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(Netflix)
Televisione

Bridgerton stagione 3, parte 2: l’amore vince ancora su tutto?

Parte oggi la seconda parte della terza stagione della serie Netflix che sta spopolando, a colpi di sentimenti...

Leviamoci subito il pensiero. «Una donna che dice quel che pensa non è mai banale». Parte proprio da qui oggi 13 giugno la seconda parte di Bridgerton 3, dalla riflessione sulla verità che, per una donna, può perfino diventare sexy. O assai pericolosa. Certo, a volte occorre scegliere tra la realtà e le proprie fantasie e per 8 puntate di fila (quelle nuove vanno dalla 5 alla 8 e durano un’ora l’una) Penelope Featherington si strugge proprio su questo, cioè si consuma tra il desiderio romantico di coronare il suo amore con Colin Bridgerton e l’urgenza ante litteram di dare un senso al suo talento e… continuare a scrivere sciocchezze su un foglio di gossip.

Insomma, vincerà un futuro tutto a cuoricini rosa & rossi o Pen rinuncerà a una famiglia per seguire solo le sue aspirazioni in una Londra rigidamente Regency in cui ci si può innamorare con disinvoltura di magnifici uomini di colore senza suscitare alcun stigma, fare sesso prima del matrimonio su un’ottomana come se fosse la cosa più normale del mondo nel 1815 a Londra, ma le donne no, per carità, possono solo aspirare a diventare mogli/madri? «Le donne non hanno sogni, hanno mariti», dice la madre dai capelli ancora rossi Tiziano alla piccola e paffuta Pen.

Sì, ma poi che succede? Andiamo con ordine. Intanto, sappiate che la prima parte della serie in costume di quel geniaccio di Shonda Rhimes è andata in onda il 16 maggio e ha segnato il più grande debutto di sempre con oltre 41 milioni di visualizzazioni nei primi quattro giorni. Ma c’era da aspettarselo.
La novità di questa fine di stagione è che perfino Cressida Cowper, la graziosa zitella biondina che sorprendentemente nessuno vuole, trova una exit strategy appena scopre che accettando di sposare un vecchio nobile conservatore non solo non potrà più andare alle feste più di una volta al mese ma sarà costretta a rinunciare agli outfit pomposi da Crudelia De Mon in technicolor che i costumisti hanno disegnato e cucito con maestria apposta per lei: a quel punto perde la testa e dichiara di essere Lady Whistledown. Del resto la Regina Charlotte ha offerto una ricompensa di 5 mila sterline a chi avrebbe rivelato l’identità della scrittrice e lei ha bisogno di denaro per comprare… la sua libertà.

Penelope, la vera Lady Whistledown, su consiglio di Eloise, tace. Solo che poi la situazione si complica e allora decide di scrivere il suo ultimo bollettino. Peccato che, dopo “solo” 6 puntate, anche Colin si sveglia e… l’aspetta fuori dalla copisteria. Questo mentre voi siete ancora lì a domandarvi il significato della parola “lucore” buttata lì dalla modista come se la usasse ogni giorno della sua vita da quando aveva appena 8 anni: la traduttrice l’ha scelta per manifestarci la sua superiorità, ma in realtà avrebbe fatto meglio a sfogliare il dizionario dei sinonimi e scegliere tra “lucentezza, splendore, luminosità”.

Comunque sì, Pen e Colin fanno l’amore e lo fanno su un divanetto di una casa piena di polvere che diventerà il loro nido d’amore. Poi, in ordine sparso: Benedict Bridgerton, il libertino della famiglia che a ogni stagione cambia più donne che espressione, scopre che la sua nuova amante ama i menage à trois (e chissà cos’altro), fa lo schizzinoso/moralista e scappa (vabbè); Francesca è decisa a sposare il suo fidanzato con cui ama sedersi sulle panchine a fissare il vuoto nel più assurdo dei silenzi, ma deve confessarlo alla Regina e teme lei non darà loro la sua benedizione; Kate e Anthony aspettano un bambino; Will chiude il suo club per gentlemen e con Alice lancia il ballo più originale della stagione.

Ma resta aperta una domanda: perché Lady Dambury è ostile alla possibile relazione tra suo fratello Marcus e la vedova Violet Bridgerton? Se poi Penelope diventerà davvero una scrittrice e, proprio per quello, Colin la rispedirà al mittente o vincerà su tutto l’amore e voi piangerete di gioia non si sa. Oppure non vogliamo dirvelo.

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Ilaria Bellantoni

Avrebbe dovuto fare la maestra di sci, invece si è messa a scrivere. Duraniana e juventina, è famosa per fare domande imbarazzanti in ognuna delle quattro lingue che conosce. Laureata vanamente in scienze politiche, si occupa da sempre di costume e spettacolo e ha lavorato come caposervizio a Max, Myself, Glamour, GQ e Vogue Italia. Ha due figli (Berenice e Vittorio) e un golden retriever (Rio). Dopo aver pubblicato un libro, Lo chef è un Dio (Feltrinelli), è stata ghost writer di celebrità e politici e porta in giro il Festival della Parola Reloaded. Vive a Milano, ma sogna di trasferirsi in una villa a Ko Phangan. O in una baita a Courmayeur.

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