve indagare a fondo.


Quando ho fatto la prima dose di vaccino, non avrei mai immaginato che avrebbe influito sul mio ciclo mestruale. Ho pensato che le variazioni nell’andamento fossero una coincidenza. Esattamente come hanno creduto altre decine di donne che oggi, dopo che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il via a un’indagine per esaminare i «casi di irregolarità del ciclo mestruale» a seguito di vaccinazione, hanno smesso di sminuire la questione, cominciando a chiedere risposte. La decisione dell’Ema, va detto, non è casuale: si basa in gran parte su quasi 50 mila segnalazioni di alterazioni del ciclo arrivate all’ Mhra, l’Agenzia del farmaco inglese.

Le storie delle donne coinvolte in queste anomalie sono diverse fra loro nei dettagli, eppure simili nell’assenza di chiare spiegazioni. Emblematica è quella di Tiziana, pugliese, che incontro in un parco di Roma, dove abita ormai da anni con la sua famiglia: «Sono assolutamente pro-vax. Ho fatto tutte le dosi di vaccino e, anzi, invito le persone a immunizzarsi. Questo però non vuol dire che non si possano fare delle domande! È intollerabile che, se una donna ha dei problemi, l’unica cosa che si riesca a fare è sminuirla».

Poi, aggiunge: «Ho fatto la prima dose di Pfizer quest’estate, e dopo poche ore ho iniziato ad avere episodi di “spotting”». Ovvero, piccole perdite ematiche fuori dal contesto del normale ciclo mestruale. Come me, anche Tiziana ha pensato che fosse solo una coincidenza. Quando però è tornata, dopo 21 giorni, per la seconda dose al centro vaccinale si è accorta che il sintomo fosse presente nell’elenco degli effetti collaterali. «Quando ne ho parlato con il dottore vaccinatore, lui mi ha rassicurato. Eppure le perdite dopo la seconda dose non solo non sono finite, ma sono continuate. A quel punto non ero più in grado di capire se fosse un ciclo o no. Fatto sta che ho continuato ad avere perdite abbondanti per settimane, fino a novembre, quasi tutti i giorni».

Non solo: probabilmente anche per la perdita continua di sangue, Tiziana soffre di attacchi di emicrania così forti da costringerla a prendere giorni di malattia dal lavoro per restare a letto. «Fino ad allora non avevo mai avuto problemi ormonali» conclude.

Tiziana non è l’unica. Sebbene se ne sia parlato poco nei mesi scorsi, i casi sono più frequenti di quel che si creda. Basta entrare in alcuni gruppi chiusi di donne e mamme su Facebook per rendersi conto di come questo sia uno dei temi più dibattuti. Ci sono persone cui è saltato il ciclo per più mesi, che hanno avuto mestruazioni emorragiche, o mamme che allattavano e raccontano di aver perso il latte.

Conferma segnalazioni di questo tipo Irene Cetin, docente all’Università di Milano e segretario della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo): «Nell’arco di questi ultimi mesi ci sono state diverse segnalazioni di donne in età fertile con alterazioni ormonali». Eppure, prosegue, «la plausibilità che un vaccino a mRna abbia un effetto sulla produzione di ormoni nella donna è alquanto poco probabile». Una posizione condivisa dall’Aifa e dal suo direttore generale, Nicola Magrini, che ha detto chiaramente come non ci sia a riguardo «nulla di preoccupante».

In un documento ufficiale, d’altronde, l’Agenzia italiana per il farmaco afferma che si riscontra una «assenza di correlazione tra vaccini anti Covid-19 e disturbi (mestruali, ndr)». Tale conclusione, continua il report, «si è basata sulla constatazione che i disturbi mestruali sono molto comuni e possono verificarsi senza una reale condizione medica sottostante».Tutto deriverebbe dallo stress, dunque. E però, al contrario delle storie narrate fin qui, abbondanti perdite ematiche tornano a chi non ha più il ciclo da anni. È il caso di Patrizia, da tre anni in menopausa: «Dopo 4 giorni dal vaccino – mi racconta, contattata su Zoom – comincio ad avere dolore al ventre. Avverto un forte fastidio anche al seno». Inaspettatamente, cominciano le perdite: «Un vero e proprio ciclo che mi è durato per 4-5 giorni. Mi sono preoccupata e sono andata dal ginecologo che mi ha fatto fare d’urgenza un’isteroscopia. Per fortuna non è emerso nulla di preoccupante, salvo alcuni dati sballati. Da cosa dipenda tutto questo, però, resta un mistero».

Nel frattempo fastidi ormonali – accompagnati da cefalea a grappolo – a Patrizia restano. «È la ragione per cui ho scelto di non fare la seconda dose di vaccino: non sono no-vax, ma i sintomi che ho avuto non sono normali, né credo siano prodotti da suggestione». Non è un caso che la stessa Aifa, al di là della sua posizione chiara sul tema, citi nel suo report ufficiale due studi. Il primo condotto dall’Istituto norvegese per la sanità pubblica che ha coinvolto 5.756 soggetti di sesso femminile. Dai risultati è emerso che «eventi quali aumento del flusso mestruale, flusso mestruale prolungato, intervallo più breve tra un ciclo e il successivo, dismenorrea, sono stati riscontrati nella maggior parte dei casi dopo la prima dose di vaccino; in generale tali disturbi si sono risolti spontaneamente due mesi dopo». Ancora: «Tra le donne che hanno manifestato disturbi/anomalie del ciclo mestruale dopo la prima dose, almeno due ogni tre hanno riferito la ricomparsa della medesima sintomatologia anche dopo la seconda dose».

Simili le conclusioni della Food and drug administration americana (Fda), che ha indagato 2.403 donne vaccinate e, come campione, 1.556 non immunizzate. In questo caso «la differenza in termini di durata del ciclo mestruale (tra vaccinate e non, ndr) è stata pari a 0,64 giorni». Che aumenta a 0,79 in chi ha fatto anche la seconda dose. Lievissime variazioni che tuttavia, ammette la stessa Aifa, evidenziano come «il potenziale contributo della vaccinazione anti-Covid sull’aumento della durata del ciclo mestruale non può essere escluso».

Interrogativi che potrebbero riguardare anche la fertilità, e l’eventuale legame tra vaccini e gravidanza. L’Ema, per esempio, ha annunciato di voler iniziare studi mirati. «Sono convinta» riflette la professoressa Cetin «che ogni evento debba essere studiato in modo scientifico, non aneddotico. È necessario raccogliere dati epidemiologici per verificare se nell’ultimo anno siano aumentate le irregolarità del ciclo. Se così fosse, occorre indagare su quale sia il meccanismo biologico all’origine di tutto». n © riproduzione riservata

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