Total Audience e nuova misurazione: così cambia la lettura degli ascolti tv
Dal 2 maggio scatta il nuovo del perimetro della misurazione degli ascolti. Ma la rivoluzione è appena cominciata: l'obiettivo è una lettura combinata degli ascolti della tv tradizionale e dello streaming. In attesa che anche le piattaforme siano più trasparenti
Monitorare non solo l'utenza televisiva tradizionale, ma anche tutti i device connessi. È questo l'ambizioso progetto cui lavora ormai da tempo Auditel, la società che dal 1984 rivela e diffonde i dati che fotografano, 24 ore su 24 e minuto per minuto, l’intera offerta televisiva. All'inizio il segmento principale era ovviamente solo quello digitale, poi un tassello alla volta si sono aggiunti quello satellitare, live e on-demand e, più di recente, le piattaforme e tutti i device. Nel 2022 analizzare ciò che viene visto attraverso i 45 milioni di apparecchi televisivi presenti nelle case degli italiani non basta, perché sempre più persone i programmi non li guardano più comodamente seduti nel salotto di casa me attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone (ma pure tablet e game console). Che significa ogni giorno circa 75 milioni di schermi connessi, per un totale di 120 milioni di apparecchi.
Cambia il palcoscenico, cambiano le tecnologie (lancio e diffusione su larga scala del sistema trasmissivo 5G, sostituzione dei televisori tradizionali con Smart tv), cambiano gli strumenti attraverso cui misurare gli ascolti. Al netto di duplicazioni, da qualche anno ormai si è arrivati ad una prima rilevazione cross-mediale degli ascolti tv provenienti da diverse piattaforme e device ma il traguardo dichiarato è la Total Audience. Il lavoro è lungo, ma un tassello alla volta ci si sta arrivando. «Vogliamo arrivare a poter sommare l’ascolto di un programma, di uno specifico contenuto, di uno spot pubblicitario fruito attraverso il televisore con l’ascolto dello stesso programma, dello stesso specifico contenuto, dello stesso specifico spot realizzato su ogni singolo device digitale, ottenendo, così, la total audience complessiva conseguita nel minuto medio», spiegano da Auditel. Tradotto in parole più semplici, se fino a ieri la lettura degli ascolti dello streaming era nebulosa, da qualche settimana c'è un cambiamento sostanziale: oltre ai dati tradizionali, sono disponibili anche i dati dello streaming, che evidenziano tutta quella fruizione «di recupero on line» (attraverso RaiPlay o Mediaset Infinity, tanto per capirci).
I primi risultati sono sorprendenti: come ha rivelato Massimo Scaglioni , docente di Storia e Economia dei Media all'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, mediamente lo streaming porta un incremento di ascolti del 2/3%, ma per alcuni programmi supera il 10%, com'è accaduto alla serie evento Doc-Nelle tue mani, con Luca Argentero. «La fruizione dei contenuti da familiare è diventata individuale, da indoor è diventata in mobilità, da lineare a on demand, grazie a circa 60 diverse tipologie di device attraverso i quali si può accedere a contenuti audiovisivi», ha spiegato il presidente dell'Auditel Andrea Imperiali durante la presentazione della relazione annuale in Senato. Nuove abitudini da fotografare e decrittare, come ad esempio la fruizione delle piattaforme come Netflix, Amazon Prime e Disney+: ma se in totale sono circa 16 milioni gli italiani abbonati, è difficile capire chi guarda cosa, perché solo di recente alcune delle piattaforme hanno iniziato a rilasciare gli ascolti e lo fanno con comprensibile reticenza visto che spesso grandi investimenti non portano a risultati sperati. A parte pochi titoli evento - come ad esempio La casa di carta o Bridgerton -, quasi tutti gli altri si perdono ne mare magnum di produzioni rilasciate a getto continuo. L'abbondanza di offerta risulta controproducente, insomma, e il paradosso è ancora più smaccato davanti all'inaspettato clamoroso calo di abbonati registrato da Netflix (il primo dopo dieci anni).
Sul fronte italiano della rilevazione degli ascolti, c'è invece un'altra novità introdotta da lunedì 2 aprile, il cambio del perimetro della misurazione dell’ascolto televisivo. «Fino al 30 aprile, oltre ad ogni singolo canale televisivo, nella platea era conteggiata anche una parte di utilizzo degli apparecchi non riconducibile all’effettivo “conteggio” dei dati. Tale consumo veniva considerato in “Altre TER” (altre terrestri), contribuendo comunque al totale della platea. A partire dal mese di maggio, questo utilizzo degli apparecchi non riconducibile agli ascolti non sarà più conteggiato in “Altre TER” e quindi neanche nel totale della platea televisiva», spiega il blogger Davide Maggio. Come inciderà questo nella lettura degli ascolti? L’ascolto medio dei gruppi, dei canali e dei programmi televisivi tv da Auditel non subirà modifiche mentre lo share medio (il rapporto tra l’ascolto medio e il totale della platea televisiva) registrerà degli incrementi in proporzione al valore percentuale. Ad esempio, un gruppo, un canale o un programma televisivo che registravano uno share del 20%, dal 1° maggio registrerà a parità di ascolto uno share pari a circa il 21.4% e le “Altre TER” dovrebbero passare dall’8.5% a meno del 2% di share.
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