Helen Mirren: una presenza elegante e impegnata nel nuovo festival L'Ora! Fest
Televisione

Helen Mirren: una presenza elegante e impegnata nel nuovo festival L'Ora! Fest

Dal Cannes a Monopoli, la stella Hollywoodiana e attrice protagonista della serie evento 1923 di Paramount+ si racconta a Panorama tra impegni sociali, cinema e tv

Nel panorama delle celebrità di Hollywood, poche figure si distinguono per l'eleganza, la versatilità e l'impegno sociale come Helen Mirren. L'attrice britannica, premio Oscar dal talento straordinario, è stata nei giorni scorsi onorata del ruolo di madrina nell'Ora! Fest, il nuovo festival di cinema, ambiente, sostenibilità e giustizia sociale diretto da Silvia Bizio a Monopoli. Una veste perfetta per una star come la Mirren che, in Puglia, «dimentica di essere una stella del cinema e diventa una nonna italiana». Ride, scherza, completamente a suo agio in un vestito rosa shocking che nasconde una pelle abbronzata dal primo solo estivo pugliese.

Mirren è rimasta come sempre fedele al suo stile riservato e mai enfatico. Nonostante il suo legame profondo con l'industria cinematografica internazionale, l’attrice vive una forte affinità con la Puglia, divenuta la sua seconda casa e dove trascorre alcuni mesi dell'anno. La sua passione per questa terra ha radici profonde, la sua bellezza non l’ha conquistata solo nell’apparenza ma anche nel profondo creando in lei la volontà di «fare qualcosa per questo paese». Da qui le sue battaglie, come quella per salvare gli ulivi, uno dei leit motif della sua permanenza durante l’Ora!Fest. Questa connessione così personale, tradottasi con l’acquisto di una masseria nei pressi di Tiggiano, nel Salento, l'ha portata a sviluppare un legame forte con la comunità locale e a sostenere attivamente iniziative che promuovono la sostenibilità e la giustizia sociale. «Quello degli ulivi è un tema che mi tocca nel profondo» ci ha raccontato l’attrice, appena rientrata da Cannes, «anche noi avevamo decine di ulivi che sono stati colpiti dalla Xylella. Abbiamo dovuto tagliarli, sradicarli, ripiantarli. È successo tre anni fa. Gli ulivi sono come alberi monumentali, i nostri avevano solo 70 o 80 anni e abbiamo dovuto abbatterli. Tutto intorno a noi c’erano migliaia di acri di uliveti morti». «È un disastro enorme e non credo che gli italiani ne siano sufficientemente consapevoli» ha continuato «So che ci sono articoli di tanto in tanto sui giornali, ma non basta. Per me è come perdere questo bellissimo edificio (Helen Mirren si raccontava a Panorama nel cortile interno di Palazzo Palmieri a Monopoli, ndr.) Se questo edificio si stesse sgretolando e stesse crollando, si direbbe che bisognerebbe trovare un modo per salvare questo bellissimo edificio. Se il Colosseo a Roma stesse crollando, si direbbe che dobbiamo salvarlo. Per me che siano ulivi o edifici, si tratta dello stesso patrimonio, della stessa storia. Questi alberi hanno centinaia di anni, 800, 900 anni, questi alberi hanno attraversato le guerre mondiali. Sono la storia dell'Italia e non possiamo guardare alla Puglia e dire “oh, è un problema” vostro perché è troppo grande. È un problema enorme. L'Italia deve occuparsi di questo problema». Un impegno senza riserve per Helen Mirren, affascinata dalla bellezza degli ulivi secolari che punteggiano il paesaggio pugliese, che è stata in grado di comprendere l'importanza di preservare questo patrimonio naturale e culturale. «Un’attrice come me cosa può fare per l’ambiente? Quello che sto facendo ora. Cioè parlare e usare la mia voce il più possibile. E non voglio essere presuntuosa, ma quando e dove potrò, userò la mia voce per raccontare al mondo di questo problema».

L'Ora! Fest ha rappresentato un'occasione significativa per Mirren per coniugare la sua passione per il cinema e il suo impegno sociale. Questo nuovo festival si propone di promuovere una visione del cinema che non si limita alla mera intrattenimento, ma abbraccia temi importanti come l'ambiente e la giustizia sociale. Mirren, con la sua sensibilità artistica e la sua consapevolezza sociale, è una scelta naturale come madrina dell’evento. La presenza di Helen Mirren all'apertura del festival a Monopoli, in Puglia, è stata un momento di grande rilevanza. Con la proiezione della prima puntata della serie “1923" (disponibile in Italia su Paramount+), l'attrice ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di affrontare ruoli complessi e di narrare storie coinvolgenti. La serie, pur ambientata nel passato, affronta tematiche ancora attuali e sottolinea l'importanza di riflettere sulle sfide sociali e ambientali che il nostro mondo affronta oggi. Una pandemia appena conclusa, ma anche l’emancipazione, la storia di una donna forte come la sua Cara Dutton, moglie sì, «ma soprattutto partner» di Jacob - interpretato da Harrison Ford. Lo scontro costante, tra capitalismo e natura, che come negli anni ’20 si traduce oggi, in una versione più moderna ma con le stesse dinamiche. «Se pensiamo al XIX secolo, è il secolo più straordinario. Pensate a come è iniziato il XIX secolo, senza automobili, senza elettricità, e a come invece è finito: con la tecnologia, con i computer, con Internet. Questo in 100 anni. È straordinario» ha commentato Helen Mirren «E penso che gli anni '20, di cui ovviamente fa parte il 1923, siano molto interessanti perché in qualche modo narrano il modo in cui noi occidentali abbiamo trattato l'ambiente nella nostra ignoranza e stupidità. Ci siamo svegliati solo di recente da questa nostra ignoranza e guardate cosa sta succedendo».

E poi c’è il tema, presente nella serie, di una pandemia. «Sì, era simile. Molto simile, a quello che abbiamo vissuto. C’era una pandemia di influenza che ha ucciso milioni di persone. Milioni di persone. E poi ce ne siamo tutti dimenticati» ha continuato l’attrice «Straordinario. Ci dimenticheremo di COVID-19 probabilmente tra qualche anno? Sì, lo faremo. Probabilmente lo faremo. Assolutamente. Sembra essere la natura dell'umanità per molti versi, dimenticare».

1923, prequel di Yellowstone e sequel di 1883, è una serie intensa, bellissima, in cui la Mirren e Harrison Ford narrano un’epoca in modo magistrale raccontandola dal punto di vista di una famiglia. Di una donna e un uomo che si ritrovano a fare i conti con un mondo che sta cambiando. La sceneggiatura di Taylor Sheridan, ancora una volta stupisce per la ricchezza di dettagli e la precisione millimetrica nel racconto della storia. Helen Mirren, che ha accettato il copione senza nemmeno averne letta una riga, ride ripensandoci. «Non mi era mai successo» ammette «Ma Harrison era nel progetto, e conosco Harrison. Ho pensato: “Se lui ha accettato, significa che è un progetto a cui devo partecipare”. E avevo ragione». Ripensando allo show, Helen Mirren analizza il ruolo di Cara e il suo carattere. «Se c’è un lato di Cara che potrebbe ispirare le donne oggi? Penso di sì. Penso che le donne dovrebbero sempre cercare di essere un partner in un matrimonio. Un partner alla pari e questo è ciò che cerchiamo di mostrare in 1923 e ovviamente sono aiutata da Harrison perché senza l'attore con cui reciti che ha questo atteggiamento sarebbe impossibile e penso che lui veda le donne come partner e quindi sì, credo che il senso sia quello e che quando sei in quell'ambiente e combatti contro la natura come fanno queste persone e contro la morte, devi farlo come partner. Quindi direi che se c'è qualcosa che Cara e Jacob hanno mostrato al mondo è che uomini e donne sono partner alla pari». Cara è una donna forte, resiliente. Ma senza Jacob, qualcosa non funzionerebbe. «Credo che all'interno dell'ambiente che mostriamo nel 1923 e di ciò che stanno cercando di ottenere nelle loro vite, Cara e Jacob siano persi l'uno senza l'altro. Oggi i tempi stanno cambiando, ma c’è ancora molto da fare. La misoginia è sempre lì, sotto il tappeto. Appena lo sollevi, lei si aggira. E può espandersi molto facilmente. Ma tutte le battaglie che abbiamo combattuto, come quelle di 1923, le abbiamo combattute uomini e donne. Insieme».

Nonostante il suo coinvolgimento in progetti di grande rilevanza, Helen Mirren mantiene sempre una modestia disarmante. La sua presenza sul palco è elegante e senza pretese, e le sue parole trasmettono umiltà e gratitudine. Non è una sorpresa che il pubblico la ami non solo per la sua straordinaria abilità interpretativa, ma anche per la sua autenticità e la sua dedizione alle cause che ritiene importanti. Con la sua presenza a Monopoli e la proiezione di "1923", Helen Mirren ha dimostrato ancora una volta di essere una forza indiscutibile nel mondo del cinema e un faro per le nuove generazione di attori e attrici nella promozione della sostenibilità e della giustizia sociale.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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