San Antonio-Memphis e le partite più lunghe nella storia NBA
I 3 supplementari tra Spurs e Grizzlies entrano negli annali del basket. Ma il match più lungo di sempre ne registrò addirittura 6
Tre supplementari per 233 punti e 63 minuti totali. No, la partita di San Antonio tra Spurs e Memphis non è stata una partita come le altre. Questione di numeri, ma anche di giocate dei suoi protagonisti: il tiro di Marc Gasol che manda la partita al primo overtime con un arresto, passo e tiro da tre punti. Il 38enne Tim Duncan che la pareggia nel secondo supplementare con un canestro in sospensione sulla sirena. Infine Zach Randolph che con una serie di pennellate con la sua irreale mano sinistra manda i titoli di coda nel terzo supplementare.
Gli highlights della partita tra San Antonio-Memphis
Una partita infinita e destinata ad entrare di diritto negli annali, sebbene nella storia della lega ci siano state sfide ancora più interminabili. In primis il match del 6 gennaio 1951 tra gli Indianapolis Olympians e i Rochester Royals. I 6 tempi supplementari e i 78 minuti giocati dalla due squadre rappresentano a tutt’oggi la partita più lunga mai giocata in Nba. E se il punteggio finale, di 75-73 per gli Olympians, potrebbe far storcere il naso bisogna ricordare che a quei tempi non esisteva ancora la regola dei 24 secondi e quindi ogni azione poteva proseguire per un tempo indefinito. Un altro mondo, un’altra era.
In epoca recente – si fa per dire – qualche appassionato amarcord potrebbe ricordarsi il 155 a 154 dei Minneapolis Bucks sui Seattle Supersonics del 9 novembre 1989. Con 5 tempi supplementari, per un totale di 73 minuti, è infatti la partita di basket più lunga da quando sono stati introdotti i 24 secondi. Per molti fu anche la serata perfetta per mettere a segno alcuni record personali. Come il career high della guardia dei Bucks Ricky Pierce e della stella dei Sonisc Dale Ellis che mise a segno 53 punti. I 69 minuti di permanenza sul campo di Ellis sono anche il record di minuti giocati in una singola partita Nba.
E pensare che in quella stagione i Bucks sarebbero stati eliminati al primo turno di playoff mentre Seattle non avrebbe nemmeno raggiunto la post-season. In altre parole, non è detto che per vedere sfide interminabili servano necessariamente squadre e giocatori indimenticabili. Non è il caso di Duncan per il quale, supplementari o meno, c'è già un posto prenotato nella Hall of Fame.