Sting, niente eredità ai figli: è giusto o sbagliato?
Secondo il cantante i suoi sei ragazzi devono guadagnarsi da soli da vivere
220 milioni di sterline. E' quanto il cantante Sting avrebbe fino ad oggi guadagnato nella sua lunga e ricca carriera tra dischi e concerti. Un bel patrimonio che, però, l'interprete non avrebbe voglia di dividere con i suoi sei figli. Non per tirchieria, sia ben chiaro, ma per desiderio di insegnare alla sua numerosa prole il valore del denaro e la necessità di guadagnarsi da vivere. A spiegare le sue teorie educative è stato lo stesso Sting in una lunga intervista rilasciata al "Mail on Sunday" nella quale il cantante ha detto: "Devono lavorare. Tutti i miei figli lo sanno e raramente mi chiedono del denaro. Per questo li apprezzo e rispetto".
Del resto il brand "Sting" conta un centinaio di dipendenti fissi ai quali il cantante dà da mangiare e quindi è vero che incassa una fortuna, ma le voci di spesa sono altrettanto numerose. "Quello che guadagno, spendo – ha dichiarato al Mail on Sunday - Abbiamo un sacco di costi fissi e i soldi se ne vanno. Non penso mai di mettere da parte qualcosa, tipo un trust per i miei figli. Loro sanno che dovranno lavorare per vivere".
La sua tesi è che i figli "Dovranno avere successo contando solo sui loro meriti, non sul mio denaro". Detto questo è anche chiaro che "Ovviamente sono pronto ad aiutarli se dovessero avere dei problemi ma fino a oggi non è mai successo".
Pare che il tema del soldo facile per i figli dei ricconi sia parecchio caldo e che in molti siano preoccupati di crescere rampolli pigri ed annoiati. Tra questi c'è Victoria Beckham che ha dichiarato di concedere ai suoi ragazzi solo una piccola paghetta mensile che devono imparare ad amministrare. Lo stesso vale per la ciurma dei bradgelina e per i figli di Nigella Lawson secondo la quale la ricchezza dei genitori può essere un problema che ricade sulla pelle dei figli.
C'è invece chi, come l'attore Lino Banfi, ritiene che non sia giusto negare ai figli il proprio sostegno economico e al Messaggero ha dichiarato: "I figli sono i destinatari naturali dei frutti del nostro lavoro. Privarli dei beni materiali è inammissibile e si giustifica solo se hanno dimostrato inequivocabilmente di volerli sperperare".