Il teatro in Italia riparte dai musical
Notre Dame de Paris celebra i suoi primi 20 anni in Italia e per festeggiare l’esordio sulle scene italiane torna in tour con il cast originale. Un segnale forte per il settore, uno dei più colpiti dalla pandemia, che grazie ai musical sembra trovare nuova linfa vitale.
«Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso». A pronunciare questa frase è stato Gigi Proietti, immenso attore di formazione teatrale che ha regalato alla città di Roma il Globe Theatre, fedele replica del più famoso teatro del periodo elisabettiano, situato nel cuore di Londra.
Si può dire che l’intera storia dell’umanità sia legata al teatro. Sappiamo per certo che anche i popoli primitivi mettevano in scena vere e proprie rappresentazioni, per narrare a una platea più o meno ampia, fatti della quotidianità o eventi di particolare rilevanza, come la fine della notte polare per gli eschimesi. Per noi il teatro è poi quello di Livio Andronico, di Plauto e di Seneca, e dopo ancora quello di Niccolò Machiavelli, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso.
Teatro è la Commedia dell’Arte del XVI secolo con i personaggi comici di Carlo Goldoni, ma anche il teatro verista di Giovanni Verga e le meravigliose opere liriche di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Giacchino Rossini.
Oggi, il teatro è anche musical, una particolare forma di esibizione che combina dialoghi recitati, canto e danza. E nonostante la musica sia stata parte del teatro sin da tempi antichi, questa particolare corrente artistica trova il suo sviluppo oltreoceano a partire dal XIX secolo. In Italia, il musical arriva soltanto negli anni Cinquanta, sotto forma di «commedia musicale», grazie al lavoro di Pietro Garinei e Sandro Giovannini. Sono loro i due successi come Aggiungi un posto a tavola e Rugantino.
Ed è a un altro grande artista italiano che si deve la nascita di uno dei musical di maggiore successo a livello mondiale. Riccardo Cocciante è infatti la mente creativa dietro Notre Dame de Paris, che quest’anno celebra 20 anni dal suo debutto in Italia. Per onorare questo importante traguardo, lo spettacolo sarà in tour per tutto il 2022 e avrà come protagonista l’intero cast originale del debutto.
Notre Dame de Paris
«Sono trascorsi 20 anni dalla prima rappresentazione italiana ma la forza, la maestosità e la grandezza di quest’opera popolare sono quelle del primo giorno» ha raccontato Cocciante durante la presentazione del nuovo tour. «Notre Dame de Paris parla dell’anima umana, che è eterna e soffre, ieri come oggi, per amore e per le ingiustizie. La forza del musical proviene però anche dal pubblico che continua ad appassionarsi alla storia di Esmeralda e Quasimodo, due diversi che lottano per essere amati e amare».
Notre Dame de Paris racchiude un’alchimia unica e irripetibile, 20 anni di musiche, danze e acrobazie che hanno emozionato il pubblico e reso lo spettacolo uno dei più amati, superando le presenze dei più grandi live della musica rock e pop. Dal 2002, Notre Dame de Paris è stato visto in 47 città per un totale di 159 appuntamenti e 1.346 repliche complessive. Secondo l’impresario e produttore visionario David Zard: «Questo progetto è entrato nel dna degli italiani. Il nostro paese non aveva mai visto tanti spettatori e repliche per un musical prima. Notre Dame de Paris non solo ha detenuto ogni record di pubblico in Italia, ma ha rivoluzionato la scena dello spettacolo nel nostro Paese».
Il musical vuole essere «un inno di rinascita per tutti», dopo anni difficili a causa della pandemia. Secondo l’Annuario dello Spettacolo 2020 stilato dalla SIAE, il teatro ha subito una perdita del 64,68% nel primo anno di pandemia. Il musical è stato poi costretto a uno stop totale dopo il mese di febbraio, portando così il totale di spettatori a un misero 505.000. Nel 2020, iIl pubblico ha speso per l’acquisto di biglietti e abbonamenti 12,4 milioni di euro, con una diminuzione del 74,80%.
Incoraggiano gli 80.000 biglietti venduti nel 2021 per Pretty Woman, il musical ispirato all’iconica pellicola andato in scena a Milano al Teatro Nazionale. In una nota, il direttore generale della struttura, Matteo Forte ha dichiarato: «Questi numeri sono un segnale forte e importante verso tutti coloro che, come il sottoscritto, ritengono che il virus possa essere fronteggiato con misure chiare e puntuali che garantiscono sicurezza al pubblico».
Forte lancia però anche un messaggio chiaro al governo, auspicandosi che quest’ultimo «non lasci soli i teatri con gli aumenti delle bollette e dell'energia elettrica».
Intanto, il calendario di musical per la stagione si mostra ricco e ambizioso. alla Fabbrica del Vapore di Milano, fino al 30 gennaio andrà infatti in scena Alice! In Wonderland uno spettacolo di noveau cirque unico nel suo genere, fatto di acrobazie e costumi incredibili, giochi di luci e musiche evocative. Terminerà il prossimo 10 aprile a Bari, il tour del musical tratto dal film Ghost con Mirko Ranù, Giulia Sol e Gloria Enchill nei ruoli principali.
A febbraio, grazie a Musical Time, torna in Italia anche Spring Awakening, il controverso rock musical vincitore di numerosi Tony Award, basato sull’opera di Frank Wedekind. E ancora Aladin (al Brancaccio di Roma), La piccola bottega degli orrori (al Metropolitan di Catania) e l’amatissimo Grease, portato ancora una volta in scena dalla Compagnia della Rancia, con la regia del grande Saverio Marconi.
Il mese di ottobre sancirà poi il ritorno del Rocky Horror Show, che darà il via al suo tour con 12 date al Teatro Arcimboldi di Milano.
Il musical, dal palco al grande schermo
Il Re Leone, La Bella e La Bestia e Aladin. Ma anche La La Land, A Star is Born e Bohemian Rapsody. Il musical non è solo una scommessa vincente per il teatro ma anche per il grande schermo. I sei titoli elencati sono riusciti a incassare in totale oltre cinque miliardi e mezzo.
E mentre si aspetta l’arrivo del nuovo film di Baz Luhrmann (Il Grande Gatsby, Moulin Rouge) dedicato alla vita di Elvis - di cui negli scorsi abbiamo avuto il primo assaggio - nelle sale italiane, tra un supereroe e l’altro, compare anche il remake di West Side Story firmato da Steven Spielberg.
«Si tratta probabilmente del film più arduo della mia carriera. West Side Story vanta quella che è forse la più grande partitura musicale mai scritta per il teatro e ognuno di noi ne è assolutamente consapevole» ha dichiarato il regista.
Le vicende del nuovo film si svolgono nell'estate del 1957 nelle strade di due quartieri confinanti dell'Upper West Side, ovvero Lincoln Square e San Juan Hill. All'epoca, Lincoln Square era abitata dai discendenti di coloro che erano emigrati negli Stati Uniti durante il XIX secolo, prevalentemente dall'Europa. Gli abitanti di San Juan Hill, invece, erano principalmente portoricani che avevano preso parte all'immigrazione di massa avvenuta in seguito alla Seconda Guerra Mondiale.
A causa della distruzione di questi quartieri, quasi tutti gli abitanti dell'area furono costretti ad abbandonare le loro case. Per la maggior parte, la città spostò i discendenti dei primi immigrati europei e gli ultimi arrivati ispanici da un'altra parte. Il trasferimento di queste popolazioni e l'effetto di questo spostamento sui quartieri sono un elemento cruciale nella sceneggiatura. Nella sua rivisitazione, Kushner disegna un ritratto multidimensionale di ciascun personaggio, creando storie individuali che motivano le loro azioni. Spingendosi ancora più oltre, Spielberg e Kushner hanno completamente reimmaginato un personaggio – il gentile droghiere Doc – trasformandolo nella sua vedova, una premurosa donna portoricana che fa amicizia con il giovane Tony. Fin dall'inizio, questo ruolo è stato scritto per Rita Moreno, che si è unita al progetto anche in qualità di produttrice esecutiva.
Grazie a Magazzini Salani, per celebrare il ritorno sullo schermo di West Side Story, il musical si trasforma anche in un libro scritto da Irvin Schulman, uno tra gli scrittori e sceneggiatori più celebri della sua generazione, autore di molti soggetti adattati per il cinema che nel 1961 ha firmato il romanzo originale di West Side Story.