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Unbroken di Angelina Jolie: 5 cose da sapere

"Se resisti puoi farcela" è il motto del film da regista della diva, che porta al cinema la vita di Louis Zamperini (o meglio, una sua parte)

La battaglia tra l'equipaggio del velivolo alleato B-24 Super Man e gli aerei da combattimento giapponesi Zero nel Pacifico meridionale apre Unbroken, film dal 29 gennaio al cinema. Sin da subito è chiaro che Angelina Jolie regista pensa in grande. Anche la storia che vuole raccontare è grande, è la straordinaria vita di Louis Zamperini, atleta olimpico americano, prigioniero di guerra, simbolo di riconciliazione e perdono. È una storia lunga decenni difficile da contenere in un film. Per questo super Jolie decide di tagliarla e di limitare il racconto fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, decisione che pesa un po' su un dramma che ha nelle svolte successive altre note interessanti. 
Animato dalle buonissime intenzioni della Jolie, lungo 2 ore e 10 minuti, Unbroken scorre via senza momenti di stanchezza o noia ma, pur avendo un alto potenziale narrativo, pecca di incisività. È vivida la regia quando delinea l'attività sportiva di Zamperini, interpretato da Jack O'Connell, britannico dalla fisicità nervosa e asciutta che dà credibilità al suo personaggio. Regala sequenze memorabili anche nell'agonia in mezzo all'oceano, ma si appiattisce quando irrompe la prigionia per mano nipponica. Di Zamperini ammiriamo la sua tenacia incrollabile ma fatichiamo a toccare la sua umanità.

Angelina è alla sua seconda prova dietro la macchina da presa dopo Nella terra del sangue e del miele del 2011 (in uscita proprio ora in dvd e blu-ray), storia d'amore sullo sfondo del conflitto in Bosnia di cui scrisse la sceneggiatura per poi capitombolare alla regia non riuscendo ad affidarla ad altri, tanto la sentiva sua. Voleva dirigere un secondo film ma aspettava la trama giusta: "Doveva essere qualcosa che mi appassionasse e che mi coinvolgesse", ha detto, "perché la regia richiede molto impegno, allontana dalla propria famiglia per molto tempo e necessita di un'energia maggiore dell'interpretazione".
Grazie a Zamperini l'ha trovata. Ora però ci ha preso gusto, visto che sta ultimando l'opera terza By the Sea, in cui reciterà anche, accanto al suo Brad Pitt.

In attesa del terzo sigillo, ecco 5 cose da sapere su Unbroken:

1) Zamperini doveva essere interpretato da Tony Curtis

Sono passati più di cinquant'anni prima che la storia di Louis "Louie" Zamperini diventasse film. Già nel 1957 la Universal Pictures aveva acquisito i diritti del suo libro autobiografico Il diavolo alle calcagna. Era previsto l'ingaggio di Tony Curtis ma, dato l'impegno dell'attore in Spartacus di Kubrick, il progetto fu accantonato prima che venisse scritta una sceneggiatura. Nel 1998 un documentario della CBS Sports sulla vita di Louie sedusse il produttore Matthew Baer che incontrò Louie e la sua famiglia per poi ribussare alla Universal. Malgrado fossero state commissionate diverse sceneggiature, nessun regista aveva però firmato il progetto. Nel 2002 il balzo in avanti: Zamperini e Laura Hillenbrand hanno iniziato una collaborazione durata otto anni, subito dopo che la scrittrice aveva terminato Seabiscuit: un mito senza tempo. Già durante le sue ricerche per il primo libro, la Hillenbrand continuava a imbattersi in lui, dicendosi: "Un giorno, ho intenzione di incontrare quest'uomo". Ha chiesto al novantenne il permesso di scrivere il suo prossimo libro sul suo vissuto ed è nato il bestseller Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio, rieditato poi col titolo Unbroken. I due hanno si sono incontrati di persona solo a dopo la pubblicazione del libro: l'autrice aveva bisogno di immaginare Louie come il giovane attaccabrighe il cui spirito lo avrebbe trasformato in un eroe, Louie era occupato in impegni di beneficenza e prediche. Grazie al consenso del pubblico per il libro della Hillenbrand, dopo il rifiuto di diversi finanziatori Baer ha finalmente ottenuto il sostegno della Universal. Lo studio ha acquisito il libro nel dicembre 2010. Baer ha inviato una bozza della sceneggiatura di William Nicholson a diversi registi, tra cui la vicina di casa di Louie sulle colline di Hollywood: Angelina Jolie.

2) Il motto: "Se resisti puoi farcela"

La frase che risuona in Unbroken è quella con cui il fratello maggiore Pete (Alex Russell) incoraggia Louie: "Se resisti puoi farcela". La storia di Louie è infatti composta da tappe in cui tenacia e spirito di sopportazione sono valsi la vita. Sin da ragazzino, come italiano che "puzza d'aglio" deve vedersela con coetanei sbruffoni. Poi riesce a incanalare la sua energia ribelle nella corsa tanto da qualificarsi per le Olimpiadi di Berlino 1936: diciannovenne, il "Torrance Tornado" arriva ottavo ai 5000 metri piani, primo degli americani. Tutte le sue speranze sono per i prossimi Giochi di Tokyo. Ma la seconda Guerra Mondiale impelle e Luoie diventa il 2° tenente Zamperini, bombardiere della Army Air Corps, prendendo parte a svariate missioni nel Pacifico. Nell'aprile 1943 il B-24 Liberator di Louie, il Green Hornet, si schianta nell'oceano uccidendo nell'impatto otto degli undici membri dell'equipaggio. Si salvano solo Louie, il capitano del velivolo Russell Allen "Phil" Phillips (Domhnall Gleeson) e il sergente Francis "Mac" McNamara (Finn Wittrock). Altra prova di resistenza: Louie sopravvive a 47 giorni in mezzo all'oceano su una scialuppa di salvataggio di 2 metri per 60 cm, tra squali, sole, tempeste, bombardamenti, il nulla. Finché non sarà catturato dai giapponesi. Vedrà Tokyo, ma da prigioniero. In più di due anni di prigionia un'altra prova di sopportazione fisica e mentale, tra fame, torture, abusi. Dopo l'uscita di Unbroken, i nazionalisti giapponesi hanno però protestato negando che fossero usate tale pratiche.

3) Il post Guerra, quello che Jolie liquida velocemente

Nell'incontro con Papa Francesco avvenuto poche settimane fa, Jolie ha sottolineato come Unbroken sia una storia di sopravvivenza e perdono. Peccato però che la fase del perdono venga liquidata velocemente con poche parole sul finale. Si tratta di una scelta che Angelina ha preso insieme ai co-sceneggiatori, i fratelli Coen, di cui si sente poco il tocco da maestri sullo script. "Sembrava un peccato non filmare ogni aspetto della vita di Louie",  afferma Jolie, "ma qui abbiamo scelto di dare un taglio differente". E così tutto finisce con il ritorno di Louie dalla guerra, lasciando la possibilità che il periodo del dopoguerra in California possa essere spunto per un nuovo film. 
Tornato a casa, Louie fu affetto da incubi e da un disturbo mentale paralizzante che decenni dopo è stato classificato come DPTS, disturbo post-traumatico da stress. Nei quattro anni successivi al suo internamento, ha combattuto contro un'ansia paralizzante, l'alcolismo e i demoni che lo visitavano ogni volta che andava a dormire. Solo dopo che iniziò a frequentare i raduni dell'evangelista Billy Graham, nel settembre 1949, si "riconvertì" al Cristianesimo e ritrovò la serenità, diventando a sua volta un predicatore, viaggiando in lungo e in largo negli Stati Uniti esaltando il potere taumaturgico del perdono. È tornato in Giappone, per portare un messaggio di pace e perdono persino a chi lo aveva torturato. Solo il suo aguzzino più terribile Mutsuhiro Watanabe, l'"Uccello", si rifiutò di incontrarlo.

4) L'amicizia tra Jolie e Zamperini, Brad sul tetto con la bandiera

Tra la diva e l'anziano veterano di guerra (morto nel luglio scorso) è nata un'amicizia. I due erano anche vicini di casa, senza che la Jolie (che Louie chiavama affettuosamente "Jolly") lo sapesse. Quando finalmente la Universal ha acconsentito alla produzione di Unbroken, Jolie aveva un patto da rispettare: "Dato che eravamo vicini di casa, tanto da vedere le rispettive abitazioni - dalla sua finestra si vedeva la mia casa - sapevo che sarei potuta salire sul tetto, guardare attraverso il binocolo e salutare Louie... e che poteva fare lo stesso dal suo salotto. Ho detto a Louie che, se mai avessimo ottenuto il placet, mi sarebbe piaciuto sventolare una bandiera da casa mia in modo che potesse vederla e sapere che cosa era successo".
E così è stato. Ecco il racconto di Jolie: "Quando ho saputo che lo studio aveva finalmente dato il via libera al film, ero così emozionata che non vedevo l'ora di correre da Louie e raccontargli tutto. Ho telefonato a Brad, gli ho raccontato quel che era successo e gli ho anche detto: 'Devi andare sul tetto e far sventolare la bandiera della USC (l'alma mater di Louie, ndr)!'. E così ha fatto. Quando sono tornata a casa abbiamo chiamato Louie dicendogli di affacciarsi dalla terrazza. Dopodiché ci ha richiamato chiedendoci: 'È per me?', Ho detto: 'Sì. Ce l'abbiamo fatta!'". 

5) Due attori italiani e un rocker nel cast

In Unbroken ci sono sono anche due attori italiani che vivono negli States, Vincenzo Amato e Maddalena Ischiale, nei panni dei genitori di Zamperini. "Ho fatto il provino più volte", racconta Amato che abbiamo già visto in Nuovomondo di Crialese e recentemente protagonista di Vinodentro di Vicentini Orgnani. "Volevano che fossi un padre allo stesso tempo severo e dolce. Alla fine, quando mi hanno finalmente selezionato dopo diverse prove, ho scoperto che sarei dovuto andare in Australia. Subito mi sono trovato al porto di Sidney sul set del campo di concentramento giapponese. Angie mi ha visto da lontano ed è venuta a salutarmi subito. Non avevo mai avuto un'accoglienza simile da parte di un regista". Della Jolie racconta: "Non è affatto una superdiva, ma al contrario una persona bene educata, molto brava professionalmente. Tra l'altro mi ha fatto vedere le scene più belle che aveva fatto fino ad allora. Lei è molto fissata e innamorata dell'Italia e degli italiani perché crede che il nostro Paese, per quanto riguarda la famiglia, sia un vero paradiso". Toni simili sulla Jolie da parte di Ischiale: "L'ho incontrata sul set nella scena del campo di concentramento. Mi è corsa incontro, mi ha abbracciato e ha detto: 'finalmente una donna su un set pieno di uomini'. Lei, va detto, è sempre serena, una che lavora tantissimo".
Nel cast anche un rocker, il giapponese Miyavi: è lui il belloccio nei panni dello psicopatico aguzzino l'Uccello. La Jolie vedeva in lui il magnetismo adatto alla parte e, anche se lui non era per nulla interessato alla recitazione, alla fine è riuscita a convincerlo.

Unbroken, immagini del film

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Jack O'Connell e Finn Wittrock sul set di "Unbroken"

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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