«La mia vita tra il rombo dei motori e quella canzone di Ligabue»
Mara Sangiorgio da 11 anni voce e volto dai box della Formula 1 per Sky racconta fatiche, sogni, progetti e di quel brano che la accompagna in giro per il mondo da 20 anni
Smalto bianco sulle unghie su mani curate il giusto. Niente trucco, o almeno il minimo indispensabile perché siamo sicuri lei si piace così. È evidente che la parola «eccesso» non esiste nel vocabolario di Mara Sangiorgio, la giornalista che da 11 anni racconta per Sky tutto quello che avviene nei box e non solo, della Formula 1. Una globe-trotter che, ad esempio, in questo 2023 è stata lontano da casa 180 giorni, ma lei, citando la SUA canzone del "Liga", si sente ancora una «Piccola stella senza cielo»…
«Non so quale sia il mio posto, forse non ce l’ho ancora e sono sempre alla ricerca di altro, di conoscere. Ma le radici sono ancora nella casa e dentro la mia famiglia». Famiglia. Parola che nei venti minuti di intervista, intervallati da qualche «mamma e papà» (messi alla pari) e uniti a qualche «i miei genitori» dice molto di quella che vista dai pollici dello schermo di casa sembra un’eterna ragazza ma che in realtà è una donna (sembra una ragazza ma in realtà ha 10 anni in più di quelli che dimostra) a tutto tondo con le idee molto chiare. Ad esempio:
- Formula 1
«In Formula 1 la sfortuna non esiste. È un mondo talmente avanzato dal punto di vista tecnologico che non può esistere o, comunque, in qualche maniera la si gestisce. ho imparato a vivere in un ambiente dove la verità è una cosa strana, da trovare e quindi da raccontare. So benissimo che piloti o team principale non possono e vogliono dirmi tutto in maniera chiara e limpida. A me, a noi, non resta che capire e magari leggere tra le righe»-
- Ferrari
«Non mi piacciono promesse ed annunci. Un anno fa da Maranello sono partite dichiarazioni troppo ottimistiche, poi abbiamo visto com’è andata a finire. Il prossimo anno sarà il primo, vero, dove poter giudicare il lavoro di Frederic Vasseur. Mi immagino una macchina nuova, diversa da quella di quest’anno ma è difficile dire che possa essere subito vincente. La Red Bull è un gradino avanti come team, macchina e pilota. Recuperare tutto lo svantaggio non è semplice»
- Lavoro
«Durante le trasferte per le gare c’è ben poco tempo libero. Il mio lavoro comincia prima, sul quaderno dove annoto tutte le caratteristiche della pista dove si correrà e aggiungo notazioni tecniche, considerazioni. Insomma, mi piace arrivare preparata nel miglior modo possibile. Poi dal giovedì alla domenica ci sono impegni continui: riunioni, lue dirette, il lavoro per i programmi, le interviste e gli speciali. Si corre, insomma, ma è bello così»
- Colleghi
«Rivalità? Credo sia normale che in un ambiente fatto di giovani con grandi desideri ed opportunità di crescita che Sky mette a disposizione ci sia tanta voglia di arrivare. Più che rivalità però la chiamerei “agonismo”. E, fidatevi, non sono solo le femmine a farsi la guerra…»
- Futuro
«Mi piacerebbe tra un po’, non subito, avere un programma mio dedicato ai motori. Sono grande appassionata con tante cose da raccontare di questo mondo molto più ampio di quello che sono Formula 1 e MotoGp che meriterebbero un loro spazio».
- Libro
«Voglio scrivere un romanzo, trovare una storia tutta mia. Un libro da godermi per intero, fin dal principio, non forzato (come quello già finito il libreria e dedicato a Lweis Hamilton n.d.r.), mio...»
Tanta sicurezza unita però ad una fragilità e sensibilità di fondo che sono evidenti più nella persona che nella professionista.
«Ho il cuore pieno, anche se non ho al momento una persona. Pieno di affetto ed affetti a partire da quello per i miei genitori che da sempre sono stati dalla mia parte in ogni scelta, anche quelle un po’ più azzardate. Poi ci sono gli amici di cui percepisco affetto e vicinanza anche se non ci vediamo, anche se sono dall’altra parte del mondo. Nei miei momenti difficili so che ho delle persone da chiamare, con cui condividere emozioni, positive o negative che siano. Poi arriverà il giorno che mi fermerò e sarò più presente. Non oggi, non domani…. tra un po’»
Tra gli amici c’è anche la Fede?
«Credo in Dio ma non pratico (parola che trova con difficoltà… cosa strana per chi è abituato alla diretta). So che c’è qualcosa «dopo» ma anche adesso attorno a me e a ognuno di noi. Forse è solo un pensiero per contrastare l’idea della morte ma sento che esiste qualcosa di superiore a cui mi rivolgo, ogni tanto».
Qual è il suo posto sicuro?
«Casa, casa con la famiglia. Con un bel cane che ora non posso avere dato tutto il tempo che passo lontano dall’Italia».
Ecco, Italia. Lei gira il mondo da 11 anni. Cosa pensa del nostro paese, visto da fuori?
«L’Italia è il miglior posto dove vivere. Noi siamo fortunati e non ce ne accorgiamo troppo presi a lamentarci delle cose, e ce ne sono, che non funzionano. Ma visitando e passando tanto tempo con il passaporto in mano ho imparato a riapprezzare quello che di bello abbiamo ed il nostro modo di vivere che non ha eguali».
Si alza, saluta, ci lascia il telefono e manda la foto per l’articolo («Usa questa, ci sono tutti gli attrezzi del mestiere: microfono e quaderno») lasciandoci chiara un’idea: quel filo che tiene appesa la piccola stella senza cielo è in realtà un grosso cavo d’acciaio, inossidabile. Come le sue capacità: quella di fare bene e di volere del bene, quella data dalla consapevolezza dei propri punti deboli trasformati in punti di forza e quella legata alla sua serietà e professionalità.
«Ecco, ho un grosso limite: la cucina. Prima o poi dovrò imparare…». Fidatevi, il giorno che si metterà davanti ai fornelli sarà chiaro chi vincerà l’edizione di Masterchef.