Var in Champions League subito: la svolta Uefa contro errori e polemiche
Si comincia dagli ottavi di finale di questa stagione, poi l'intero torneo dal 2019. Vincono le pressioni dei club
Non c'è tempo di aspettare oltre, anche l'Uefa entra nel futuro. L'immagine del rigore comico concesso a Sterling contro lo Shakhtar Donetsk a inizio novembre ha fatto cadere anche le ultime resistenze: la Var debutterà in Champions League già negli ottavi di finale di questa stagione senza dover attendere l'inizio della prossima.
L'Uefa ha varato la svolta anticipando i tempi e dicendo sì alla tecnologia che ormai viene usata in molti dei principali campionati del Vecchio Continente. La pressione dei club era aumentata negli ultimi mesi con la richiesta di partire. Il sistema, secondo l'Uefa, non era ancora a punto per garantire uniformità tecnologica e regolamentare in tutte le 32 piazze della Champions ma riducendole a 16 nella seconda fase - di fatto tutte le migliori - anche questa perplessità è stata superata.
Perché la Var in Champions dopo il Mondiale?
Sulla scelta di aprire alla Champions ha pesato, ovviamente, anche l'ottimo Mondiale di Russia in cui l'assistenza al teleschermo ha abbassato ulteriormente la soglia degli errori arbitrali evitando strafalcioni che in passato avevano fatto segnare pagine storiche in negativo per la manifestazione.
Impossibile sostenere dopo Russia 2018 una posizione politica anti-Var. C'era, però, un problema tecnico non semplice da superare e che l'Uefa ha affrontato in questi mesi sotto la pressione dei maggiori club europei. Un conto è attrezzare alla Var un numero ristretto di stadi nello stesso Paese, collegarli a una Var Room (Mosca) e garantirne il funzionamento scegliendo in un gruppo ristretto di arbitri.
Un conto è farlo in stadi e Paesi diversi, alcuni dei quali non abituati al nuovo corso, dovendo poi usare una platea più ampia di direttori di gara. Non solo, ma l'Uefa ha dovuto affrontare anche il tema dei diversi broadcaster che producono le partite nei singoli Paesi a differenza di quanto accade in un solo campionato (spesso sotto la regia della Lega come accade in Italia) o nel Mondiale.
Collina, accusato da più parti di essere nemico della Var in Champions League, è stato in realtà colui che l'ha gestita come capo degli arbitri della Fifa. Aspettava il via libera tecnico e politico, ma da mesi il sistema (ora in mano a Rosetti che della Var è stato il responsabile nella fase sperimentale in Italia) dal punto di vista arbitrale era pronto.