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Titanic, la tragedia che affascina da oltre 100 anni

Una mostra a Milano ripercorrere le ultime ore della nave dei sogni, naufragata nelle prime ore del mattino del 15 aprile 1912.

A oltre 100 anni dal suo tragico naufragio dove persero la vita oltre 1.500 persone, il Titanic continua a esercitare un fascino unico. In un’intervista a James Cameron, il regista della pellicola con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet ha dichiarato come la nave abbia assunto negli anni «un grande valore metaforico, nonché mitologico, nella coscienza umana.

Secondo i ricercatori che ancora oggi si occupano della tragedia, il fascino del Titanic è il risultato dell’interesse umano per le storie dei passeggeri e per le circostanze uniche del naufragio. L’uso della radio e la fotografia, ma anche le testimonianze dei 700 sopravvissuti alla tragedia, hanno infatti permesso decenni di studi e analisi: come e perché la nave affondò, dove e quando si spezzò in due, quali storie sopravvissero e quali andarono perse in mare.

«Di solito, se una nave sta per affondare, affonda abbastanza rapidamente. Il Titanic è durato due ore e 40 minuti, quanto un'opera di Shakespeare» ha aggiunto Stephen Cox, autore del libro The Titanic Story in cui ripercorre le vite di protagonisti della tragedia.

Fabio di Gioia, curatore della versione italiana della mostra Titanic - An Immersive Voyage in scena a Milano, ha definito quella della nave, «una delle storie più emblematiche del Novecento».

In conversazione con Panorama per celebrare 100.000 biglietti venduti in 45 giorni dall’inaugurazione dell’esposizione alla Scalo Farini, il curatore (che ricopre anche il ruolo di Market Development Director per Exhibition Hub) ha raccontato: «Il Titanic era una meraviglia sulla quale chiunque di noi avrebbe voluto imbarcarsi. Probabilmente è per questo che ancora oggi ci tocca da vicino e produce un singolare effetto emotivo».

«In qualche modo il Titanic è proprio l’emblema di un secolo, partito bene (come il Titanic da Southampton il 9 aprile del 1912) e finito con due guerre mondiali e l’apertura di conflitti in regioni del mondo che ancora non trovano la pace».

Titanic - An Immersive Voyage si presenta ai visitatori come un «viaggio impossibile», una macchina del tempo che, grazie a una sapiente miscela di tecnologia e reperti storici, permette di scoprire la storia del naufragio più famoso al mondo da un altro punto di vista — quello del protagonista.

«Immaginate di entrare veramente nelle cabine, di prima, seconda e terza classe e di poterne cogliere le raffinate, sottili differenze, di entrare nei saloni, di salire il famoso Scalone che attraversava sei ponti, ornato con particolari ispirati alla Reggia di Versailles e di accomodarvi nel prestigioso ristorante “à la carte” dove nel momento più atteso della giornata, la cena, le personalità più importanti si davano appuntamento sfoggiando il meglio delle “toilette” e della moda dell’epoca», ha spiegato di Gioia. «O ancora di essere nella plancia di comando mentre il Titanic procede a tutta velocità in una notte di mare calmo ma senza luna. Sono mirabilmente ricostruiti anche con efficaci effetti scenici gli ambienti infernali delle caldaie che alimentavano il possente lavoro dei motori. Fino ai corridoi inferiori improvvisamente allagati per lo squarcio provocato dall’Iceberg».


«La sensazione è quella di essere veramente a bordo e ciò che assieme alle scenografie la rende ancora più reale sono gli oggetti autentici. Una incredibile collezione che conta oltre 300 reperti, messa a disposizione dai maggiori collezionisti del mondo», ha sottolineato il curatore. «Ogni singolo oggetto, oltre a rafforzare la percezione dell’essere su quella nave, racconta molti particolari, storie di persone e di vicende umane, segni di un’epoca che ormai vediamo solo nella finzione cinematografica».

Per quanto riguarda la tecnologia, la multimedialità è presente lungo tutto il percorso espositivo per permettere al visitatore di approfondire in modo interattivo anche gli aspetti più particolari, come l’impressionante meccanica che fu progettata per la nave.

Secondo Fabio di Gioia, «la multimedialità a 360 gradi detta “immersiva” consente di rivivere le fasi dell’avvistamento dell’iceberg, della collisione e delle operazioni salvataggio sulle scialuppe, come se ci si trovasse al centro dell’azione. La mostra presenta anche un autentico gioiello tecnologico con la più avanzata realtà virtuale. A bordo di un batiscafo si scende fino a 3.800 metri sul fondo dell’Atlantico, nel punto in cui giace il relitto. Ci si muove con i caschi virtuali in un vero Metaverso all'interno degli ambienti che furono del cosiddetto “Grand Hotel galleggiante”. Quando nella discesa negli abissi, improvvisamente si svela il relitto, si prova un’emozione senza pari».

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Mariella Baroli