ESCLUSIVO - Donati: "Microdosi, Gh e gonadoreline: ecco come il ciclismo aggira i controlli antidoping"
Il consulente Wada sulla cronosquadre da record: "Prestazioni truccate dal doping. Mai rotto veramente col passato, servono organismi indipendenti"
La cronosquadre del Tour vinta a quasi 58 km/h di media? “Preoccupante”. Anzi, di più. Alla domanda se sia probabile un legame tra prestazioni da record e uso del doping, il professor Sandro Donati, consulente Wada e uomo che combatte da sempre il doping risponde sconsolato “sì”. E spiega in un colloquio con Panorama.it perché lo sport non riesce a liberarsi dalla schiavitù della chimica e come i ciclisti (ma non solo) riescano oggi ad aggirare controlli che sulla carta sembrano molto più serrati rispetto al passato. Ci aveva già provato in 'Lo sport del doping', libro pubblicato nello scorso autunno e che ha fatto discutere. Oggi ne parla così.
Donati, perché è preoccupante che per vincere la cronosquadre al Tour si sia corso a quasi 58 km/h di media?
“Perché riporta indietro di una decina di anni, a un periodo in cui si sono succeduti a mischiati tra loro tanti tipi di doping e la situazione attuale è il risultato di abitudini consolidate. Il mio ragionamento è che non è mai stata realizzata una rottura col passato. Gli interventi contro il doping sono stati di emergenza e gestiti da una federazione internazionale che non ha mai avuto credibilità, che aveva come presidente della sua commissione medica Conconi che il Tribunale di Ferrara ha riconosciuto essere un responsabile storico del doping”
Ma almeno sono stati interventi concreti?
“Interventi di apparenza perché in realtà sono rimaste le stesse persone: direttori sportivi, corridori anziani ormai corrotti...”
Oggi c'è una nuova generazione, però, che corre...
“Vedo che ci sono molti giovani che si ribellano a questo tipo di ciclismo, ma loro stessi sono vittime di una continuità”
L'equazione tra la media record uguale doping certo non è pericolosa?
“Io non faccio un'equazione così semplicistica. Dico che per fare medie così elevate possono esserci una serie di spiegazioni a partire dal miglioramento molto significativo delle metodologie di allenamento”
E' possibile?
“Impossibile. I professionisti gareggiano molto e hanno poco spazio per l'allenamento. E poi il miglioramento delle metodologie d'allenamento produce progressi minimi, nell'ordine dello 0,5 per cento”
Poi ci sono i materiali...
“Sappiamo tutti che ormai siamo al top”
Non siamo più in un'epoca in cui la ruota lenticolare di Moser poteva fare la differenza?
“No”
Cosa resta?
“Resta il campo delle domande più inquietanti”
Però oggi i controlli sul doping nel ciclismo sono pressanti...
“Non nego che ci siano, ma purtroppo conosco molto bene il meccanismo e il modo in cui può essere aggirato”
Come?
“Ci sono due categoria di sostanze utilizzabili. La prima è quella delle sostanze che sono riconoscibili dalle analisi, ma anche queste possono essere usate in microdosi”
L'Epo ad esempio?
“Parliamo dell'Epo o degli stimolanti. Il controllo antidoping può essere aggirato con le microdosi che si sommano tra loro e producono un effetto giornaliero che è importante. Se si usano le microdosi l'esame antidoping non le riconosce. Spesso sono stato consulente in indagini giudiziarie ed emergeva chiaramente dalle intercettazioni che si usavano le microdosi e i soggetti risultavano sistematicamente negativi all'antidoping”
La seconda categoria?
“Sono le sostanze che non vengono riconosciute negli esami ed è purtroppo una categoria abbastanza vasta. Ci sono gli ormoni peptdici come, per esempio, le gonadoreline che sono ormoni usati come terapia in caso di tumore ai testicoli. Ma qui entriamo anche nel campo del sistema che fa finta di controllare. Di queste gonadoreline ho sentito parlare per la prima volta da un medico onesto della nazionale italiana dilettanti che disse: 'State attenti a questi certificati di testosterone naturalmente elevato esibiti dai corridori perché in realtà non sono altro che il risultato di un uso sistematico delle gonadoreline'. L'analisi antidoping le vede solo se il soggetto le ha assunte nei minuti precedenti l'esame, cosa che è un'ipotesi assolutamente astratta”
Altre sostanze?
“L'ormone della crescita. Il Gh si riconosce solo se il soggetto lo ha assunto una manciata di minuti prima del controllo, altrimenti i tempi di vita sono così brevi che nelle urine scompare in fretta ogni traccia”
Quindi, facendo sintesi, l'equazione velocità uguale doping non è così astratta?
“No. Non c'è nulla di sbagliato. Al massimo non può spiegare tutto di una prestazione così”
Mi sta dicendo che la quasi totalità dei ciclisti che al Tour hanno corso la cronosquadre a oltre57 km/hdi media la maggior parte è dopata?
“Io faccio questo ragionamento. Statisticamente è impossibile che in una sola squadra o in due squadre ci siano 6-7 ciclisti estremamente competitivi che fanno tutti la loro migliore performance dell'anno insieme. In qualche caso non si sono mai distinti per grandi velocità in pianura. Come mai vanno forte tutti insieme?”
La risposta è che molto probabilmente sono prestazioni truccate dal doping?
“Sì. Non ci siamo. I controlli non li può fare un organismo che è strettamente interessato alle performance e alla vendibilità del prodotto ciclismo. Chiaro che per l'Uci più elevato è lo spettacolo e il livello delle competizioni e più ci sono introiti”
E' un conflitto di interessi che non riguarda solo il ciclismo, però...
“Assolutamente no. Interessa tutto lo sport”
Cosa pensa dell'apertura dell'Uefa ai controlli a sorpresa su sangue e urine nel calcio?
“Nel calcio il conflitto di interessi è ancora più eclatante. Se il valore di un ciclista è di qualche centinaio di migliaia di euro, per un calciatore parliamo di milioni di euro. E' chiarissimo che un business di questo genere viene tutelato con una gestione del controllo antidoping ancora più debole. Mentre nel ciclismo, anche per una questione di contingenza, si è dovuti intervenire di emergenza, nel calcio siamo ben lontani. Anche perché per i calciatori è sufficiente doparsi meno e in maniera mirata”
Quindi reputa l'iniziativa dell'Uefa di facciata?
“Assolutamente. Avrebbe credibilità se si rivolgesse a una comunità scientifica indipendente mettendo a disposizione un budget e lasciando autonomia totale sui controlli che comunque non sono una garanzia di intervento perché non vengono fatti a sorpresa ma esiste un preavviso. E poi come sono?”
Nel senso che non sono approfonditi?
“Il sistema sportivo fa il finto tonto anche se non lo è affatto. Da molti anni frena uno sviluppo reale dei controlli ematici. Prima delle Olimpiadi di Sidney avevo sviluppato un sistema di analisi del sangue molto articolato che aveva fatto scoprire molti atleti di alto livello con l'ormone della crescita anomalo. Sono passati tredici anni e si è fatto finta di non capire quell'esperienza. Molti parametri da misurare non vengono messi nei controlli ematici ed è come se si facesse un monitoraggio circoscritto ad alcune sostanze e la luce restasse spenta su altre”
Il ciclismo e lo sport in genere si affideranno mai a enti autonomi nella lotta al doping?
“Alla fine saranno costretti perché la loro credibilità andrà sottozero e dovranno farla. E sarà una liberazione anche per loro perché la performance sportiva non ha nessun bisogno del doping. Anzi, correre meno può anche migliorare lo spettacolo. Nel ciclismo la velocità elevata ormai impedisce lo spettacolo”
Si piegheranno?
“Il doping è stupido. Può favorire il singolo, ma nel momento in cui è così diffuso viene meno anche il fattore del vantaggio egoistico e diventa semplicemente un modo di difendersi. Ma non conviene al sistema”.