Streaming video: Netflix, Prime Video e Disney+ dominano il mercato
Troppi servizi in un mercato in fase di transizione finiscono per premiare i colossi attivi su scala globale. Che annunciano novità e alzano il prezzo degli abbonamenti
In un mare troppo ricco di pesci, solo gli squali restano a galla. Non c'è l'acqua e nemmeno i pesci ma il mercato dello streaming video è ormai saturo guardando al numero di servizi disponibili, con una frammentazione che premia le piattaforme più popolari (e con più soldi da investire), lasciando sullo sfondo le realtà più piccole, tenendo a mente che dimensione e popolarità non sono direttamente proporzionali al livello medio di qualità dei titoli proposti. La moltiplicazioni delle opportunità offerte da servizi identici nella formula proposta (abbonamento mensile, con più opzioni di prezzo) tende a frenare anche i colossi di settore, a caccia di idee per mantenere un ritmo di crescita non più brillante come in passato. Al contempo, però, facendo i conti pochissime sono le eccezioni al trio che domina la scena, a livello globale come in Italia.
Secondo le rilevazioni di JustWatch, servizio che oltre a catalogare dove poter guardare film e documentari si occupa di monitorare il mercato di settore, considerando il periodo gennaio-settembre 2023 nel Bel Paese c'è Netflix davanti a tutti con una quota che sfiora il 30%, seguita a breve distanza da Prime Video. Più indietro, troviamo Disney+ a completare un podio che nel complesso vale oltre il 75% della torta. Con la parte restante divisa in piccole fette tra Now e Sky (8% complessivo), Paramount+ (5%), Infinity (4%) e Timvision (2%). Analizzando l'andamento rispetto all'anno precedente, Netflix e Disney+ registrano un miglioramento del 2%, mentre Prime Video si è mantenuta stabile, Paramount+ cresce bene e Infinity di Mediaset ha raddoppiato la sua quota mercato.
A fronte delle trasformazioni avvenute e ancora in atto, come la stretta sulla condivisione delle password (che nel primo semestre dell'anno ha determinato un incremento pari a quasi 8 milioni di utenti su scala globale), l'apertura ai videogame e l'introduzione dell'abbonamento con annunci pubblicitari a un prezzo ridotto, si tratta di un buon risultato per Netflix, che anche per i prossimi mesi prevede altre novità. Dopo che nei giorni scorsi ha rimosso in Italia il piano Base per spingere gli utenti a scegliere una delle due opzioni più costose, oppure ad accontentarsi della sottoscrizione che include la visione di spot prima dei film (con la pubblicità che va a ingrassare le casse della compagnia californiana), Netflix ha confermato che lancerà le Netflix House, punti fisici che si preannunciano come un punto di incontro tra ristorante e centro commerciale, con installazioni e percorsi interattivi ideati sui titoli di maggior popolarità. I primi centri Netflix dovrebbero arrivare nel 2025, con Los Angeles e New York in prima fila per prendersi la prima assoluta.
L'aumento delle iniziative si riflette sugli utenti con la più ovvia delle conseguenze, cioè l'aumento del prezzo dell'abbonamento. Al momento, in Italia Netflix richiede 5,49 euro mensili per la sottoscrizione con gli annunci pubblicitari, 12,99 euro per il piano Standard e 17,99 euro per il piano Premium. Il ritocco al canone mensile è già stato annunciato da Disney+, che da novembre alzerà i prezzi e avvierà un processo di maggior controllo sulla condivisione delle password, seguendo le orme del rivale più accreditato.