Sogni lucidi, come sperimentarli e perché ci rendono più intelligenti
Anche i sogni lucidi sono accessibili a tutti ma, senza le giuste indicazioni, è raro raggiungerli ed è ancora più raro riuscire a rimanervi. Per farlo basterà attuare una serie di semplici esercizi da integrare al nostro quotidiano per un minimo di 21 giorni.
Il sogno lucido viene scandito nel momento in cui ci si accorge che stiamo sognando, quindi avviene il primo step: il risveglio (la lucidità). Una volta che ci siamo risvegliati nel sogno bisogna prenderne le redini, ambientarsi alle leggi fisiche e rimanere vigili il più possibile. In questa fase ci renderemo conto che lo spazio e il tempo diventeranno molto più malleabili, ossia sono concetti che vengono trainati dalla nostra “forza pensiero”, perciò: penso una cosa e quella può verificarsi sull’immediato (che sia l’apparizione di una persona che conosciamo o un cambio di scenario repentino). Il pensiero agisce nel sogno come il nostro corpo agisce nella realtà vegliante; cambiandone l’ordine. Ma se riusciamo a non farci distrarre dagli eventi, potremo guidare il sogno a nostro piacimento.
Nel precedente articolo abbiamo raccontato il significato dell'importanza dei sogni, del potenziale che sprigionano mentre noi nemmeno ce ne accorgiamo e di quanto sarebbe utile conoscere meglio questo mondo per sperimentare dei cambiamenti (in positivo) anche nella realtà di tutti i giorni.
Per riappropriarsi dei propri sogni e per riuscire a manovrarli lucidamente è necessario attuare una serie di semplici esercizi da integrare al nostro quotidiano per un minimo di 21 giorni. Questi piccoli compiti sono fondamentali per raggiungere grandi risultati e sono molto utili per facilitare il lavoro delle nostre sinapsi al fine di vivere i sogni con maggiore cognizione.
Perché bisogna ripetere gli esercizi per 21 giorni di fila?
Per riuscire a svegliarsi in un sogno lucido e, successivamente, imparare a manovrarlo, è fondamentale sottoporre la nostra mente ad un minimo di attività cerebrale per 21 giorni. 21 giorni perché rappresentano la durata necessaria a scandire il tempo che serve al cervello per avviare una nuova mansione che verrà etichettata come “nuova abitudine”. Infatti, se ripetiamo la stessa azione (come ad esempio bere il caffè al mattino, o guardare un film la sera, o consumare un pasto ad una determinata ora e così via...) e la portiamo avanti per la durata di 3 settimane, per il nostro cervello sarà più semplice e naturale innescare quell’azione e ripercorrere tutti i passaggi che la compongono. Come se andassimo in modalità “pilota automatico”. E, non solo, il cervello comincerà a sentire il bisogno di ripetere quell’azione perché, volente o nolente, lo avete programmato voi così.
Ci sono 4 piccoli, grandi esercizi che potrebbero sembrare innoqui all’apparenza, ma che nell’effettivo manifestano un ragguardevole potere per il vostro intelletto. Già dopo 2 settimane dovrestte vederne gli effetti.
Prima di partire con gli esercizi bisogna spiegare un breve concetto. Come sappiamo, il cervello è diviso in 2 emisferi. L’emisfero sinistro rappresenta “l’ingegnere” (oltre ad essere specializzato nei i processi linguistici, comanda in quelli sequenziali e nella percezione-gestione degli eventi che si susseguono nel tempo) ed è maggiormente qualificato nella percezione analitica della realtà. Mentre l’emisfero destro è il “poeta” (più specializzato nell’elaborazione visiva e nella percezione delle immagini, nella loro organizzazione spaziale e nell’interpretazione emotiva); più sommariamente, al cervello poeta spetta la percezione globale e complessiva degli stimoli.
Dunque per sollecitare il funzionamento di entrambi gli emisferi dovremo fare tutto (o quasi tutto) quello che facciamo tutti i giorni con la parte di noi che solitamente non usiamo. Ossia: se siete mancini dovrete sforzarvi di usare la mano destra, viceversa se siete destrimani. Questo perché la parte sinistra del nostro corpo sviluppa l’emisfero destro del nostro cervello e la parte destra del nostro corpo sviluppa l’emisfero sinistro. Dunque la parola chiave è: ambidestria. Utilizzando la parte più “monca” del nostro corpo andremo ad allenare la parte più “monca” del nostro cervello.
Primo esercizio. L’ambidestria:
Sforzatevi ogni giorno il più possibile per mangiare, bere, scrivere, disegnare, fumare, fare qualsiasi cosa con la mano, il braccio o la gamba con cui siete più scomodi. Non dovete fare tutto perfettamente, basta farlo e ripeterlo.
Secondo esercizio. La noce:
Prendete una noce e tenetevela sempre nella mano che non siete abituati ad usare. Il mancino dunque la terrà nella mano destra e il destrimano la terrà nella mano sinistra. E portatevi dietro quella noce ovunque andate. Tenetevela in tasca e continuate a girarvela nella mano. Tutto il tempo che riuscite a investire in queste piccole mansioni sarà tempo prezioso per il funzionamento del vostro cervello.
Tra l’altro, ironia della sorte, la forma della noce ricorda molto bene la forma di un cervello.
Terzo esercizio. La respirazione:
Respirate e sforzatevi di rimanere nel qui e ora. Prima di andare a dormire cercate di svuotare la mente, senza ripercorrere ricordi passati o prospettive future o magagne del presente. Non esiste passato, presente e futuro nei sogni e non deve esistere nemmeno per voi mentre vi coricate a letto. Fate respiri profondi e rilassate il corpo. Dovete tornare bambini e mettere da parte la realtà che siete abituati a vivere.
Quarto esercizio. Le domande:
Una volta che avrete ricominciato a sognare più frequentemente e ad accorgervi che sarà diventato più facile accedere al mondo dei sogni, potrete prendere il controllo di quel mondo e farne ciò che vorrete. Solitamente la prima cosa che fanno tutti è volare (ps: per farlo consiglio di prendere la rincorsa o di lanciarsi da un’altezza perché non ci verrà naturale spiccare il volo da un momento all’altro, essendo abituati a sentire la terra sotto ai piedi). Ma oltre a tutte le meravigliose occasioni che avrete per sperimentare la vostra fantasia, potrete anche fare domande e scoprire grandi rivelazioni su di voi e sui misteri della vita. Anzi, le domande sono parte fondamentale del risveglio.
Tutte le persone (o comparse) che incontrerete nei vostri sogni sono lì per un motivo. Ad ognuno di loro dovrete riuscire a fare delle domande. Alcuni vi volteranno le spalle (quindi significherà che sono solo delle proiezioni senza sostanza), altri vi risponderanno e vi guideranno ovunque vorrete essere guidati. Chiedete ad ognuna delle persone che incontrerete questa domanda “sei tu la mia guida?” fino a che uno di loro non vi dirà “Sì”. Affidatevi, sarete al sicuro.
Perciò fatevi avanti, fate domande, insistete, sbizzarritevi. Deve partire da voi. Se non lo farete voi non lo farà nessun altro. Chiedete qualsiasi cosa desiderate sapere. Il sogno è un’ottima opportunità per decifrare l’indecifrabile.
Rimanere a lungo in un sogno lucido richiede parecchia energia, quindi è difficile rimanerci per tanto tempo mantenendo la concentrazione in modo costante. Ad un certo punto verrete distratti e non vi accorgerete più di avere voi i comandi del vostro inconscio. Oppure potreste vivere un momento estremamente emozionante e quindi potreste risvegliarvi con il fiato corto e i battiti del cuore a mille.
Ma non preoccupatevi, il mondo dei sogni fa parte di voi e voi fate parte (anche) di quel mondo. Non va da nessuna parte. Ogni notte potrete riprovarci e ogni giorno potrete mettere in pratica gli esercizi che vi abbiamo descritto per potenziare le vostre abilità cognitive e ampliare i vostri orizzonti fantastici. Detto questo, fatelo: sognate ed esplorate i vostri sogni con lucidità. E’ gratis, è bello ed è uno dei super poteri che possiamo sviluppare senza dover dipendere da nessuno al di fuori di noi stessi.