Vardy, minacce di morte dopo l'esonero di Ranieri: "Ma non l'ho tradito"
Incredibile epilogo della stagione sfortunata dei campioni d'Inghilterra. La denuncia dell'attaccante considerato artefice dell'addio al tecnico
C'era una volta l'isola felice Leicester, la storia che ha commosso il mondo del calcio perché ha visto trionfare la cenerentola nel campionato dei più ricchi. C'era una volta e adesso non c'è più. Prima l'esonero clamoroso di Claudio Ranieri, artefice di quella cavalcata e fatto fuori nel momento peggiore della stagione, con la squadra incapace di reagire e quasi condannata a una lenta discesa agli inferi.
Ora le minacce di morte raccontate da Jamie Vardy, indicato da molti tifosi delle Foxes come uno dei traditori del tecnico romano che si era messo contro parte dello spogliatoio: non a caso, partito lui, sono tornate le vittorie con anche la qualificazione storica ai quarti di finale della Champions League. Vicenda negata con forza dall'attaccante, ma che evidentemente continua a far presa tra quelli che non perdonano l'allontanamento dell'allenatore.
"Se la sono presa anche con mia moglie e i miei bambini"
Il racconto di Vardy è choccante. Minacce di morte per strada e sui social destinate a lui e anche la famiglia finita nel mirino: "Io non ci bado, ma quando la gente se la prende con tua moglie, mentre sta guidando con i bambini seduti sul sedile posteriore, allora diventa un problema". Nell'intervista al Sun Vardy rivela che è accaduto e non solo una volta, tanto da spingerlo a denunciare.
L'accusa è alto tradimento. Rispedita al mittente con forza: "Sembra che agli appassionati di calcio io non piaccia più di tanto, noi giocatori non possiamo fare nulla contro false accuse che sono state lanciate". Chissà se basterà per placare gli animi più accesi.