Cucine da incubo: ripartono le "missioni impossibili" di Cannavacciuolo
Domenica 2 aprile debutta su Sky Uno la nuova stagione del fortunato format condotto dallo chef tristellato. Al centro di questa edizione ci sono le famiglie italiane, protagoniste della rinascita dei loro ristoranti: "Le loro storie ci fanno riflettere ed emozionare"
Ci sono le famiglie italiane (ma non solo) al centro della nuova stagione di Cucine da incubo, il format culto che ha lanciato televisivamente Antonino Cannavacciuolo ormai dieci anni fa. Nel frattempo, lo chef ha creato un impero tra ristoranti e hôtellerie che conta un totale di 7 Stelle Michelin (di cui tre solo per il suo Villa Crespi) ed è entrato nel cuore del pubblico, con cui ha stretto un patto sempre più solido. Le sue competenze imprenditoriali le mette da tempo a disposizione nelle "missioni impossibili" dello show - al via da domenica 2 aprile in esclusiva su Sky Uno e in streaming solo su NOW - in cui entra a gamba tesa nelle strutture a un passo dalla chiusura in cui regnano liti, improvvisazione e cattiva gestione.
Cucine da incubo, la nuova stagione del format con Cannavacciuolo
In dieci anni di Cucine da incubo, Antonino Cannavacciuolo ha contribuito alla rinascita imprenditoriale di oltre una settantina di ristoranti, osterie e locande in tutta Italia affrontano a colpi di pacche sulle spalle, consigli sulla scelta delle materie prima, supporto imprenditoriale ed emotivo, anche i casi più disperati. Ma il cambio di passo riesce solo a chi ci crede veramente: “Il segreto? La motivazione. Quando si crede a ciò che si fa e a dove si vuole arrivare, quando poi ci sono anche dei figli, dei giovani con tanta voglia di crescere, allora ce la si può fare. Quando, invece, si sottovaluta questa professione, quando ci si crede degli chef solo perché si sa preparare un piatto di spaghetti e due uova, non si arriva molto lontano", spiega lo chef alla vigilia della prima puntata. Perché le missioni sono impossibili? Perché spesso i ristoranti sono a conduzione familiare e questo provoca ripercussioni sia sui legami affettivi che lavorativi. E davanti ai clienti insoddisfatti, alla scarsa qualità del cibo, all'incuria e all'indolenza, anche i rapporti più solidi tremano.
Dalla ristrutturazione al nuovo menù, così rinasce un ristorante
In Cucine da incubo tutto inizia con l'arrivo di Cannavacciuolo nel locale e la prova menù già è uno show nello show, con la valutazione del cibo e del servizio da parte dello chef che da sola vale il prezzo del biglietto. Da lì comincia il confronto con i proprietari e il personale, tra tensioni mai risolte e fragilità emotive ed economiche. Con la famiglia al centro di tutto. “In questa stagione abbiamo incontrato tante famiglie italiane, famiglie in cui ci si può rispecchiare e che ci possono aiutare a riflettere sulla nostra. Quella della prima puntata, ad esempio, è forse la storia che più mi ha toccato e mi ha dato qualcosa. Mi ha fatto pensare alla mia famiglia, ai miei figli, a cosa vuol dire per loro avere un papà totalmente devoto al lavoro. Sono tornato a casa con uno spirito diverso”, confessa. Lo step successivo è poi la consulenza, con i consigli per un nuovo menù (con particolare attenzione alla scelta degli ingredienti e delle materie prime: "In un ristorante è giusto e importante risparmiare quando si può, ma questo non deve andare a scapito della qualità delle materie prime. Spesso mi trovo a spiegare come fare una spesa risparmiando, ma senza rinunciare alla qualità"; poi si passa al "make over", una ristrutturazione totale in tempi record, che rivoluziona il locale per renderlo più accogliente e funzionale, creando un’atmosfera diversa rispetto a quella del passato: a misura di cliente e di social (perché l'immagine è un biglietto da visita fondamentale).
La prima puntata di Cucine da incubo 2023
Comincia da Casalbeltrame, mille abitanti in provincia di Novara, la nuova stagione di Cucine da incubo, lo storico format lanciato nel mondo da Gordon Ramsey. Cannavacciuolo farà tappa al ‘L Civel, ristorante a conduzione familiare rischia di chiudere per una diatriba iniziata tra i fornelli e sconfinata tra le mura di casa. Giovanna e Paolo lo rivelano nel 2007 con l’idea di trasformarlo in un progetto di famiglia e un investimento per il futuro delle loro tre figlie Melissa, Stefania e Micaela. Tutte e tre iniziano a lavorare nel ristorante, ma le cose non vanno come sperato: il problema maggiore, infatti, sembra essere il rapporto con la madre Giovanna, che ritiene di essere l’unica a mandare avanti il locale. La donna però è stanca, ha perso le speranze, non accetta consigli e sfoga la sua frustrazione sui suoi familiari. Così le figlie e la nipote Rossella, che aiuta in sala, fanno fronte comune, convinte che, se avessero più spazio nella gestione e nella cucina, potrebbero far svoltare il ristorante e gli affari. In tutto questo, il padre non prende posizione e subisce passivamente la situazione. Tutti però tutti richiedono l’intervento dello chef Cannavacciuolo e sono anche d’accordo su una cosa: le cose non possono andare avanti così.
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