Venezia 2012, la Pietà di Kim Ki-duk e la critica al capitalismo
"È un film dedicato a tutta l'umanità e alla situazione difficile derivata dalla crisi". Crudo ma con il germe della compassione, il diciottesimo film del regista sudcoreano convince la critica. E si candida al Leone d'oro
Cheonggyecheon è un quartiere di Seul dove negli anni '50, dopo la guerra di Corea, sono emigrati coreani desiderosi di migliorare le loro vite, in case di fortuna, in condizioni degradanti e rifiuti, un pugno nell'occhio nell'architettura della città. Tanto che la zona è stata oggetto di un progetto controverso di rinnovamento con infrastrutture e grattacieli. Lì ha lavorato come operaio anche Kim Ki-duk da giovane. Infatti Cheonggyecheon oggi soprattutto è il luogo dove si ambienta il nuovo lavoro del regista sudcoreano in anteprima al Lido e la sua metafora sulla crisi del capitalismo.
Pieta, film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia , ha debuttato ieri sera ricevendo gli applausi della stampa, finora tra i più calorosi e prolungati. Stasera sarà invece presentato al pubblico.
Crudo, certamente, e forse più occidentale dei suoi precedenti film, è attraversato però dal germe della compassione (nel senso letterale del "patire con"). Violenza e spietatezza si mescolano al sentimento primordiale della vendetta come a quello, altrettanto atavico, dell'amore filiale e materno, del legame così insolubile tra madre e figlio, che dà forza ma, quando è usato come altrui mezzo di estorsione, dà vulnerabilità. Che potrebbe anche chiamarsi umanità, come nel caso del protagonista maschile di Pieta.
Kang-do (Lee Jung-jin) storpia la gente per "professione". Il suo compito è riscuotere i crediti per conto degli usurai, e lo fa con una fermezza estrema e usando mezzi atroci, straziando mani e braccia dei debitori in mole e ingranaggi elettrici contando poi sui soldi dell'assicurazione contro gli infortuni. Non si ferma davanti a nulla, neanche dinnazi a madri o fidanzate distrutte per l'umiliazione e il dolore fatti patire a figli o compagni. A Cheonggyecheon è temutissimo e odiato. Tutto però cambia quando una strana donna (Cho Min-soo) in lacrime si presenta a lui sostenendo di essere la madre che l'ha abbandonato da piccolo. Kang-do è riottoso a crederlo, ma anche il più crudele dei "mostri" apre il cuore al calore materno, a quel cordone che non si spezza. Di fronte a questo, come recita il film, "cosa sono il denaro, la vita, la morte?".
Sul carnefice Kang-do si apre una nuova luce e lo si percepisce nella sua solitudine, nel vuoto avuto negli anni vissuti senza famiglia. Abbiamo appena visto tutte le sue efferratezze eppure non si può non sentire ora un po' di pietà per lui...
"Sono stato in Vaticano due volte e ho visto il capolavoro della Pietà di Michelangelo", spiega Kim Ki-du. "Col titolo del mio film mi riferisco all'abbraccio della Vergine Maria che stringe il figlio sulla croce. L'immagine che da allora mi sono portato dentro è quella di un abbraccio all'intera umanità, alle sofferenze, una comprensione e compassione del dolore".
Lontano da opere precedenti come Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera o Soffio, in tutta la sua violenza e nel raro umorismo nero vuole soprattutto essere una denuncia. "Voglio parlare del capitalismo estremo e delle sue conseguenze sulle dinamiche interpersonali, spesso trasfigurate in senso negativo", dice il cineasta cinquantaduenne. "È un film dedicato a tutta l'umanità e alla situazione difficile derivata dalla crisi del capitalismo".
Regista eclettico e fuori dagli schemi, amatissimo da noi, è un po' meno osannato in patria. "In Corea quando si riferiscono a me mi presentano come 'il regista famoso in Europa'. Questa espressione può essere interpretata anche nel senso che il mio cinema in Corea non sia molto noto" racconta Kim Ki-duk. "I miei lavori in realtà trovano poco spazio all'interno del mercato cinematografico coraeno che consiste soprattutto nell'intrattenimento e nelle commedie delle major. Ho anche un pubblico di fan affezionati in Corea, sì. Credo però che ora con questo film la situazione stia cambiando e che avrò maggiore distribuzione e interesse delle major".
In Italia Pieta arriverà in sala il 14 settembre distribuito da Good Films.