L'ultima serie Disney+ ci porta dietro le quinte della magia
Televisione

L'ultima serie Disney+ ci porta dietro le quinte della magia

In concomitanza con l'uscita nelle sale di Jungle Cruise, pellicola ispirata alla celebre attrazioni, la piattaforma di streaming debutta la docu-serie I segreti delle attrazioni Disney, offrendo uno sguardo esclusivo ai parchi attraverso filmati inediti e fotografie d'archivio

Con la serie documentario I giocattoli della nostra infanziaBrian Volk-Weiss ci ha fatto incontrare le menti che hanno ideato i più importanti prodotti per bambini, da Barbie a G.I. Joe passando per Lego ed Hello Kitty.

Oggi il produttore ci porta alla scoperta dei parchi Disney per svelarci tutti le curiosità che si celano dietro le attrazioni. I segreti delle attrazioni Disney è una serie di 10 episodi che offre agli abbonati della piattaforma di streaming Disney+ uno sguardo esclusivo ai parchi attraverso filmati inediti, fotografie d’archivio e le parole di coloro che hanno lavorato per creare “la magia”.

«Il nostro è uno show creato per divertire, ma dopo averlo terminato potresti anche aver imparato qualcosa» ha raccontato Volk-Weiss durante la conferenza stampa. La serie - prodotta in collaborazione con Seven Bucks Production, la casa di produzione fondata da Dwayne Johnson - ripercorre il lavoro che gli Imagineers, ovvero gli ingegneri dell’immaginazione - fanno ogni giorno per la Disney.

«Lavorare con The Rock ha aiutato tantissimo la serie. La sua curiosità e passione per la Disney ci ha permesso di concentrarci su tutte le cose giuste» ha spiegato il produttore, descrivendo I segreti delle attrazioni Disney come un divertente collage di curiosità legate ai parchi. «Una delle cose che più mi ha colpito durante la creazione della serie è stato quando mi hanno raccontato il processo di costruzione dell’attrazione dedicata a Nemo. Stavano sposando cavi, fili e tubature tenendo a mente quello che potrebbero fare nei prossimi 15 o 20 anni. È stato in quel momento che ho capito la portata di questo mondo».

È questo il motivo per cui la Disney non vuole ci si riferisca alle sue attrazioni come semplici «giostre». Quando si visitano i parchi ci si trova davanti a veri e propri capolavori di ingegneria e storytelling. Ogni dettaglio è curato per offrire la migliore esperienza possibile. Per l’imagineer Mark Lavine (responsabile della creazione di Pandora a Orlando) Haunted Mansion è il più grande esempio di questo lavoro. L’attrazione unisce alcuni brillanti giochi di illusioni - come il «Pepper Ghost» della sala da ballo - a una storia coinvolgente. «Puoi salirci 50 volte e trovare sempre qualcosa di nuovo e interessante» ha sottolineato Lavine.

Una curiosità che forse pochi appassionati conoscono: gli imagineers amano nascondersi all’uscita di un’attrazione per vedere le reazioni. «Mi basta guardarli un attimo. Se vedo che sono pronti a tornare subito a fare la coda, so che ho fatto un buon lavoro. Quello è un gesto che vale più di mille parole» ha raccontato Dave Durham, l’imagineer responsabile di Star Tours e Indiana Jones.

«Le attrazioni sono come iceberg» ha spiegato Volk-Weiss. «Forse vediamo solo il 2% dell’attrazione». «La tecnologia è importantissima» ha continuato Durham. «Abbiamo stretto partership e impariamo da altre persone, ma a volte dobbiamo creare noi la tecnologia per realizzare quello che sogniamo. È la storia però che guida tutto e speriamo che la storia si così coinvolgente da far dimenticare la tecnologia».

«Per creare Tower of Terror ci siamo rivolti a un’azienda di ascensori» ha spiegato ridendo Janette Lomboy, la creatrice di Animal Kingdom e del resort Aulani. «Siamo andati da loro e gli abbiamo detto: “Vorremmo far fare ai nostri ascensori l’opposto di quello che fanno normalmente».

«Il tono dello show è molto particolare, più ironico rispetto ai soliti documentari, perché il mio background è nella commedia. A Disney è molto piaciuto il nostro stile “comedic and informational” e speriamo di continuare con una seconda stagione» ha dichiarato il regista. Ma di quali attrazioni parlare? Le idee sono già tantissime. Secondo Janette Lomboy, «un programma come il nostro non può non raccontare I Pirati dei Caraibi, specialmente nella sua innovativa versione a Shanghai».

I castelli

Jungle Cruise

Quando Disneyland, il parco a tema di Walt Disney, aprì i battenti nel 1955, Jungle Cruise fu una delle prime attrazioni di Adventureland a entusiasmare folle di visitatori.

Tuttora popolare, l'avventura sulle barche di Jungle Cruise è ancora operativa nel parco originale di Anaheim, in California, oltre che al Magic Kingdom di Walt Disney World in Florida e nei parchi internazionali di Tokyo Disneyland e Hong Kong Disneyland.

E oggi è diventata anche l’ispirazione dell’ultimo film Disney, Jungle Cruise. La pellicola è una divertente ed emozionante corsa lungo il Rio delle Amazzoni con Dwayne Johnson ed Emily Blunt nei panni dello spericolato capitano Frank Wolff e di un’intrepida ricercatrice, la dottoressa Lily Houghton.

Da Londra, in Inghilterra, Lily parte per la foresta amazzonica e recluta Frank per guidarla lungo il corso del fiume con La Quila, la sua barca diroccata ma affascinante. Lily è determinata a scoprire un antico albero con straordinarie capacità curative, in grado di cambiare il futuro della medicina. Durante questa epica ricerca, l’improbabile duo incontra innumerevoli pericoli e forze soprannaturali, nascosti nell’ingannevole bellezza della rigogliosa foresta pluviale. Ma quando vengono svelati i segreti dell’albero perduto, la posta in gioco per Lily e Frank diventa sempre più alta e il loro destino e quello dell’umanità sono appesi a un filo.

Non è la prima volta che la Disney si ispira alle attrazioni per i suoi film. Il progetto di maggiore successo è senza dubbio I Pirati dei Caraibi con Johnny Depp nei panni del Capitano Jack Sparrow, ma anche La casa dei fantasmi con Eddy Murphy come protagonista.


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Mariella Baroli