I segreti dello scatto perfetto. Come fare il pieno di like sui social
Gestire la luce, l'inquadratura, la prospettiva. I suggerimenti pratici e i trucchi del mestiere di un fotografo specializzato nel catturare la bellezza di modelle, celebrità e influencer.
Ha conquistato Emily Ratajkowski e Irina Shayk, due delle modelle più famose al mondo. Insieme sfiorano i 45 milioni di follower su Instagram, entrambe gli hanno chiesto di poter pubblicare alcuni suoi scatti sui loro affollatissimi profili.
Da circa dieci anni, da quando era un adolescente timido e un po' insicuro della provincia di Pescara, Manuel Bifari è specializzato nel cogliere, ritrarre ed esaltare la bellezza femminile. Ha cominciato per gioco con le amiche che, entusiaste del risultato, intasavano dei suoi lavori le loro bacheche di Facebook. Con il tempo e il trasferimento a Milano, lo studio, una pratica appassionata e inesausta, è diventato un riferimento per le influencer italiane più quotate, che restano incantate dal suo tocco d'artista. Lo chiamano, lo vogliono, se lo contendono.
«Sono solo un fotografo 2.0, attratto dall'immediatezza del digitale, della velocità dei social network» si schermisce lui, che non vive di rendita per la precocità, per essere stato tra i primi a intuire il potenziale di queste piattaforme. Piuttosto, ha cesellato un linguaggio stilistico, l'«orange tone», quella sfumatura d'arancio che è presente in maniera palese o di sottofondo nella maggior parte delle sue immagini: «Hanno sempre qualcosa di caldo. È come la mia firma. Su Instagram la vedo spesso replicata da altri». A suo modo, Bifari ha fatto tendenza: è diventato a sua volta un influencer, al punto che la rivista Forbes lo ha inserito nella lista dei talenti sotto i trent'anni più meritevoli del Bel Paese.
Panorama gli ha chiesto di partecipare a un esperimento, prestarsi a un piccolo gioco di ruolo: essere un maestro per un giorno. Svelare segreti, trucchi e metodi per realizzare foto di qualità senza possedere particolari competenze tecniche, né un'attrezzatura di livello professionale. Insomma, facendosi bastare uno smartphone non troppo datato, più un'overdose di pazienza. Lo scopo: aiutarci a costruire ricordi di come siamo, souvenir delle vacanze attuali e future. Uno splendido album in divenire del cammino del proprio tempo.
«Una premessa è d'obbligo» chiarisce subito il fotografo: «Non ci sono eccezioni o missioni disperate. Ogni persona ha i suoi punti di forza, vanno solo valorizzati. Mai arrendersi a priori, darsi per spacciati ritenendo di non essere fotogenici. La ricetta principale è insistere, sperimentare. Divertirsi, sia davanti che dietro l'obiettivo».
Bifari ragiona per esperienza diretta: «Ero il primo a provare imbarazzo. In viaggio chiedevo una foto agli amici, mi irrigidivo, sembrava non la volessi davvero». Ora che ha l'occhio allenato, impiega pochi attimi a individuare come dare risalto al suo soggetto, mentre noi neofiti dovremo applicarci: procedere per tentativi (tanti) ed errori (tantissimi). Scattare a raffica, preoccuparsi dopo di cancellare smorfie e orrori. È un'operazione gratuita e indolore, a tratti persino esilarante.
La psicologia prevale sulla metodologia, l'istinto sull'istante: «Chiacchieriamo a lungo con la persona che desideriamo ritrarre, facciamola rilassare. Invitiamola a distrarsi, quasi a dimenticarsi di noi. Se siamo al mare, diciamole di prendere il sole, di parlare con qualcun altro lì intorno. Il silenzio crea tensione, le chiacchiere la sciolgono». Inoltre, inseguire l'autenticità: «Capiamo di che umore è il soggetto e assecondiamolo. In foto si viene bene pure da malinconici o arrabbiati».
Dopo aver creato le condizioni ottimali, è il momento di badare ai dettagli: «La luce sul volto cambia tutto. Le ombre dure mutano, finanche stravolgono un'espressione, imbruttiscono gli occhi e il naso. Se si è in casa, è opportuno posizionarsi davanti a una finestra, meglio se protetta da una tenda, che farà da filtro. O si può intercettare un raggio di sole su un muro. Mai stare sotto una lampada». All'esterno, invece, è fondamentale guardare l'orologio: «Nel pomeriggio, dalle sei di sera in avanti, l'aria si colora, diventa più rossa. Sconsiglio vivamente le ore intorno a mezzogiorno».
Quanto allo sfondo, «meglio colori chiari o dove c'è dell'acqua, che genera riflessi interessanti. E fare caso a quanto succede dietro il protagonista di una foto, vanno scansati elementi di disturbo o troppo in movimento, che potrebbero rovinare l'effetto finale». Un bambino intento a fare la linguaccia o una pattumiera colma di rifiuti spengono qualunque tentativo di magia. Infine, è bene chiedere una mano alla prospettiva: «Scattando dal basso si tende ad allungare il soggetto e renderlo più snello». Dall'alto, si schiaccia e s'ingrassa, prendete nota.
Per il resto, la tecnica è supportata dalla tecnologia: «Lo smartphone consente di avere sullo schermo una griglia digitale che divide il campo visivo in nove parti. Quella centrale ha la forza maggiore, è il primo punto su cui si poseranno gli occhi dello spettatore». È l'area da valorizzare. Poi, se il risultato convince a metà, meglio lasciar perdere i filtri Instagram, né prendere una laurea in Photoshop: «Ci sono applicazioni ad hoc per aggiustare le sbavature in maniera intuitiva. La più famosa e utile è Facetune. Aiuta a togliere qualche ruga, a rendere la pelle levigata».
I censori, i puristi, non s'indignino: «Dico no a snaturare il corpo, a renderlo irriconoscibile, ma non ci vedo niente di male a ricorrere a qualche ritocco. È come usare un filo di make-up per uscire la sera» commenta Bifari, consapevole che la fotografia non sia soltanto un'immagine, un attimo cristallizzato, un frammento strappato via all'oblio della memoria: «Uno scatto è uno degli strumenti di seduzione più diffusi. Cattura il fascino, accende l'attenzione». La trasforma in tentazione. La fotografia ferma e afferma quel concetto sfuggente che chiamiamo bellezza. Più che un metodo per accumulare «mi piace», è un mezzo per piacersi.
Il fotografo Manuel BifariManuel Bifari
Le sue immagini raccontano l'anima di chi mette in posa
Manuel Bifari, Abruzzese, 26 anni, è un fotografo molto quotato tra modelle e influencer. Vive a Milano, dove ha co-fondato la casa di produzione Me Productions. La rivista Forbes lo ha appena inserito nella lista dei talenti italiani under 30. Ha realizzato tutti gli scatti pubblicati in queste pagine.
- Vacanze, dove scappare all'estero (ora che si può) - Panorama ›
- Scatto, dunque sono. Il trionfo dell'immagine nella «photo society ... ›
- L'algoritmo dell'amore - Panorama ›
- Samsung, ecco i nuovi telefoni pieghevoli. La sorpresa è il prezzo. - Panorama ›
- Una mostra fotografica collettiva per raccontare la vita reinventata - Panorama ›
- Instagram, sette consigli per avere un profilo di successo. E aumentare i follower - Panorama ›
- La maturità dei pieghevoli. Samsung svela i nuovi modelli Galaxy Z - Panorama ›