
Virgilio Guidi, Donna dalla cintura rossa, 1934

Vittorio Corcos, Anna Belimbau, 1900.

Francesco Hayez, Ritratto di Elisabetta Bassi Charl,1829

Michele Tedesco, Lettura in terrazza, 1875 ca.

Giovanni Fattori, Ritratto della cognata Carlotta Scali, 1865 ca..

Federico Zandomeneghi, La guardianadi tacchini,1890-1895.

Silvestro Lega, Ritratto della signorina Titta Elisa Guidacci, 1888.

Giuseppe de Nittis, In vedetta,1880/1882
Fattori e Lega, Induno e Hayez, Favretto, Casorati e Sironi: questi solo alcuni dei nomi in mostra al Centro Matteucci di Viareggio, che ospita un’affascinante selezione di ritratti femminili realizzati fra Ottocento e Novecento, senza trascurare i due dopoguerra, forieri di grandi mutamenti
Dove e Quando
Ad ospitare la mostra, visitabile dal 2 giugno al 3 novembre 2019, il Centro Matteucci per l’Arte Moderna in Via G. d’Annunzio 28 a Viareggio
La Mostra, perchè è interessante
Curata da Giuliano Matteucci – con interventi di Cristina Acidini e Camilla Testi – e intitolata “L’Eterna Musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900”, quest’interessante esposizione si può definire una parata di donne reali o idealizzate, in cui nessun “modello femminile” manca all’appello: dall’angelo del focolare alla sirena ammaliatrice, dalla popolana alla borghese, dalla avoratrice alla padrona di casa della buona società.
Una carrellata di donne liete o malinconiche, operose o riflessive, ricche di una sensualità che, proprio perché non platealmente esibita, cattura sguardo e sentimento; ciascuna – a modo suo – incarnazione degli infiniti prototipi stratificati nell’immaginario culturale dell’Occidente.
In sintesi, per dirla con le parole del curatore, questa mostra è “Una galleria d’istantanee tratte da un ideale album di famiglia che è andato formandosi nelle stagioni più diverse della vita … un gruppo di antidive, nel quale si troverebbe certamente a disagio la determinata femminilità di una Marie Curie o di una Coco Chanel, poiché a prevalere è un altro tipo di donna che non ha difficoltà a confermarsi moglie e madre, in quei ruoli, insomma, che nella routine del quotidiano ne nobilitano i sentimenti e lo spirito”