Netflix vuole bloccare gli abbonamenti condivisi, ma non sa ancora come e quando
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Netflix vuole bloccare gli abbonamenti condivisi, ma non sa ancora come e quando

La compagnia ha stabilito riferimenti per beccare gli intrusi che sfruttano l'abbonamento pagato da altri o condiviso tra sconosciuti, ma lascia una porta aperta per continuare a vedere film e serie tv

Conto alla rovescia per il blocco degli account condivisi su Netflix. La compagnia americana è più di un anno che sta testando funzionalità per capire come muoversi in un territorio minato dall'incrocio dei diritti di chi paga l'abbonamento e deve poter utilizzare il servizio sempre e ovunque, con chi sfrutta le credenziali di un amico/parente, oppure sconosciuti che hanno sottoscritto il canone mensile per dividere la spesa. La difficoltà è quindi stabilire norme e soluzioni efficaci per soddisfare i primi e limitare l'attività dei secondi, costringendoli a pagare per continuare a utilizzare il servizio. Facile a dirsi, più complicato riuscirci.

Con i conti e numero di abbonati in crescita (32 miliardi di dollari di ricavi e 230,75 milioni di sottoscrizioni) a chiudere un 2022 complicato, Netflix ha sciolto i dubbi e deciso di fermare la visione condivisa entro i prossimi mesi. Cosa cambierà? Che il servizio sarà inaccessibile per chi non fa parte del nucleo domestico che fa capo al titolare dell'account. Premesso che l'azienda ha specificato che non ha interesse verso chi compone il suddetto nucleo, perché può essere una famiglia ma anche un gruppo di persone che vivono sotto lo stesso tetto, Netflix è in grado di rintracciare coloro che si trovano nella stessa posizione e hanno quindi diritto al servizio grazie alla raccolta di indirizzi IP, ID dei dispositivi utilizzati per l'accesso e attività dell'account che guardano serie, film e documentari.

In un primo momento nel Centro Assistenza di Netflix era stato riportato che tra i vari requisiti per la visione bisognava collegarsi alle rete WiFi legato al titolare dell'account almeno una volta ogni 31 giorni per dimostrare di far parte del nucleo domestico. Dettaglio poi scomparso, con la compagnia che ha parlato di errore: “Per un breve periodo è stato pubblicato un articolo sul Centro assistenza di altri paesi che conteneva informazioni valide solo in Cile, Costa Rica e Perù, che successivamente è stato aggiornato”.

Per ora così la verifica di un dispositivo non associato al nucleo domestico avverrà tramite un codice di verifica a 4 cifre, da inserire nel dispositivo entro i 15 minuti successivi alla ricezione (se il tempo scade, si può richiedere un nuovo codice). Un sistema, questo, diffuso da anni per il recupero di password e per la verifica della propria identità digitale, che Netflix riserverà a chi accederà all'account da una località esterna al nucleo famigliare, cioè quando si è in viaggio ma anche se si va nella seconda casa, con l'eccezione del titolare dell'account principale che può accedere al servizio sempre e senza dover verificare smartphone, tv o tablet che utilizza.

Diverso è il caso di chi resta lontano da casa per un periodo prolungato, quando potrà essere richiesto di tanto in tanto la verifica del dispositivo in uso, mediante il codice a 4 cifre descritto sopra. In linea teorica chi finora ha sfruttato amici, fratelli e sorelle per la visione di Netflix o ha volontariamente sottoscritto un abbonamento condiviso per ridurre l’esborso, dovrà trasferire il proprio profilo a un nuovo account, così da non perdere la cronologia di visione, la lista dei titoli preferiti, i giochi salvati e i suggerimenti. Bisognerà quindi scegliere uno dei quattro piani disponibili in Italia: Base con pubblicità a 5,49 euro al mese, Base senza pubblicità a 7,99 euro mensili, Standard da 12,99 euro ogni trenta giorni e Premium a 17,99 euro ogni mese. Questo è almeno il passaggio che vorrebbe Netflix, che però al momento non ha ancora spiegato come intende bloccare chi eventualmente continuerà a ricorrere ogni volta al codice a 4 cifre per accedere alla piattaforma di streaming (con l'obbligata collaborazione del titolare dell'account, che riceverà via email o smartphone il link per inserire il codice, da inviare poi allo 'scroccone' di turno).

È pressoché certo che il piano della compagnia sia consentire a costoro di restare collegati allo stesso account pagando una cifra aggiuntiva. Quasi un anno fa Netflix ha introdotto tale opzione in Cile, Costa Rica e Perù ed è prevedibile che allarghi la possibilità a nuovi Paesi, con un costo dell'account secondario che dovrebbe aggirarsi sui 4 euro mensili per il piano Standard e salire a 6 euro per il piano Premium.

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Alessio Caprodossi