La7: tutte le novità dei palinsesti autunnali
Oltre ai primi utili, tante novità. Tra tutte un nome: Flavio Insinna. A lui il compito di trainare il preserale con un nuovo game show
«È stata la stagione migliore di sempre da che io sono diventato editore di La7: sono 11 anni ormai», dice raggiante Urbano Cairo alla presentazione dei palinsesti autunnali all’hotel Principe di Savoia di Milano. E continua: «Siamo partiti da una settima posizione e siamo arrivati quinti in prime time, mentre da aprile in poi eravamo quarti. Se si considera la fascia 20.00/22.30, La7 è stata la terza rete in Italia».
Quindi, tutti i programmi restano confermati e dopo un miliardo di euro di perdite in 10 anni, c’è perfino un piccolo utile: 100mila euro. Tutti bravi e avanti così. Novità? La prima si chiama Flavio Insinna che lascia la Rai e il 7 ottobre alle 18.35 parte al timone di un game show che dovrebbe trascinare gloriosamente il tg: «Ci abbiamo a lungo ragionato e finalmente lo portiamo a bordo. Non avrà alcuna esclusiva con noi», precisa Cairo, «quindi, volendo, potrà fare qualunque fiction gli propongano». Il programma andrà in onda dal lunedì al sabato e sarà un “family feud” in cui probabilmente un paio di famiglie a puntata si sfideranno sugli argomenti d’attualità o i sondaggi più popolari sugli italiani. «Con Flavio ci conosciamo da molto tempo, dividevamo lo studio delle Vittorie quando lui faceva i pacchi e io lavoravo a Gazebo», ha raccontato Andrea Salerno, direttore della Rete. «Il primo messaggio che ho mandato per farlo venire qua è del 2018. Siamo autori entrambi quindi stiamo lavorando per modificare il formato perché Flavio ha bisogno del vestito giusto». Ancora non c’è un titolo, però.
Continua anche l’onda positiva del professore Alessandro Barbero che dopo aver travolto i telespettatori con i suoi favolosi racconti sulla storia con gli speciali di In viaggio con Barbero, in autunno raddoppia e riappare in tivù con Barbero risponde, 26 puntate da mezz’ora l’una in onda in seconda serata in cui risponderà appunto alle domande che arriveranno via sms o via mail dai telespettatori.
Sì, ma Enrico Mentana? «Il direttore del Tg ha firmato un altro contratto biennale e lo vedremo fino a tutto il 2026. Poi, chissà», ha annunciato il patron di La7 mettendo a tacere qualunque rumours sul possibile passaggio del giornalista a Discovery per costruire un altro nuovo presunto polo dell’informazione. E ha precisato: «Discovery vuol dire tante reti diverse. Tutte reti che a parte Nove e Real Time, sono sotto all’1%. Abbiamo grande rispetto, tutti i concorrenti sono da guardare con molto attenzione. Ma diciamo che c’è spazio per tutti». E la sua rete ha un unico obiettivo, fa notare: fare intrattenimento culturale intelligente, al massimo un po’ di infotainment con Massimo Gramellini o Propaganda live.
Buona anche la raccolta pubblicitaria che nell’ultimo bimestre ha avuto una crescita importante, nel mese di giugno addirittura a due cifre, mentre benino va anche l’investimento per il campionato arabo in tivù. Neanche un pensiero, invece, a Serena Bortone che si immaginava potesse approdare qui e invece no, mentre non è prevista alcuna uscita televisiva per Milena Gabanelli che resta salda al Corriere con il suo Dataroom.
Per il resto, Cairo si affida alla scaramanzia e a chi gli chiede se la carta stampata è in agonia risponde che ci sono tante nuove grandi opportunità digitali e che, per dire, il fatto che Carlo Verdelli abbia ceduto la direzione di Oggi ad Andrea Biavardi era già previsto da un contratto di durata solo biennale: «Farà l’editorialista del Corriere, no?». Una cosa è certa, però: Mister Cairo non entrerà in politica, c’è un clima magico ed è contento così. Anzi, a chi gli ribadisce che Meloni si lamenta della guerra mediatica che i suoi programmi le stanno facendo, lui risponde così: «In questi 11 anni ho avuto lamentele da parte di tutti i Governi quindi questo significa che non abbiamo nessun tipo di pregiudiziale. Quello che noi facciamo è una televisione che fa le domande, critica quando è il caso di farlo. Insomma, è una televisione libera».