Tartufo quel piacere così vicino al sesso
Un eccellente purè di tartufo bianco al 99 per cento, finemente macinato. Un cucchiaino a testa sciolto in burro od olio è la quantità ideale per arricchire risotti e paste, uova, filetti di carne.
Vogliamo dare una mano a E.L. James, di certo alla ricerca di spunti erotici per il sequel della trilogia bestseller Cinquanta sfumature di Grigio? Invitiamola ad Alba alla Fiera del tartufo. Se la signora ha davvero inclinazioni perverse, l’aroma del bianco pregiato, Tuber magnatum pico, potrebbe scatenarle più di una fantasia. Per noi, in Europa, niente di nuovo. Da secoli i francesi hanno scoperto che la scrofa punta e scava il tartufo nero nei boschi del Périgord perché il suo effluvio contiene gli stessi composti odorosi che entrano nelle ghiandole sessuali del verro. E meno male che si tratta di quello nero, pochissimo profumato: se fosse il cosiddetto bianco d’Alba, olfattivamente corrispondente a un ipermaschio, sarebbe uno sfracello. Difatti da noi si usano cagnolini perbene, con maggiore self control. Misteriosa è la geografia del pregiato fungo ipogeo di cui, secondo alcuni, nei dintorni di Alba è rimasta solo l’ombra: la raccolta si è spostata nel Roero, tra Bra e Canale d’Alba, e nel Monferrato, sede di buona parte dei 4 mila «trifolau» con patentino ufficiale. La suspense adesso è tutta sull’annata. Come sarà la raccolta 2012?
La domanda irrita Andrea Rossano, patron della Tartufingros, fornitore di chi può permettersi il meglio: «È troppo presto per parlare. Il tartufo ha patito la siccità e, a meno che questo mese non piova, avremo un prodotto caro e di qualità mediocre». Tra i 2 mila e i 5 mila euro al chilo: come mangiare frutta acerba pagandola un botto. Ed è una stupidaggine, perché il fascino del bianco pregiato è illusorio, volatile, puramente olfattivo. Per goderlo basterebbe annusarlo a costo zero sulle bancarelle o quando passa al ristorante diretto ad altri.
Va ricordato che il tartufo è generoso: a fine dicembre termina il bianco, ma arrivano il nero uncinato e il nero pregiato che durano fino a marzo; da aprile a maggio c’è il bianchetto, da luglio a settembre lo scorzone e il nero estivo. Da buoni a molto buoni. Basta saperne esaltare le diverse personalità.