Moratti saluta, Thohir presidente
Solo una carica onorifica per l'ormai ex numero uno dell'Inter: senza deleghe inutile restare e quello striscione dei tifosi... - la giornata di thohir - regalo di mercato o no?
Erick Thohir sarà presidente dell'Inter e Massimo Moratti saluta e oltre a cedere il controllo della società, dopo 18 anni di proprietà da azionista di riferimento, ha scelto di non rimanere alla guida del club se non con una carica onorifica. Il passaggio storico che porta l'Inter in mano a soci stranieri con in testa il magnate indonesiano, si completa anche con l'addio dell'uomo che ha costruito una società capace di vincere tutto in Italia, Europa e Mondo.Secondo quanto anticipato dalla Gazzetta dello Sport non ci sarà una permanenza sulla poltrona di presidente perché i fatti degli ultimi giorni hanno convinto Moratti che è meglio recidere il più possibile il cordone ombelicale che lo lega all'Inter.Non sarà un disimpegno totale e non solo perché rimane proprietario del 28,3% delle azioni. Moratti e famiglia rimarranno vicini all'Inter e il figlio Angelomario avrà un ruolo importante nella nuova società. Però il pressing di Thohir perché Massimo continuasse ad occupare il posto di presidente è stato respinto e a meno di colpi di scena l'offerta declinata. Perché? Intanto per una questione operativa: Moratti, come tutti i manager e gli industriali, è consapevole che un conto è essere alla guida di una società essendone anche il riferimenti in termini economici, un conto è farlo dovendo rendere conto a soci lontani e che alla fine decidono avendo la maggioranza.Il gruppo indonesiano entra nell'Inter attraverso un aumento di capitale riservato che porterà Thohir, Soetedjo e Roeslani a detenere il 70% delle azioni, con Pirelli che resterà all'1,6% e i piccoli soci allo 0,1%.Il cda viene formato da 8 membri di cui la maggioranza (5) espressione della nuova proprietà: dentro ci sono, oltre a Thohir, Rosan Roeslani, Handy Soetedjo, Thomas Shreve e Isenta Hloe, mentre la parte italiana è composta da Angelomario Moratti, Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto, fondatore di Four Partners, la società che ha accompagnato Moratti nella fase della trattativa con Thohir. Poi c'è anche un po' di umana stanchezza dopo 18 anni vissuti in prima fila, al punto di vista economico con spese intorno al miliardo e mezzo per ripianare bilanci mai in equilibrio, e dal punto di vista mediatico. La riprova c'è stata con la stizza riservata a Valerio Staffelli, presentatosi sotto gli uffici della Saras per consegnare il Tapiro d'Oro a Moratti che l'ha respinto: "Perché vendo? Anche per risparmiarmi rotture di balle come questa". Tante volte in passato l'ex presidente nerazzurro aveva lasciato intendere a chi gli era vicino di essersi stancato della continua esposizione mediatica.Di sicuro Moratti non ha nemmeno apprezzato la freddezza con cui la Curva Nord di San Siro lo ha salutato in occasione della partita contro il Livorno. Lo striscione lungo per ricordare successi ma anche errori della sua gestione e quel "... in fondo le abbiamo voluto bene..." che è suonato un po' freddino considerato gli sforzi (e i risultati) di Moratti all'Inter. Insomma non si sono poste le condizioni per restare oltre il mese di giugno quando a sedere sulla poltrona di presidente sarà Erick Thohir in persona. A meno che la voglia di Inter non prenda il sopravvento nelle ultime ore prima della ratifica dell'assemblea del soci e del primo cda della nuova IndoInter.
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