La Serie A va in Cina: ecco il piano per sfruttare il nuovo mercato
La Figc incontra i vertici cinesi in Italia. Diritti tv e non solo per aumentare i ricavi da Pechino. Ma senza esportare gare di A
La Serie A guarda alla Cina e prova a costruire una sua Via della Seta approfittando della presenza del presidente Xi Jinping a Roma. I vertici federali hanno colto l'occasione per un incontro ad alto livello per studiare progetti comuni di sviluppo del business legato al pallone, così che nei prossimi anni il calcio italiano possa recuperare una parte del ritardo accumulato nei confronti di alcuni competitor.
Sul tavolo soprattutto la partita dei diritti tv, visto che dall'altra parte ci sarà il vice ministro Shen Haixiong che è a capo di broadcaster con audience potenziale di oltre un miliardo e mezzo di persone.
L'incontro è stato preceduto dall'esclusiva pubblicata dal Financial Times secondo cui l'accordo si spingerebbe oltre e porterebbe la Figc e i club italiani a prevedere lo spostamento di alcune partite di grande interesse direttamente in Cina, per avvicinarsi ulteriormente al mercato asiatico.
In realtà la lettera di intenti allo studio non arriva a tanto, parla di "gare ufficiali" da organizzare nei prossimi tre anni e l'idea è quella di riportare in Cina la Supercoppa italiana alla fine dell'attuale contratto con l'Arabia (nel gennaio scorso si è disputata a Gedda) o ragionare sulla Coppa Italia come apripista. Non oltre, anche perchè il campionato rimane un ambito sacro e difficile da toccare e la stessa Fifa non vuole che i tornei nazionali si giochino al di fuori del confini.
Basti pensare alla battaglia persa dalla Liga spagnola per far giocare in questo inverno Barcellona-Malaga a Miami. In Spagna è stata la federazione locale ad opporsi con tutti i mezzi, facendo fallire il piano.
EPA/ROLEX DELA PENA
Per il resto, la lettera di intenti prevede partite amichevoli tra le nazionali dei due paesi, sia maschili che femminili, ritiri di squadre sul territorio italiano, sviluppo del marketing e commercializzazione in Cina "dei diritti relativi alla storia della nazionale italiana", inclusi memorabilia e materiale di merchandising.
Nella lettera si prevede poi "la diffusione delle gare dei campionati italiani nei cinema cinesi", la partecipazione di 'leggende' azzurre ad eventi in Cina, incluse gare con rappresentative locali. Infine la Var: la bozza da accordo parla di "assistenza e supporto allo sviluppo della tecnologia VAR a supporto dei direttori di gara cinesi".
Va ricordato che i rapporti tra il calcio tricolore e quello cinese sono stretti da tempo. Marcello Lippi è stato commissario tecnico della nazionale locale dal 2016 al 2019 dopo aver allenato il Guangzhou ed ora sulla panchina della Cina c'è una leggenda azzurra come Fabio Cannavaro.
In Italia è sbarcato nel 2016 anche Zhang Jindong con il suo impero Suning: l'investimento nell'Inter è stato sinora vicino al mezzo miliardo di euro tra immissioni dirette e sponsorizzazioni.